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sabato 6 agosto 2011

HIROSHIMA: DAL CIELO LA MALEDIZIONE DEGLI UOMINI - di Carla Righetti

Alle 8:16 del sedici Agosto, avendo il Presidente Truman deciso di dare un colpo unico e totale al Giappone che sembrava destinarsi al suicidio piuttosto che alla resa, Little Boy viene lanciato sulla città portuale di Hiroshima, zona industriale e bellica importante per i rifornimenti. Nel Marzo del 1945 il bombardamento di Tokyo aveva causato 100.000 vittime, non era certo la prima volta che il Giappone veniva colpito duramente. Eppure, il 6 Agosto a morire furono, nel primo impatto, dalle 70.000 alle 80.000 persone solo nel primissimo periodo (sui 255.000 che vivevano a Hiroshima), quasi completamente civili - d'altronde, i venti che sferzano le isole giapponesi non rendevano semplice e preciso nessuno dei bombardamenti.
Alla bomba atomica su Hiroshima seguì, a tre giorni, quella di Nagasaki (fondamentale centro di produzione di munizioni), portando tra 100.000 e 200.000 le vittime immediate dei bombardamenti atomici, 350.000 negli anni successivi e incalolabili di lì fino ad oggi. Tutto Agosto fu un mese di bombardamenti per decine di città giapponesi, Tokyo e Kobe tra le più colpite.

La decisione di quale città colpire con la bomba atomica ricadde soltanto alla fine su Hiroshima, giacchè l'obiettivo più appetibile era stata, dapprima, Kyōto, l'antica capitale del giappone, la memoria storica che, con edifici, usanze e costumi ancora ben vivi e radicati nei quartieri antichi portava con sé, in tutta evidenza, ancora la matrice culturale, l'identità storica e sociale, di un Giappone che si era affacciato al mondo Europeo e mondiale da neanche un secolo. Si decise poi di risparmiare l'antica capitale, rivolgendosi ad altri obiettivi, tra cui alla fine fu scelta per Hiroshima perché soltanto Hiroshima, tra le città tenute in considerazione, non aveva nei dintorni campi di prigionieri di guerra.

L'allarme aereo scattò, segnalando non più di tre aerei. Non si poteva sapere che uno di quelli portava Little Boy e che la bomba sarebbe stata lanciata per poi esplodere a 580 metri da terra, disintegrando all'istante il 90% degli edifici di Hiroshima. Uno degli aerei americani, Necessary Evil, aveva il semplice scopo di fotografare l'evento per trasmettere al mondo la grandezza dell'attacco americano.

L'Esercito Imperiale e la Marina Imperiale giapponesi erano le componenti dominanti del Governo, che non avevano ammesso nessun accordo di pace con gli Alleati. Gli stessi capi civili giapponesi, solo dopo la bomba atomica furono in grado di dirottare l'azione politica del Giappone verso una pace che, almeno, avrebbe salvato la popolazione dalla unilaterale volontà dei militari di vincere o morire, dalla dichiarata guerra totale. Il venir meno dell'azione giapponese sull'Asia permise anche la liberazione dei prigionieri di guerra, anche occidentali, chiusi nei campi di concentramento giapponesi). 

Indiscutibilmente, fu raggiungo l'obiettivo. Ci si chiese se, probabilmente, si sarebbe potuto fare altrimenti o se il Giappone non abbia dovuto subire che un male necessario, una forma di improrograbile terrorismo di stato (come è stato anche definito). La spaccatura tra oltranzisti della guerra e coloro che volevano la pace, nel governo giapponese, incluso l'Imperatore Hirohito, ebbe fine, portando alla pace, ma il Giappone avrebbe dovuto comunque dichiarare la resa incondizionata e la perdita di quel che aveva portato i soldati a combattere: la divinità di un Imperatore, la sacralità del Giappone. Un amore che, nella morte, vedeva la più grande aspirazione, il sigillo d'oro.

Il finale del discorso del 14 Agosto, fatto da Hirohito, è rimasto famoso nella storia:

"However, it is according to the dictates of time and fate that We have resolved to pave the way for a grand peace for all the generations to come by enduring the unendurable and suffering what is unsufferable"

"Tuttavia, è in armonia coi dettami del tempo e del fato che Noi abbiamo deciso di lastricare una strada, in preparazione di una grandiosa pace per le generazioni a venire, sopportando l'insopportabile e soffrendo quel che non si può soffrire".

1 commento:

  1. Ricordiamo il 6 Agosto del 1945, quando in prima mattinata la città portuale di Hiroshima fu quasi completamente spazzata via dalla bomba atomica. Capire e ricordare sono i doveri imprescindibile di ciascuno di noi, occidentale o orientale. Oggi, siamo con il Giappone.

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