Il Comune di Albano Laziale ha convocato una nuova riunione dei sindaci di bacino. All’ordine del giorno ci saranno punti fondamentali per la battaglia contro la costruzione dell’inceneritore recentemente autorizzata dal Consiglio di Stato e la più generale salvaguardia del territorio e dell’ambiente della zona, quella di Roncigliano, sede di discarica. Come primo punto ci sarà la richiesta di condividere il percorso che porti alla caratterizzazione idrogeologica del sito (e la eventuale successiva bonifica), di cui Albano si fa promotore nonostante non ne abbia la diretta competenza amministrativa.
La falda, infatti, non interessa solamente il Comune di Albano ma almeno altri quattro Comuni e sarebbe quindi la Regione Lazio l’ente preposto a tale operazione. Al tavolo Albano chiederà ai sindaci anche di sottoscrivere una richiesta alla Asl Rm H per l’aggiornamento dello studio epidemiologico della zona, con lo scopo di evidenziare eventuali situazioni anomale a salvaguardia della salute dei cittadini. I legali del Comune hanno sconsigliato il ricorso alla Corte di Giustizia Europea in quanto presenta aspetti di dubbia efficacia nell’impedire la costruzione dell’impianto e far valere le ragioni della città di Albano. Mancherebbe il presupposto fondamentale, ovvero la violazione “grave” della normativa comunitaria rispetto al giudizio del tribunale espresso in sede nazionale. Ciò nonostante, l’amministrazione ha dato loro mandato di garantire il massimo supporto, anche con la stesura di specifiche memorie, all’azione legale intrapresa dai Comitati. Prima di procedere ad ulteriori iniziative legali è indispensabile dimostrare, in linea preventiva e in maniera scientificamente inappellabile, lo stato di sofferenza dell’area e la conseguente impossibilità ad ospitare un impianto di incenerimento. La caratterizzazione idrogeologica rappresenta, quindi, l’azione fondamentale.
La falda, infatti, non interessa solamente il Comune di Albano ma almeno altri quattro Comuni e sarebbe quindi la Regione Lazio l’ente preposto a tale operazione. Al tavolo Albano chiederà ai sindaci anche di sottoscrivere una richiesta alla Asl Rm H per l’aggiornamento dello studio epidemiologico della zona, con lo scopo di evidenziare eventuali situazioni anomale a salvaguardia della salute dei cittadini. I legali del Comune hanno sconsigliato il ricorso alla Corte di Giustizia Europea in quanto presenta aspetti di dubbia efficacia nell’impedire la costruzione dell’impianto e far valere le ragioni della città di Albano. Mancherebbe il presupposto fondamentale, ovvero la violazione “grave” della normativa comunitaria rispetto al giudizio del tribunale espresso in sede nazionale. Ciò nonostante, l’amministrazione ha dato loro mandato di garantire il massimo supporto, anche con la stesura di specifiche memorie, all’azione legale intrapresa dai Comitati. Prima di procedere ad ulteriori iniziative legali è indispensabile dimostrare, in linea preventiva e in maniera scientificamente inappellabile, lo stato di sofferenza dell’area e la conseguente impossibilità ad ospitare un impianto di incenerimento. La caratterizzazione idrogeologica rappresenta, quindi, l’azione fondamentale.
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