La posizione geografica della penisola italica è straordinaria. Grazie ad essa l'Italia diventata luogo di incontro elettivo di esperienze culturali diverse, europee e mediterranee. La specificità geografica che più d'ogni altra la caratterizza è la straordinaria varietà dei quadri ambientali. Dell'influenza che il territorio può apportare al fine di dare conto della propria civiltà, della propria storia e della propria antropologia vi sono due elementi particolarmente caratterizzanti riguardo quello italiano: la povertà e la bellezza. Le due assi portanti che, trovando la propria collocazione in Italia, l'hanno messa in posizione di rilevanza assoluta e che ancora oggi esercitano una fortissima influenza a livello storico-culturale in tutto l'Occidente, sono state l'Impero romano e la Chiesa cattolica. La presenza della Chiesa ha fatto si che si sviluppasse una prepotente spinta antitemporalistica che ha finito per cancellare dal pensiero politico ogni premessa ed elemento di tipo trascendente relegandola ad una dimensione di laicità che non sembra avere la forza di annullarne le spinte disgreganti che, per sua natura e data la sua storia, ha già da sempre in sé. Essa non possiede neppure i materiali storici di una moderna lotta contro l'assolutismo nonché quelli che sono serviti a costruire una statualità compatibile con l'individuo. I due massimi problemi della nostra lontananza dalla modernità dunque sembrano essere quello dell'assenza di tradizione statale da un lato e quello della vischiosità oligarchica della nostra società dall'altro. La politica ha supplito dove la storia non era arrivata, assurgendo inevitabilmente ad un ruolo demiurgico e tendendo perciò ad assumere un'ampiezza sociale smisurata. In parte considerevole quindi, l'identità dell'Italia è stata costruita sulla pietra angolare della politica che però è rimasta nettamente disgiunta dalla sfera dello Stato e delle istituzioni. Ed ecco allora la modernità italiana diventare con la massima facilità corporativismo, familismo, evasione fiscale, illegalità di massa e quant'altro: ecco cioè quella modernità priva di Stato comportare paradossalmente la crescita di un gran numero di fenomeni che, giudicati esteriormente, ne appaiono la contraddizione vivente. L'etereogenesi dei fini è così diventata la vera chiave esplicativa della modernità italiana. Ciò a cui l'Italia è mancato sono delle forti èlite burocratico-amministrative ed una cultura e una mentalità di tipo conservatore. Tutto ciò ha comportato che il sentimento nazionale italiano sia rimasto debole, proprio come è rimasto altrettanto fragile il carattere della costruzione statale-unitaria. Ci sono tante Italie ma è pur vero che esiste una Italia che tiene insieme e comprende tutte le altre. L'identità italiana è data dal sovrapporsi di questa molteplicità su questo fondo unico e se questo fondo a volte sembra debole è perchè la parte più importante di questa identità è quella nascosta nelle viscere del tempo. Riuscire a rendere visibile ciò che è nascosto, riuscire a ricomporre la molteplice realtà delle molte Italie in un unico volto è la difficile opera di sintesi che l'identità nazionale italiana è chiamata a rappresentare e a realizzare. Per avere un'identità nazionale degna di questo nome oggi dovremmo conciliarci col nostro passato, riconoscerci in esso e riuscire ad organizzare e a comporre le molteplici forme della “semplice” identità italiana all'insegna della salvaguardia dell'individuo, della tutela dell'interesse generale, del rispetto delle leggi, sicchè quelle forme stesse possano, alla fine, produrre fecondi indirizzi di vita e far sorgere quella patria italiana che ancora ci manca.
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