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giovedì 15 marzo 2012

ARICCIA: CONTROREPLICA DI LIBANORI AL SINDACO - La Redazione

Dopo la replica, sugli organi di stampa, di Emilio Cianfanelli alle dichiarazioni di Giovanni Libanori (Udc) -relative alla delegittimazione del Sindaco di Ariccia da parte del TAR- Libanori risponde a Cianfanelli. “Non so se mio padre sia amico del Sig. Cianfanelli.

Francamente ritengo che con la torbida vicenda di cui il Sig. Cianfanelli si é reso protagonista ad Ariccia non vi sia alcun legame. L'attacco violento diretto alla mia persona, in risposta a mie considerazioni squisitamente politiche, sostanzia lo spessore culturale e civico del Sig. Sindaco di Ariccia ma soprattutto e’ indice dell’assoluta mancanza di argomentazioni oggettive su fatti avvenuti prima durante e dopo la campagna elettorale di Ariccia. Non scenderò in polemica con un uomo che ama la rissa dialettica e l'arrogante e sistematica mistificazione della realtà. Metodo questo che non mi appartiene e che ho avuto modo di riscontrare durante l'intera campagna elettorale. Un paio di cose però tengo a precisare ritornando e attenendomi ai fatti. I presunti interessi edilizi di cui parla l'ex medico di Ariccia sono evidentemente materia che ben conosce e, ahimè, anche la Procura. D'altra parte il detto dice che la lingua batte dove il dente duole e spero per lui che la lingua non gli giochi un brutto scherzo per questa ed altre vicende, già al vaglio della magistratura. Associare poi la magistratura stessa agli interessi edilizi di qualcuno è semplicemente grottesco. La questione odierna in discussione è di tutt'altra natura ovvero che la magistratura ha riscontrato gravissime irregolarità nelle operazioni elettorali tanto da sentenziarne l'annullamento. Operazioni elettorali gestite dagli uffici di quel Comune di cui il Sig. Cianfanelli era Sindaco uscente. Sono convinto che le responsabilità, nonchè la paternità di provvedimenti tanto singolari quanto coraggiosi, saranno accertati molto presto e a quel punto l'inopportuna ironia lascerà il campo ad uno scenario tristemente desolante. La mia storia personale, la mia famiglia e la mia attività politica sono sempre state sintesi di onestà, pulizia e rispetto. Rispetto che ho sempre usato specialmente nei confronti dei miei interlocutori politici. Ogni mio atto politico, compreso quello di sfiduciare il sindaco del mio Comune, è stato fatto sulla base di motivazioni politiche, amministrative e di coerenza. Sarebbe facile per me impegnare il Sig. Cianfanelli ad un pubblico confronto allo scopo di apprezzare, atti alla mano, il candore di ciascuna delle nostre storie, ma come ripeto è una pratica questa che non mi appartiene. Io certamente rispetto ai fatti contestati mi sarei dimesso per cultura, per dignità, per dovere e per rispetto. Come sempre Il tempo sarà galantuomo ed io, anagraficamente parlando, ritengo di avere un discreto vantaggio rispetto al Sig. Cianfanelli, pertanto, a malincuore, mi farò perfino ragione della mancata emozione di una sua più approfondita conoscenza. In ultimo rappresento che rivolgendomi a qualcuno, sopratutto se per la prima volta, uso solitamente la prima persona singolare, il Sig. Cianfanelli invece ricorre al noi, al plurale maiestatis. Mi chiedo se non sia necessità di migliorare l'autostima o semplice influenza del Teurgo Otelma”

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