"ITALIA NOSTRA Castelli
Romani esprime la sua più viva soddisfazione per l’esito negativo
del ricorso contro il Piano d’Assetto del Parco Regionale dei
Castelli Romani, presentato al Consiglio di Stato dai comuni di
Grottaferrata e Marino, ricorso che ha visto intervenire “ad
opponendum”, in difesa del Piano d’Assetto stesso,
l’associazione suddetta, che si è costituita legalmente in tal
senso - inizia così il comunicato stampa di Enrico Del Vescovo, Presidente di Italia Nostra Castelli Romani, e di Franco Medici, Vicepresidente Italia Nostra Regione Lazio.
Il Consiglio di Stato con
due sentenze limpide: la 3157 e la 31 58 dello scorso 14 giugno, ha riconosciuto, cosa che le
associazioni ambientaliste nazionali sostengono da sempre, che un
piano di assetto di un parco è
urbanisticamente superiore ai piani territoriali paesistici ed ai
piani regolatori comunali. I
parchi, infatti, possono tutelare anche aree a basso valore
paesaggistico, ma ad alto interesse
ambientale. Questo è uno dei principi guida che ha condotto alla
redazione del Piano di Assetto del
parco regionale dei Castelli Romani, che comprende la tutela dei
centri storici, dei bacini lacustri,
delle falde acquifere di ricarica e delle zone agricole e boscate. Il consiglio di Stato ha
giudicato nel merito: Grottaferrata e Marino, due comuni dell’area dei Castelli, dopo aver
fatto ricorso, e già perso al T.A.R., hanno intentato un ulteriore
ricorso al Consiglio di Stato per
chiedere la revoca del Piano di Assetto del Parco dei Castelli
adottato nel 2009 - continuano gli esponenti di Italia Nostra. La sconfitta subita
dalle due amministrazioni comunali è stata pesante, e la sentenza,
cosa che ci fa piacere, farà
giurisprudenza per altri parchi regionali. Riteniamo che le
amministrazioni pubbliche dovrebbero tutelare gli interessi e le
aspettative di tutti i cittadini che vogliono aree protette regionali
funzionanti. E’ realistico affermare che la maggioranza della
popolazione non vuole più altro cemento, traffico ed inquinamento,
ma pretende giustamente una qualità di vita più elevata, anche
attraverso l’utilizzo e la fruizione di aree destinate a parco.
Ricordiamo, inoltre, che i Piani di Assetto dei parchi devono essere
approvati 18 mesi dopo l’istituzione dell’area protetta. Ora è
doveroso chiedersi: quanti anni sono passati dal 1984 anno di
istituzione del parco dei Castelli? Chi è che si è sempre
opposto al Parco? Nel gennaio scorso in un
paio di settimane sono state raccolte persino numerose adesioni
online (almeno 1300) all’appello
“Basta cemento ai Castelli Romani” in difesa, in particolare, del
Piano d’Assetto del Parco, con le adesioni di eminenti personalità
della cultura italiana (come Salvatore Settis, Vittorio Emiliani,
Sergio Zavoli, Giovanna Marini, Carlo Ripa di Meana, Oliviero
Toscani, Paolo Berdini ecc. ). Oggi ci troviamo in una
crisi economica senza precedenti, si parla di “spending review”, questa era l’occasione
buona per i comuni di Marino e Grottaferrata per risparmiare denaro
pubblico. Riteniamo che intentare ricorsi al limite del temerario, ed
in favore solo di interessi di alcuni, rappresenti un danno per la
cittadinanza: chi risponderà per aver compresso le legittime
aspettative del mondo ambientalista e per aver speso denaro pubblico
inutilmente? Inoltre ci chiediamo
quale senso possa avere, ancora oggi, ostinarsi nella redazione di
piani regolatori per Comuni di dimensioni modeste, e difenderli
pervicacemente, di fronte a piani urbanistici sovra-comunali? Noi cittadini che
paghiamo salate tasse comunali, vogliamo che le nostre aspettative
riguardo la vivibilità dell’ambiente vengano pienamente rispettate
ed accolte. Perché, ancora dopo 28
anni, non abbiamo un parco dei Castelli Romani efficiente e dotato
dei suoi stcorumenti urbanistici fondamentali? Sono anni che Italia
Nostra segue le vicissitudini del parco, istituito con legge
popolare, ed ha portato un contributo di lavoro gratuito nella
commissione tecnico-scientifica (1990-1991), ma troppi anni sono passati
a vuoto. Infine osserviamo come tanti cittadini si siano giustamente
chiesti il perché la legge istitutiva sia stata continuamente
contrastata dalle amministrazioni comunali? Chiediamo una risposta
subito, la prima ci è venuta dal Consiglio di Stato - concludono Del Vescovo e Medici."
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