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martedì 15 novembre 2011

CON LA MORTE DI FRAZIER LA BOXE PERDE IL SUO GANCIO SINISTRO - di Giuseppe Di Maggio

"Il mondo ha perso un grande campione. Mi ricorderò sempre di Joe con stima e ammirazione: i miei pensieri ora vanno alla famiglia e a suoi cari". Ha dovuto attendere la morte il grande Joe Frazier per avere il giusto riconoscimento dal Mohammed Alì il rivale di tre memorabili battaglie che hanno infuocato la boxe degli anni settanta. A 67 anni Smoking Joe,indimenticato ex campione del Mondo dei pesi massimi, si è arreso ad un tumore al fegato che aveva ridotto il suo fisico una volta possente a quello di una larva e lo spento il suo sguardo da guerriero.
Joe William Frazier nasce il 12 gennaio del 1944 a Beaufort e non ebbe come tutti gli uomini di colore un'infanzia e adolescenza facile in un 'America molto più razzista di quella odierna. Figlio di Rubin un contadino( che vende a domicilio i prodotti che coltiva),tipo eccentrico che si mette spesso nei guai il giovane Joe segue spesso il padre e la strada piuttosto che la scuola diventa la sua plaestra di vita. All'età di otto anni l'avvenimento che segna la sua vita e quella della storia dei pesi massimi: quando dopo essere entrato nel recinto degli animali, davanti alla casa di famiglia nella Contea di Beaufort (South Carolina) comincia a molestare con un bastone un grosso cinghiale. Per sfuggire all'animale corre veloce e salta lo steccato ma purtroppo, essendo il cancello del recinto aperto, il cinghiale sta per raggiungerlo. Mentre scavalca un muretto per mettersi in salvo, Joe sbatte violentemente con il braccio sinistro sui mattoni e la botta violenta storce la spalla, ma nonostante il dolore non può farsi curare perchè il padre non ha i soldi per una visita dal dottore, quel braccio quindi non viene ingessato e col tempo andare a posto da solo. Tuttavia non sarà più lo stesso,perchè Smoking Joe non potrà più stendere il braccio per intero, non potrà muoverlo come la maggior parte delle persone.L'handicap che sembrerebbe precluderli una dignitosa vita lavorativa in realtà si rivelerà un dono del cielo: quel braccio che non può stendersi in modo ortodosso diventerà un 'arma micidiale per per tirare il più terribile gancio sinistro che la Boxe ricordi. Si può dire che la leggenda del gancio sinistro di Smoking Joe sia nata grazie ad un cinghiale... Quel gancio sinistro farà tremare per un ventennio i pesi massimi di tutto il Mondo,perché fin da subito Joe capisce che la sua strada verso il riscatto è la Boxe. Eppure da dilettante un onesto pugile,Buster Mathis, 20 chili più pesante e tredici centimetri più alto di lui, lo batte in finale nei trials olimpici. Sembra la fine dei suoi sogni,ma il fato lo aiuta: Buster si frattura un dito in allenamento e deve rinunciare all’Olimpiade del '64 a Tokyo. Joe ne prende il posto e sbaraglia il sovietico,dilettante solo sulla carta, ed il tedesco in finale. E' oro olimpico,ma appena torna a Philadelphia,dove si è ormai trasferito da tempo appena iniziata la carriera di pugile,non ci sono ingaggi come professionista perchè un altro Oro olimpico,Cassius Clay(il futuro Muahmmed Alì)lo oscura, è lui la stella del momento:alto,bello,elegante e carismatico. Anche se poco politically correct nelle interviste verso i bianchi,ma la gente accorre a vederlo e buca lo schermo. Joe Frazier ottiene degli aiuti dai suoi concittadini dopo che la sua difficile storia viene raccontata su un giornale locale ed almeno inizia a combattere per piccole borse,ma nonostante vinca sempre,anche se con l'argentino Bonavena finisce due volte giù nel secondo round e vince per un'incollatura ai punti,non fa breccia nel cuore degli appassionati. Tozzo,pur essendo 1.80,scimmiesco nello stile di combattimento e poco carismatico rispetto ad Alì(lo sarebbero stati tutti). Dunque sembra dover vivere per sempre all'ombra di Clay,ma il destino spariglia nuovamente le carte:per essersi rifiutato di arruolarsi nell'esercito per combattere in Vietnam Clay viene privato del titolo e soprattutto gli viene revocata la licenza di pugile ingli States e quindi è fuori gioco. E Frazier ne approfitta:prima il 4 marzo del 68 conquista il titolo dello stato di New York battendo la sua vecchia bestia nera " Mathis per ko all'undicesimo round poi 2 anni più tardi , il 16 febbraio, demolisce in soli 5 round il campione della Wba Jimmy Ellis,uno degli sparring di Alì,che non si rialza dallo sgabello. Smoking Joe (soprannome che diedero a Frazier perché combattendo come una furia sul ring anche durante gli allenamenti sembrava che i suoi guantoni "fumassero"tanto venivano messi in azione tanto che il suo primo trainer Yank Durham prima di ogni sfida urlava nello spogliatoio di fare sempre questo sul ring per vincere) è campione indiscusso ed undisputed dei massimi,ma la critica considera l'altrettanto imbattuto Clay-alì ancora il vero campione e non avendolo potuto finora affrontare e detronizzare non è consideerato il legittimo sovrano della Boxe.Un moderno Giovanni senza terra. Ma sono gli anni settanta e ormai la guerra in Vietnam non più così popolare ed i discorsi di Alì agli occhi dei media orma sono menno sovversivi rispetto al passato e quel Labbro di Lousville manca moltissimo al pugilato,e poi la sfida con Smoking Joe smuoverebbe milioni di dollari e sarebbe un affare per tutti,pugili compresi. Perché è con quel match che i moderni gladiatori iniziano a guadagnare cifre a 9 zeri e la Boxe più che spettacolo da arena o da stadio diventerà,come e più del calcio,spettacolo televisivo globale. Capita l’antifona Alì e Frazier,soprattutto il primo,si incontrano in macchina a trattare gli aspetti di merchansanding per promuovere il match che si svolge al Madison il 7 marzo del ’71 e che resta il match più importante nella storia della Boxe. Alì come era suo costume ci va giù pesante nel denigrare l’avversario,definendolo Gorilla o Zio Tom,l’offesa peggiore che un nero possa fare ad un altro;Frazier incassa ,reagisce verbalmente e non si fa smontare psicologicamente e vince nettamente ai punti infliggendo all’ultimo round al rivale un Kd .Naturalmente con uno dei suoi ganci sinistri. E’ il suo apice,sembra che sia imbattibile e debba battere il record(49 vittorie senza sconfitte) di Rocky Marciano:viceversa quegli infernali 15 round logorano nel breve più lui che Alì,e la rovinosa sconfitta contro George Foreman un pugile che fisicamente era il doppio di lui ed era un po’ più potente non deve sorprendere,ma arriva dopo soli due round e Smoking Joe finì giù ben sei volte. Poi viene la rivincita con The Greatest (molto scialba e persa ai punti) e la bella ,Trilla in Manila che rimane il match più entusiasmante e selvaggio che abbia mai visto. Quattordici round in cui entrambi arrivano vicini alla morte,per il caldo torrido e per i colpi che si scambiano e solo per la testardaggine di Eddie Futch,trainer di Frazier,che lo obbliga a ritirarsi Frazier non disputa un ultimo round che poteva essere fatale.Per lui e per suo rivale Alì. Ma la loro carriera ad alto livello finisce quella notte. Frazier fece un altro match con Foreman e lo perse per Ko e concluse con un record di 32 vittorie(27 per ko),4 sconfitte (ma battuto solo da Alì e Foreman)ed un pari nell’ultima esibizione sul ring;provò ad allenare il figlio Marvis ed a portarlo in vetta tra i massimi. Ma il talento non si trasmette spesso nei geni paterni e Marvis fu spazzato in un round prima da Holmes e poi da Tyson. Frazier continuò a gestire una palestra a Philadelphia e per anni il suo nome rimase legato a quello di Alì nelle celebrazioni annuali del pugile e sportivo più celebre di tutti i tempi. Frazier era citato come il rivale per antonomasia,ma nessuno si degnò di scrivere biografie o fare film su di lui. Poi ci provò la figlia Jacqui a calcare il ring,ed organizzatori che non amano la boxe,maschile e femminile, la misero di fronte alla figlia di Alì per un penoso revival delle sfide dei loro genitori .Uno spettacolo penoso che certo non rese orgogliosi né Ali né Frazier che non divennero mai amici nel senso letterale del termine ma si rispettavano. Il primo si pentì di essere andato giù pesante e diventato più riflessivo dopo il Parkinson cercò di frequentarlo più spesso,ma Joe forse non perdonò del tutto all’avversario certe frasi. E inconsciamente o non fu sempre invidioso della sua popolarità e che i critici lo ritenessero superiore a lui. La vasta letteratura sui pugili “suonati” vuole un ex pugile quasi sempre finire subito dopo il ritiro nella polvere e senza soldi : drogato o alcolizzato, assassino oppure ucciso. Viceversa Frazier non finì sul lastrico ,comprò due case a Philadelphia, la vecchia piantagione del South Carolina divenne sua ed ebbe per anni una vita serena anche se con un divorzio alle spalle. Poi arrivarono i brutti momenti,i problemi economici,personali ed il declino fisico,cose che non riguardano solo i vecchi pugili ma tutti gli esseri umani. Il destino ha voluto che fosse lui a lasciare questo mondo prima di Alì che invece sembrava tra i due quello più fragile nella vecchiaia,perché Frazier è invecchiato praticamente nell’ultimo anno,di colpo. Come era invecchiato di colpo,pugilisticamente parlando,dopo la vittoria del Madison sul the Greatest. E’ stato un grande indipendentemente da quella vittoria e se la fama di Alì ha varcato lo sport ebbene lo si deve anche a quello che è stato il suo rivale per antonomasia. Oltre ad essere “il gancio sinistro” per antonomasia della Boxe.



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