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giovedì 26 gennaio 2012

MARINO: IN RICORDO DELLA SHOAH - La Redazione

Il 27 gennaio 2012, nel sessantasettesimo anniversario dell’abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, si celebra il «Giorno della Memoria», ricorrenza istituita dal Parlamento Italiano con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 per ricordare «la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che subirono la deportazione, la prigionia e la morte e tutti quelli che,anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, mettendo a rischio la propria vita per salvare tante altre vite e proteggere i perseguitati».
La Città di Marino si unisce a tutti i Comuni italiani nelle celebrazioni, esponendo a mezz’asta, sulla sede municipale di Palazzo Colonna, le bandiere nazionale ed europea, in segno di memore omaggio alle vittime dell’olocausto e persecuzioni del popolo ebraico. «Il 27 gennaio del 1945, data che tutta l’Italia ricorda – dichiara il Sindaco Adriano Palozzi - venivano aperti i cancelli di Auschwitz. Per la prima volta il mondo conobbe gli orrori del genocidio nazista contro il popolo ebraico. Lo scenario e le immagini strazianti rivelate al mondo da quel giorno sono, ancora oggi, impressi nella mente e nei cuori di tutti». «Ci uniamo, come ogni anno - prosegue il Sindaco – al ricordo dei caduti che la comunità ebraica ha pianto, per quella che è stata una vera e propria stagione di orrore e follia perpetrata dalla dittatura nazista, consapevoli che il profondo dolore per quanto è accaduto, è ancora vivo in quanti allora ne furono testimoni, e in tutti noi oggi». «Ci auguriamo, apprestandoci ad onorare il Giorno del Ricordo a memoria dei martiri delle foibe istriane e le celebrazioni commemorative del 68° anniversario del Bombardamento della Città di Marino – auspica il Primo Cittadino - che gli oltre sei decenni trascorsi dai quei tragici eventi che hanno unito i popoli in un unico pianto, possano favorire il moto d’animi mirato ad una memoria che sia sempre più realmente condivisa. In nome dell’unico popolo italiano da noi formato, come recita l’articolo 3 della nostra Costituzione, sul principio dell’uguaglianza dei diritti umani».

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