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lunedì 5 settembre 2011

L’ETERNA GUERRA DI SEGRATE – di Eretico

Ah il Ciarra, che personaggio fantastico. Che spettacolo a distanza di anni, ricordare una storia “poetica”, fatta di “ideali”, “sacrificio” e “generosità”:

la guerra di Segrate !



Si scherza, perdonatemi nella mia cava il tempo passa lento ed il caldo batte forte, il turbante e il tamburello (parafrasando Renato Carosone) non bastano a lenire gli effetti dell’arsura.

Che bellezza leggere, su Panorama di quest'estate, il testo di un’intervista di Giuseppe Ciarrapico, l’ex Re delle acque minerali, fedelissimo del Divo Giulio, mediatore ai tempi della trattativa Cir – Fininvest sulla Mondadori.

Storia singolare, infinita direi, la guerra dei decenni, come amo chiamarla io, Arnoldo mondadori moriva nel 1971, nel 1991 la sentenza della procura di Roma pro-Berlusconi, nel 2001 il nuovo rinvio a giudizio per i giudici e Cesare Previti.

Insomma si doveva vendere sottocosto la Mondadori all’Ingegner Carlo De Benedetti non si sa per quale diritto divino (diciamo con la regia di un certo Professore, Romano Prodi, per non fare nomi e cognomi, che all’epoca guidava l’Iri, o per meglio dire l’affondava…).

In questo delirio la figura di Ciarrapico, intervenuto, a suo dire, senza guadagnarci nulla, sconsigliato al grido di  "Ma chi te lo fa fare ?" da uno sconsolato Giulio Andreotti, assurge toni lirici da melodramma o da sceneggiata napoletana, ma è importante per un particolare:

ci ricorda nell'intervista data a Maurizio Tortorella sul settimanale Mondadori a fine luglio, che lo stallo tra la Cir dell’Ingegnere e la Fininvest del Cavaliere fu risolto con il suo intervento e che fondamentale fu il paragrafo numero 11 del famoso Lodo in cui le parti si impegnavano "di non avere più nulla da pretendere", condicio sine qua non voluta dai contendenti.

Insomma violato questo paragrafo l'accordo del 1991 sarebbe nullo, ma forse mi sbaglio io e la logica, riconosco la mia avversione per l’Ing. ed i suoi fallimenti nazionalizzati, nelle perdite, ed il mio essere con Marina B. che allo stesso giornale “di famiglia” aveva il numero prima dato un intervista armata di machete e banderillas, ma è difficile non prendere le parti del Cavaliere.

C’è poco da fare, si può condividere o meno il Cav. (con questa finanziaria sono profondamente per il pollice verso pur protetto dalle ganasce fiscali dalla lontananza e latitanza afgana), ma i 560 milioni di Euro di risarcimento a De Benedetti fanno ridere, come la storia, meravigliosa, della corruzione per il solo giudice Metta e non per gli altri due (Arnaldo Valente e Giovanni Paolini), che spergiurano di aver giudicato Berlusconi giusto acquirente per il gruppo Mondadori anni ed anni fa.

Ne sono passati di anni, il conte Carlo Caracciolo è morto (pace all’anima sua), Scalfari ci delizia la “sola” domenica con gli editoriali, De Benedetti e Berlusconi sono protagonisti sempre su barricate divise e distanti, ma il libro “La guerra di Segrate” di Giampaolo Pansa è sempre attuale perché la battaglia non è mai finita e c’è da scommetterci che finchè Berlusconi sarà in politica non finirà mai

P.S. 

Mi piacerebbe essere smentito, giuro, in questa chiave di lettura, sicuramente di parte, anzi vorrei dare al Gruppo di De Benedetti gli elementi per quelerarmi, la sfida è lanciata a chiunque voglia e possa dimostrare che ha ragione l'Ingegnere, perchè se no al di là dei soldi, c'è in gioco la reputazione di un potere quello della magistratura, che da questa vicenda tra sentenze smentite ripetutamente, corruzione vera o presunta ne esce con le ossa rotte, da qualunque angolazione si giudichino i fatti.


1 commento:

  1. Torna a scrivere per noi Eretico, il nostro editorialista dall'Afganistan. L'attenzione alla lotta tra Cir e Fininvest per il controllo della Mondadori di circa vent'anni fa.

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