Dante Boninfante è un ex di Piacenza. Conosce a meraviglia la città: “È bellissima e vi si vive da papi”, ma conosce soprattutto la forza d’urto della squadra con cui in passato ha vinto uno scudetto. “Ma la cosa – sorride – si perde nella notte dei tempi ed io ero molto più giovane”. Nonostante l’affetto che nutre per Piacenza e per la qualità della vita, il palleggiatore della M.Roma ha necessità di portare punti a casa. “E non soltanto – dice – perché la classifica non è del tutto tranquilla, ma soprattutto perché battere una formazione di vasta tradizione come quella emiliana regala sempre sensazioni ed umori piacevoli”.
Per Boninfante quella di sabato sera potrebbe essere una vera e propria partita a scacchi, in cui in campo serve la massima accortezza ed è necessario sfruttare gli eventuali punti deboli degli avversari. “Inutile nasconderlo – conferma il palleggiatore – la partita è complicata, difficile, anche perché ultimamente Piacenza sta giocando molto bene e si sta riportando nelle zone alte. All’inizio – continua – probabilmente ha avuto dei problemi, ma ho sempre pensato che la sua classifica è quella che attualmente occupa. Noi dobbiamo giocare questa gara con una determinazione particolare, la stessa cosa dovremo fare negli altri due incontri, contro Monza e Padova. Guai a commettere errori, al contrario è necessario affrontare ogni palla in maniera intelligente”. Fatalmente è stata proprio Piacenza a mettere a nudo i vizi della M.Roma. “Già – ricorda Boninfante – dopo quella sconfitta qui al Palazzetto, abbiamo conosciuto un’altra realtà e siamo stati assaliti da prestazioni altalenanti. Sono venute prove discrete, ma anche prove negative. Ora abbiamo ritrovato il gioco e quella unità tecnica di gruppo che ci aveva portato a vincere nel girone di andata e che, ultimamente, ci ha fatto fare una bella figura contro Trento e vincere contro Ravenna”. Piacenza, come ha spiegato il regista neroverde, potrebbe essere la chiave di volta della stagione della M.Roma. “Per la fine del campionato ci sono questi tre incontri. È nostro dovere dare un significato all’annata, chiudendo in maniera onorevole. Mai siamo partiti battuti, però, e proprio in queste ultime occasioni, dobbiamo fare nostra ancora questa filosofia. Perché la vera Roma è quella vista nelle ultime partite. È vero – riprende Boninfante – la gara con Ravenna sembrerebbe poco attendibile per confermare che siamo in crescita, a causa della mancata reazione dei romagnoli, ma contro Trento, in cui la pressione è stata superiore, ce la siamo cavata molto bene e avremmo potuto, addirittura, conquistare dei punti”. Boninfante condivide solo in parte che la risalita della M.Roma sia dovuta anche alle sue prestazioni, al fatto che, più che in altre occasioni, si sia vista l’intesa con i compagni. “Ora – spiega – mi sento molto bene. I problemi fisici che mi hanno frenato nelle passate settimane non sono del tutto spariti, ma li avverto con minore frequenza. Cerco di entrare sempre in partita nella maniera giusta, dare una mano perché anche i compagni possano essere determinanti, soprattutto nei momenti più delicati. Quella del palleggiatore – conclude – è una vita un po’ particolare: se perdi, la tua prestazione è sotto gli occhi di tutti e nel mirino dei critici; se vinci, sono in pochi a ricordare che anche il palleggiatore ha dato il suo contributo. Il ruolo è importante, perché comporta l’apertura del gioco e la regia di tutte le azioni, ma per certi versi diventa un handicap. Io lo so come funziona, per cui se qualcuno mi critica non mi creo problemi”.
Per Boninfante quella di sabato sera potrebbe essere una vera e propria partita a scacchi, in cui in campo serve la massima accortezza ed è necessario sfruttare gli eventuali punti deboli degli avversari. “Inutile nasconderlo – conferma il palleggiatore – la partita è complicata, difficile, anche perché ultimamente Piacenza sta giocando molto bene e si sta riportando nelle zone alte. All’inizio – continua – probabilmente ha avuto dei problemi, ma ho sempre pensato che la sua classifica è quella che attualmente occupa. Noi dobbiamo giocare questa gara con una determinazione particolare, la stessa cosa dovremo fare negli altri due incontri, contro Monza e Padova. Guai a commettere errori, al contrario è necessario affrontare ogni palla in maniera intelligente”. Fatalmente è stata proprio Piacenza a mettere a nudo i vizi della M.Roma. “Già – ricorda Boninfante – dopo quella sconfitta qui al Palazzetto, abbiamo conosciuto un’altra realtà e siamo stati assaliti da prestazioni altalenanti. Sono venute prove discrete, ma anche prove negative. Ora abbiamo ritrovato il gioco e quella unità tecnica di gruppo che ci aveva portato a vincere nel girone di andata e che, ultimamente, ci ha fatto fare una bella figura contro Trento e vincere contro Ravenna”. Piacenza, come ha spiegato il regista neroverde, potrebbe essere la chiave di volta della stagione della M.Roma. “Per la fine del campionato ci sono questi tre incontri. È nostro dovere dare un significato all’annata, chiudendo in maniera onorevole. Mai siamo partiti battuti, però, e proprio in queste ultime occasioni, dobbiamo fare nostra ancora questa filosofia. Perché la vera Roma è quella vista nelle ultime partite. È vero – riprende Boninfante – la gara con Ravenna sembrerebbe poco attendibile per confermare che siamo in crescita, a causa della mancata reazione dei romagnoli, ma contro Trento, in cui la pressione è stata superiore, ce la siamo cavata molto bene e avremmo potuto, addirittura, conquistare dei punti”. Boninfante condivide solo in parte che la risalita della M.Roma sia dovuta anche alle sue prestazioni, al fatto che, più che in altre occasioni, si sia vista l’intesa con i compagni. “Ora – spiega – mi sento molto bene. I problemi fisici che mi hanno frenato nelle passate settimane non sono del tutto spariti, ma li avverto con minore frequenza. Cerco di entrare sempre in partita nella maniera giusta, dare una mano perché anche i compagni possano essere determinanti, soprattutto nei momenti più delicati. Quella del palleggiatore – conclude – è una vita un po’ particolare: se perdi, la tua prestazione è sotto gli occhi di tutti e nel mirino dei critici; se vinci, sono in pochi a ricordare che anche il palleggiatore ha dato il suo contributo. Il ruolo è importante, perché comporta l’apertura del gioco e la regia di tutte le azioni, ma per certi versi diventa un handicap. Io lo so come funziona, per cui se qualcuno mi critica non mi creo problemi”.
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