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martedì 8 maggio 2012

POLITICA: LA PRIMA E L'ULTIMA CHIAMATA - di Andrea Titti

Prendo spunto da un post su facebook scritto da una mia cara amica, militante e dirigente di partito sul territorio, impegnata nel sociale che guarda alla realtà di oggi proponendo questa riflessione che vi sottopongo: "Quando un'azienda va verso il fallimento si cambia la classe dirigente e il prodotto. Nella politica Italiana invece la vecchia classe dirigente chiude l'azienda e ne apre un'altra, identica cambiandole nome".

Da questa frase potremmo partire per provare a spiegare, non solo il risultato delle elezioni amministrative, ma soprattutto l'attuale situazione del nostro Paese. Cosa hanno voluto dire alla politica ed a chi ci governa sui territori i cittadini? Credo fondamentalmente due siano i messaggi: uno rivolto ai partiti ed ai politici ancora oggi in auge, al fine di cambiare volti e contenuti nella loro azione, l'altro a chi arriva ora alle ribalte della scena, entrando per la prima volta nelle Istituzioni rappresentative come gli esponenti del Movimento Cinque Stelle di Grillo. I dati, mostrando il crollo di intere aree di rappresentanza, come quella che fino a ieri si definiva di "centrodestra", sciogliendo di fatto il Pdl, annichilendo la Lega Nord e sostanzialmente rifiutando il nebuloso progetto terzopolista moderato che si vagheggiava sotto il nome di "Partito della Nazione", ci dicono di come gli elettori hanno respinto nella sua totalità chi oggi rappresenta la politica, i politici, quella classe dirigente, che dal 1994 ha retto le sorti dell'Italia. Nel centrodestra l'esplosione è più fragorosa perchè esso stesso è nato da una situazione di cambiamento e travaglio, simile a quella odierna, ed in questi anni non ha saputo stratificare nella società Italiana una cultura politica all'altezza, proponendo modelli inadeguati, nella forma e nella sostanza. A sinistra, o nell'area che fino ad oggi si opponeva al berlusconismo gli effetti dell'ondata sono appena attutiti, sia perchè il trovarsi, negli ultimi otto anni su dieci all'opposizione parlamentare ha facilitato il compito e sgravato da qualche responsabilità, sia perchè ha radici ben più piantate in seno al tessuto sociale italico. Ma se la situazione è simile agli inizi degli anni '90, si possono individuare delle differenze che rendono lo status quo attuale ancor più incerto. L'assenza di una figura nuova di riferimento che sia catalizzatore del consenso e che ci metta la faccia ad esempio. Una figura estranea al sistema ma non alla politica come lo è stato Gianfranco Fini nel 1993, che, volente o nolente è stato il punto di rottura, con l'esito delle elezioni amministrative di Roma, per una fase politica, aprendo una stagione nuova, capace di far entrare intere generazioni all'interno del circuito istituzionale, fino a quel momento o emarginate o disinteressate, destinate all'astenzionismo. Ecco quindi che la risposta di oggi alla crisi politica ancor prima che economica, viene interpretata e canalizzata dal Movimento Cinque Stelle, il quale fornisce una sua alternativa, al momento credibile per fasce di elettorato non trascurabili. Una risposta collettiva anzichè di una singola leaderschip come lo è stato negli anni '90. Con l'irruzione di questa variabile però, è ancor più chiara la volontà dei cittadini, ossia l'insostenibilità dell'attuale classe dirigente, dei suoi metodi e della sua inconcludenza in termini di produttività, risultati, metodologia e comportamenti. Camuffamenti, mascheramenti, chirurgie plastiche e qualsivoglia tentativo cosmetico saranno rifiutati in toto. Cambiare il nome ad un partito mantenendo la medesima nomenclatura al timone suonerebbe come una presa in giro più che un modo per venire incontro alle esigenze dell'oggi. Inoltre, se fino ad oggi tutto ciò che gravitava fuori dal circuito istituzionale, e agiva con toni discussi e discutibili, si classificava come "antipolitica", va ridefinito e riconsiderato, sia da chi si pone in modo critico verso di loro sia per chi se ne sente sostenitore. Con la presentazione in tutta Italia di liste elettorali e l'elezione in molti casi di nutrite rappresentanze nei consigli comunali e nelle giunte (è arrivato anche il primo Sindaco a Cinque Stelle in provincia di Vicenza) infatti, anche i grillini sono a pieno titolo politici, come gli altri. Questo impone agli altri una più attenta analisi e considerazione della piattaforma politica proposta dagli aderenti al Movimento di Grillo ed agli stessi stellati la responsabilità di saper tradurre in fatti le loro posizioni politiche e programmatiche, nella realtà e non più soltanto declamandole su internet ed in simpatici comizi. Dalle città al voto è arrivato l'ultimo appello per i politici attuali e la prima chiamata all'assunzione di responsabilità verso i "nuovi", saranno entrambi all'altezza di rispondere agli Italiani? 


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