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lunedì 9 aprile 2012

GOLF: ANCORA UN MANCINO MASTER CHAMPION'S - di Nicola Gallo

All'Augusta National non è stato importante essere mancini per quasi settantanni, a dispetto di un percorso in cui diverse buche sono orientate da destra verso sinistra. Dal 2003 cinque successi sono stati appannaggio di mancini, tre volte "Lefty" ossia Phil Michelson si è laureato Master Champion's, l'ha anticipato come primo mancino il canadese Mark Weir, ora ha rimpolpato questo ristretto club di vincitori Bubba Watson che alla seconda buca di Playoff si è guadagnato l'onore di indossare la sua prima "Green Jacket" e di vincere il primo major della sua carriera.
L'istinto dell'americano ha trionfato a dispetto della tecnica e dell'esperienza, visto che è solo al quarto Masters in carriera, come quel Louis Oosthuizen ultimo ad arrendersi al trentaquattrenne della Florida. Nel colpo decisivo di Bubba c'è tutto il vincitore del primo slam 2012, dal bosco della 10, seconda buca dei playoff, palla in bandiera, il putt sbagliato come alla 18, prima buca del sudden death, non gli ha impedito di vincere. Non è bastato l'albatros del sudafricano alla buca 2, un doppio Eagle (-3), colpo del torneo, che l'ha fatto balzare in testo fino alla rimonta del vincitore, fantastico nell'infilare 4 birdies tra la 13 e la 16 dopo il par complessivo sino a metà Amen Corner. Torneo di alto livello con un leaderboard popolato di grandi campioni, il quartetto dei terzi parimerito è composto da un Michelson, deluso dal terrificante "6" al par 3 della 4 (col drive colpita in pieno la tribuna, tragica la scelta di giocare dal bosco e di non tirare dal drive per il bogey), da un Hanson poco fortunato nel giro finale, un ottimo Matt Kuchar per pochi minuti primo con Oosthuizen dopo l'eagle alla 15 e l'ottimo Westwood della domenica a dispetto di tre bogey segnati ieri. Grandi rimonte riuscite a Poulter, Scott e Rose per arrivare top 10, idem per Na che si guadagna al di là del World Ranking l'invito al Masters 2013, mancato di poco da Bo Van Pelt che ha segnato un fantastico 64, senza bogey, nella mattinata di domenica condito da un hole in one alla 16 e un eagle alla 13. Italiani in chiaroscuro, Francesco Molinari ha lottato, sino alla 17 di sabato, per il Masters: i due bogey finali con il brutto inizio di domenica l'ha relegato ad un diciannovesimo posto che è si il miglior piazzamento in un Masters in carriera, ma che lascia il rimpianto per una top ten meritata visto il solito gran gioco da tee a green. Edoardo Molinari relegato nelle ultime posizioni, non è riuscito dopo aver sofferto per passare il taglio a cambiare marcia, come nel 2011. Delusi i favoriti della vigilia, di Michelson vincitore annunciato ieri mattina abbiamo già detto, mai in gara Tiger Woods fino 40° al pari di Rory Mcilroy, poco più avanti il numero uno del mondo Luke Donald che ha salvato una settimana più che negativa con il 68 del giro finale. Si difendono tanti Master Champion's come l'amatissimo Fred Couples ancora una volta top 15 da ultra cinquantenne, mai in gara il defending champions Charl Schwartzel e i vincitori del 2009 e del 2008 Trevor Immelman e Angel Cabrera. Appuntamento all'Us Open, ospitato in California precisamente all'Olimpic Center di San Francisco.

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