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martedì 6 marzo 2012

PRESIDENZIALI USA: ARRIVA IL SUPER TUESDAY – di Nicola Gallo

Ci siamo, a quasi cinque mesi dal nostro primo appuntamento con le Presidenziali Usa di metà agosto quando era tempo “solo” di “straw poll” in Iowa. Ora, dopo i primi caucuses dell'Iowa di inizio gennaio 2012, siamo già a poche ore dal Super Tuesday, il super martedì in cui si vota in ben dieci stati americani. I repubblicani scelgono un antagonista credibile al presidente uscente Barak Obama, ma è una corsa che non scalda i cuori ne sembra impensierire più di tanto l'odierno inquilino della Casa Bianca.
Paul e Grinrich sono in corsa per forza d'inerzia, la grande sorpresa Santorum non ha i fondi ed il sostegno dal partito democratico come Romney, l'ex governatore del Massachusetts sostenuto dall'establishment democrat, ma che poco convince gli elettori. Avanti dopo i delegati assegnati nei primi stati al voto, ha subito lo smacco in Michigan, lo stato di cui il padre di Mitt era stato governatore, di una vittoria risicatissima, ancor più amara se si pensa che John Mc Cain, quattro anni fa aveva perso nettamente dallo stesso Rommey, prima di aggiudicarsi le primarie repubblicane e sfidare senza successo Barak Obama. Una notte quella che ci avviamo a vivere dall'esito incerto con nessuna certezza per i due sfidanti principali alla nomination democratica, per l'ex senatore della Pennsylvania probabilmente è la grande occasione per rovesciare i pronostici, per il favorito l'opportunità per dimostrare di meritare sul campo l'investitura.. Come in Michigan Rick Santorum parte favorito in Ohio, altro stato industriale come la sua Pennsylvania, il test più importante della nottata, da vedere se gli investimenti di Mitt Romney produranno un altro sorpasso al fulmicotone come a fine febbraio, senza dimenticare che la corsa di Grinrich è al capolinea. Importante l'aspetto riguardante l'ex speaker della Camera, che attinge ad un elettorato ultra conservatore e campione della destra evangelica come Santorum, che potrebbe ereditare i suoi elettori. Rischia di fare da ago della bilancia il “vecchio” Ron Paul, campione dei giovani repubblcani in questa prima fase delle primarie con la sua politica radicaleggiante che punta forte sul liberismo. Staremo a vedere, poche ore alla chiusura dei seggi e all'inzio dello spoglio negli stati interessati, mentre Obama assiste più divertito che preoccupato alla lotta nello schieramento avverso, le preoccupazioni arrivano da un economia in difficoltà in uno scacchiere mondiale indebolito da una crisi che sembra non finire mai.

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