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sabato 3 marzo 2012

TEATRO: IL GRUPPO AMATORIALE "SCACCIAPENSIERI" - La Redazione

Il Gruppo Teatro Amatoriale "Scacciapensieri" è nato, con questa denominazione, circa sei anni fa ma il cuore vitale ed energico di questa compagnia si inizia a sviluppare alla fine degli anni '80 con il nome di "Nuovi Aminei". Dilettanti, in quanto non professionisti del teatro, questa compagnia di amici che nella vita fanno tutt' altro, la sera si riunisce per condividere nelle prove, le emozioni che i numerosi lavori portati brillantemente in scena offrono. Il teatro classico napoletano è stato, in questi anni, ampiamente rappresentato: Eduardo, Peppino De Filippo, Scarpetta, Petito, Viviani, Di Giacomo, Riccora etc.
E’ così che in gruppo di amici , accomunati dalla passione per il teatro, inizia a calcare le tavole dei palcoscenici delle parrocchie partenopee per poi arrivare dopo anni, di sacrifici, con amore, dedizione e passione a far risuonare le proprie battute lì dove in passato lo avevano fatto i grandi del teatro napoletano. Gli “Scacciapensieri”, vengono applauditi al "Sannazaro", al "Politeama" al "Cilea"., al “Salvo D’Acquisto”… senza però perdere lo spirito che li contraddistingue... "LA NOSTRA UNICA RICOMPENSA E' L' APPLAUSO DEL PUBBLICO" è il motto della Compagnia. Infatti tutte le prestazioni sono realizzate solo per fini benefici. Quest’anno ritornano al Teatro Capocroce di Frascati dove in precedenza sono stati applauditi con dei classici del teatro di Eduardo De Filippo: “Natale in casa Cupiello”, “Le voci di dentro”, “Filumena Marturano” e con l’esilarante lavoro di Paola Riccora “Nu mese ‘o ffrisco”. Ultimamente hanno portato nell’auditorio delle Suore dell’Incarnazione, con le quali hanno sempre collaborato per il sostegno delle opere missionarie, un “Acquarello Napoletano”. Lo spettacolo di quest’anno è ”La Fortuna con l’effe maiuscola” di Eduardo De Filippo e Armando Curcio, la storia di una famiglia, figlia della fame e della miseria, figlia di una Napoli che ieri, come oggi, sale in cattedra e diventa maestra di vita e tra i vicoli intrisi di teatro, sberleffi, risate ed esilaranti equivoci, insegna ai suoi figli la più napoletana delle arti... quella dell' arrangiarsi. Il protagonista, sbeffeggiato dalla sfortuna, cerca il suo riscatto da una vita di stenti in un' ostinata ricerca del denaro, una ricchezza tutta materiale che possa fornirgli una fuga dalla più misera realtà. Si snoda così, attraverso uno spaccato di vita quotidiana. una vicenda ricca di tutti gli elementi tipici della commedia eduardiana che, sotto il velo di una comicità apparente, spinge lo spettatore ad una più profonda riflessione sulla vita e sul bisogno morale, materiale e di giustizia che essa porta con se... Chiudiamo con quanto ebbe a scrivere sulla pagina web della Compagnia una giovane attrice, Fabiana Miceli a proposito del luogo dove si tiene lo spettacolo, a testimonianza di quanto l’amore del teatro sia presente nelle giovani leve: 
“Non importa quanto grande sia, quanto importante sia, quanto pubblico possa contenere... quello è solo un involucro...  APPARENZA del teatro...l' odore, lo scricchiolio sotto i piedi, le quinte, la polvere, il brulicare delle voci, il sipario, l' emozione, il cuore, le luci, l’ ansia, i preparativi beh... quelli sono sempre gli stessi quando si sale sulle tavole di un palcoscenico, grande o piccolo che sia...ESSENZA del teatro...” 

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