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martedì 12 giugno 2012

ROCCA DI PAPA: FESTA DELLA CIAMBELLA DEGLI SPOSI - di RIta Gatta

Si svolgerà nei giorni 23 e 24 Giugno 2012 a Rocca di Papa, la prima edizione della Festa de "la ciambella degli sposi", prodotto tipicamente rocchegiano. 
L'evento avrà il seguente programma: 
Sabato 23 Giugno: ore -17.00 apertura degli stands - presentazione e degustazione della "Ciambella", prodotto tipico regionale;
- mostra fotografica lungo le strade del paese;
- spettacoli itineranti e musica;
Domenica 24 Giugno: ore 10.30 apertura stands
- 11.00 visita guidata ai Murales nei vicoli del centro storico, appuntamento in Piazza Di Vittorio (Campi D'Annibale);
- 12.00 sfilata Spose con Auto d'epoca in collaborazione con il Club Auto Storiche di Rocca di Papa;
- 17.00 passeggiata " cento Spose per cento vicoli" (durante la quale sfileranno gli abiti da sposa già indossati, anche lontano nel tempo, messi a disposizione per l'evento).
Arricchiranno la giornata spettacoli itineranti, musica e prelibate degustazioni della Ciambella, presso gli stands dei forni nostrani Da non molto tempo la gastronomia dei Castelli Romani ha ottenuto un nuovo riconoscimento: la ciambella degli Sposi di Rocca di Papa è ufficialmente un prodotto tradizionale regionale così come segnalato dall'Arsial, un riconoscimento che comporta visibilità in fiere ed eventi e un ritorno anche da un punto di vista economico per i produttori; si tratta di un tipo di dolce nuziale che viene donato dagli sposi come augurio e porta fortuna per un futuro solido dolce e piacevole così come risulta il gusto della ciambella. A Rocca di Papa, tra i molteplici preparativi che impegnano una coppia di futuri sposi e delle loro mamme, oltre agli abiti, i confetti e le bomboniere, non possono mancare ‘e ciammelle. Una tradizione che pareva caduta in disuso qualche anno fa, come le serenate sotto la finestra della sposa, e che invece ha ripreso piede alla grande: ora questo prodotto è entrato ufficialmente a far parte dell’elenco dei prodotti tradizionali della Regione Lazio. La notizia è stata diramata in questi giorni dall’Arsial (Agenzia Regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’Agricoltura del Lazio) in seguito all’undicesima revisione dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali. Con il prodotto nuziale di Rocca di Papa, insieme ad altre nove referenze del Lazio, tra cui la Tellina del Litorale Romano, la Pera Spadona di Castel Madama e l’Olio monovarietale extravergine di Rosciola, sale così a 376 il numero complessivo delle registrazioni della Regione. Grande la soddisfazione nell’Amministrazione comunale di Rocca di Papa: il prodotto verrà ora inserito nel circuito di manifestazioni ed eventi promozionali in Italia e nel mondo creando così nuove opportunità di far conoscere il nostro territorio, il folclore e la storia della nostra città. Ma torniamo alle nostre ciammelle :attualmente una delle ciammellare più conosciute di Rocca è Piella, Pia Gentilini (nata nel 1929), la quale insieme alla figlia Anna Maria, porta avanti una tradizione di famiglia che risale a due secoli fa, quando la nonna materna del marito, Maria Paolina Toietti, lavorava in casa, appoggiandosi in un piccolo laboratorio vicino la propria abitazione in Via Ortagia, dove attualmente risiede Piella; Maria Paolina (sorella tra l’altro di un famoso concittadino Domenico Toietti) continuò la propria attività coadiuvata dalla figlia Adele Meconi in Gabrielli, suocera di Piella, e questo mestiere si è tramandato fino ai nostri giorni. In passato il lavoro delle ciammellare era a conduzione familiare, con l’impegno della madre, figlie, sorelle e nuore coadiuvate dal parentado femminile degli sposi, tutte impegnate a impastare gli ingredienti nei massatori di legno: zucchero, uova, farina, liquore, scorza di limone, olio extravergine di oliva e lievito per dolci. Una volta preparato l’impasto, si suddivideva in piccole pagnottelle, dalle quali poi si ricavavano le ciambelle; questi dolci tradizionali venivano messi nelle teglie ( i sòli ), spennellate di chiara d’uovo, decorate con zucchero a granelli e poi portati al forno per la cottura. Questo veniva scelto dalle parenti degli sposi: più quotati erano quelli di “Baffetto”, “Pinetta”, “Sara” “ ‘Ngnese de Rosarella”. Subito dopo la guerra anche quest’ultima, Agnese appunto, nel suo laboratorio-forno situato nel cuore del centro storico del paese, provvedeva a realizzare il gustoso dolce dalla forma rotonda. Oggi la figlia Silvana continua anche lei con grande abilità questa tradizione. La bravura del fornaio è impegnata in una cottura ottimale che impedisca ai dolci di bruciare (130°-140° per 15/20 minuti). Oggi la lavorazione dell’impasto, ovviamente, si svolge direttamente nel laboratorio del forno prescelto dalle madri degli sposi, le quali provvedono ad acquistare gli ingredienti: per 1000 ciambelle occorrono circa 400 uova. Il forno va prenotato qualche mese prima ed i giorni più indicati per la preparazione delle ciambelle escludono il venerdì, il sabato (giornate di lavoro più impegnative) e la domenica. Nel giorno stabilito ci si dà appuntamento il mattino presto verso le 7 o le 8 e si lavora ininterrottamente fino alle 12 o alle 14 a seconda della quantità delle ciambelle. Se anche le parenti degli sposi devono dare una mano, secondo tradizione la sposa non può e non deve farlo, perché non porta bene (proprio come quando una sarta cuce da sola il proprio abito nuziale); tuttavia Piella confida sorridendo che lei stessa ha aiutato a preparare le ciambelle per il suo matrimonio con Ottorino e questa unione si è poi rivelata felice. Una volta cotte, le ciambelle ( e qualche pasticcino decorato con canditi o cioccolato da offrire agli invitati che porteranno il regalo agli sposi), i parenti provvedono a ritirarle direttamente dal forno e successivamente ad imbustarle, per accompagnare i sacchetti di confetti e le bomboniere destinate agli invitati. La distribuzione segue una regola condivisa: sei ciambelle per gli amici e il vicinato (coloro, cioè che non sono invitati); otto per gli invitati e i cugini; dodici per gli zii e i nonni, ventiquattro p’’a commare de battesimu. Nel caso che la comare sia anche zia, si sommano le quantità stabilite e in una busta potrebbero arrivare con i confetti, ben trentasei ciambelle! La distribuzione è affidata a ‘nu riazzu o ‘na riazza, generalmente nipotini degli sposi, accompagnati da un adulto: sono ben felici quando vengono prescelti, in quanto riceveranno per ogni consegna una piccola mancia in denaro. Ai parenti che abitano lontano provvederanno gli sposi stessi. La tradizione delle ciambelle a Rocca di Papa testimonia un’usanza antica e benaugurale che affonda le radici nel passato, frutto di arcaiche tradizioni; ottime e croccanti, sia asciutte che bagnate nel vino, fanno sì che chi le assapora di cuore auguri agli sposi un futuro solido (come sono croccanti le ciambelle di Rocca), dolce e piacevole come la loro degustazione.

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