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venerdì 27 aprile 2012

BARCELLONA: MES QUE UN CICLE – di Nicola Gallo


E' finita, non c'è niente da fare... e lo dice un tifoso del Barca e di Guardiola. Finisce un ciclo e si parla di una squadra che ha segnato un epoca, pur vincendo meno del meritato e meno di quanto fatto da altri club che hanno segnato la storia del calcio mondiale (il Real Madrid di Puskas e Di Stefano, l'Ajax di Cruijff, di Bayern di Beckenbauer e Gerd Muller citando solo chi ha vinto tre coppacampioni di seguito).
Non dimenticando le 3 vittorie, nella massima competizione europea in sette anni (più due semifinali),  finisce male purtroppo, anche perchè è stata talmente grande la grandezza, la superiorità di questa squadra che il tonfo non poteva essere che pesante e squassante. Non sarebbe servito passare il turno contro il Chelsea, in finale di Champions sarebbe partita sfavorita e probabilmente sarebbe stata sconfitta che fosse stato Bayern o il  Real l'avversario, l'innocenza, quell'aurea d'invincibilità nelle grandi partite era stata persa sabato sera in un Nou Camp che ha assistito impotente dal blitz di Mourinho e soci. Ha non poche colpe Pep Guardiola, reo di aver accompagnato al disastro questa squadra. L'ex centrocampista, prima dello stesso Barca poi di Roma e Brescia, ha molte responsabilità in questa fine ingloriosa di stagione, al di là dei pali, del catenaccio che è diventato l'unico modo per fermare la magnifica macchina blaugrana. E il segno non è neanche l'insistenza ossessiva su Cuenca e Tello, né nel dogma di una difesa a tre con troppi rischi e pochi vantaggi, ma nella dipendenza esagerata da Leo Messi nel 2012. I 63 gol della pulce argentina rischiano di essere la grande foglia di fico di questa stagione, il secondo tempo imbarazzante di martedì il segno di come fermatosi l'argentino si ferma molto se non tutto di questa versione del Barca. Questo considerando il miglior Xavi in termini di gol in carriera, l'ottimo ritorno di Fabregas, il buono, ma non eccezionale inserimento di Alexis Sanchez, soprattutto in termini di realizzazioni, senza dimenticare mai la grave perdita di David Villa ad inizio stagione. Si volta pagina, presumibilmente, con Guardiola verso altri lidi ed una squadra che va più che altro rinfrescata, rammentando che Pujol e Iniesta non sono eterni e che una punta da affiancare a Messi ci vuole. Probabilmente si riaprirà un altro ciclo, chissà forse con lo stesso allenatore, andrà ricreata la dimenticata magia, un alchimia diversa con la linfa nuova di giovani come Alcantara da cui ripartire e ricostruire, le basi la rinomata Cantera danno immutate possibilità di un futuro luminoso.

Alè Barca, mes que un club !


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