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giovedì 21 giugno 2012

ITALIA NOSTRA SULLA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO SUL PIANO D'ASSETTO DEL PARCO DEI CASTELLI ROMANI - La Redazione


"ITALIA NOSTRA Castelli Romani esprime la sua più viva soddisfazione per l’esito negativo del ricorso contro il Piano d’Assetto del Parco Regionale dei Castelli Romani, presentato al Consiglio di Stato dai comuni di Grottaferrata e Marino, ricorso che ha visto intervenire “ad opponendum”, in difesa del Piano d’Assetto stesso, l’associazione suddetta, che si è costituita legalmente in tal senso - inizia così il comunicato stampa di Enrico Del Vescovo, Presidente di Italia Nostra Castelli Romani, e di Franco Medici, Vicepresidente Italia Nostra Regione Lazio.
 Il Consiglio di Stato con due sentenze limpide: la 3157 e la 31 58 dello scorso 14 giugno, ha riconosciuto, cosa che le associazioni ambientaliste nazionali sostengono da sempre, che un piano di assetto di un parco è urbanisticamente superiore ai piani territoriali paesistici ed ai piani regolatori comunali. I parchi, infatti, possono tutelare anche aree a basso valore paesaggistico, ma ad alto interesse ambientale. Questo è uno dei principi guida che ha condotto alla redazione del Piano di Assetto del parco regionale dei Castelli Romani, che comprende la tutela dei centri storici, dei bacini lacustri, delle falde acquifere di ricarica e delle zone agricole e boscate. Il consiglio di Stato ha giudicato nel merito: Grottaferrata e Marino, due comuni dell’area dei Castelli, dopo aver fatto ricorso, e già perso al T.A.R., hanno intentato un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato per chiedere la revoca del Piano di Assetto del Parco dei Castelli adottato nel 2009 - continuano gli esponenti di Italia Nostra. La sconfitta subita dalle due amministrazioni comunali è stata pesante, e la sentenza, cosa che ci fa piacere, farà giurisprudenza per altri parchi regionali. Riteniamo che le amministrazioni pubbliche dovrebbero tutelare gli interessi e le aspettative di tutti i cittadini che vogliono aree protette regionali funzionanti. E’ realistico affermare che la maggioranza della popolazione non vuole più altro cemento, traffico ed inquinamento, ma pretende giustamente una qualità di vita più elevata, anche attraverso l’utilizzo e la fruizione di aree destinate a parco. Ricordiamo, inoltre, che i Piani di Assetto dei parchi devono essere approvati 18 mesi dopo l’istituzione dell’area protetta. Ora è doveroso chiedersi: quanti anni sono passati dal 1984 anno di istituzione del parco dei Castelli? Chi è che si è sempre opposto al Parco? Nel gennaio scorso in un paio di settimane sono state raccolte persino numerose adesioni online (almeno 1300) all’appello “Basta cemento ai Castelli Romani” in difesa, in particolare, del Piano d’Assetto del Parco, con le adesioni di eminenti personalità della cultura italiana (come Salvatore Settis, Vittorio Emiliani, Sergio Zavoli, Giovanna Marini, Carlo Ripa di Meana, Oliviero Toscani, Paolo Berdini ecc. ). Oggi ci troviamo in una crisi economica senza precedenti, si parla di “spending review”, questa era l’occasione buona per i comuni di Marino e Grottaferrata per risparmiare denaro pubblico. Riteniamo che intentare ricorsi al limite del temerario, ed in favore solo di interessi di alcuni, rappresenti un danno per la cittadinanza: chi risponderà per aver compresso le legittime aspettative del mondo ambientalista e per aver speso denaro pubblico inutilmente? Inoltre ci chiediamo quale senso possa avere, ancora oggi, ostinarsi nella redazione di piani regolatori per Comuni di dimensioni modeste, e difenderli pervicacemente, di fronte a piani urbanistici sovra-comunali? Noi cittadini che paghiamo salate tasse comunali, vogliamo che le nostre aspettative riguardo la vivibilità dell’ambiente vengano pienamente rispettate ed accolte. Perché, ancora dopo 28 anni, non abbiamo un parco dei Castelli Romani efficiente e dotato dei suoi stcorumenti urbanistici fondamentali? Sono anni che Italia Nostra segue le vicissitudini del parco, istituito con legge popolare, ed ha portato un contributo di lavoro gratuito nella commissione tecnico-scientifica (1990-1991), ma troppi anni sono passati a vuoto. Infine osserviamo come tanti cittadini si siano giustamente chiesti il perché la legge istitutiva sia stata continuamente contrastata dalle amministrazioni comunali? Chiediamo una risposta subito, la prima ci è venuta dal Consiglio di Stato - concludono Del Vescovo e Medici."

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