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giovedì 14 giugno 2012

FRASCATI: UN LIBRO CONTRO LA SHOAH BOCCIA TRA I RELATORI - La Redazione


Il sindaco Pasquale Boccia, in qualità di presidente dell’associazione internazionale ‘Città per la Fraternità’, sarà tra i relatori, insieme al collega di Frascati Stefano Di Tommaso e a Gianpaolo Senzacqua, assessore alle politiche culturali, alla presentazione di “Un cammino lungo un anno. Gli ebrei salvati dal primo italiano Giusto tra le nazioni”, un libro scritto da Emilio Drudi, giornalista e ricercatore di storia locale, che verrà presentato presso la Sala degli Specchi del Comune di Frascati, in collaborazione con la libreria Cavour, sabato 16 giugno alle ore 18. Un volume contro il razzismo e la xenofobia, contro il pregiudizio e ogni forma di discriminazione, contro l’opportunismo, il conformismo, l’indifferenza, e dunque contro tutto quello che ha portato alla Shoah. A tutto questo l’autore contrappone il ruolo e il valore del messaggio lasciato dai “Giusti tra le nazioni”, i non ebrei che, senza trarre alcun vantaggio dalla propria scelta coraggiosa, hanno salvato dalla deportazione e dalla morte nei campi di sterminio uno o più ebrei, sottraendoli alla caccia spietata che davano loro tedeschi e fascisti.
Un messaggio quanto mai attuale nel nostro mondo globalizzato, eppure così travagliato da problemi di convivenza tra culture ed etnie, come proprio in questi giorni ha riconosciuto il Parlamento Europeo, istituendo ogni 6 marzo, a partire dal 2013, la Giornata Europea in memoria dei Giusti, dedicata agli uomini e alle donne che hanno lottato e lottano per salvare altri uomini e donne dai crimini contro l’umanità. 

LA TRAMA 

La storia raccontata nel libro – edito da ‘La Giuntina’ di Firenze con il contributo della Regione Emilia Romagna, in distribuzione da gennaio – si svolge in Romagna e nel Montefeltro, tra il settembre del 1943 e la fine di settembre del 1944. E’ la ricostruzione minuta, quasi giorno per giorno, del salvataggio di 38 ebrei, quasi tutti originari di Zagabria, ad opera di Ezio Giorgetti, un albergatore di Bellaria, il primo italiano a cui è stato conferito il titolo di “Giusto”, il 16 giugno del 1964, e del maresciallo dei carabinieri Osman Carugno, a sua volta insignito dello stesso riconoscimento alla memoria, nell’aprile del 1985. Quel gruppo di profughi – guidato da due “leader”, l’avvocato Ziga Neumann e Joseph Konforti, suo genero – dopo essere evasi dal campo di internamento di Asolo all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre, sono arrivati a Bellaria, sul litorale romagnolo, poco a nord di Rimini, il giorno 13. Nello sfacelo seguito alla fuga del re e del governo Badoglio a Brindisi, la loro idea era quella di puntare verso l’Italia meridionale e di attraversare la linea del fronte, guadagnando così la libertà e la salvezza. Un progetto che si è presto rivelato impossibile, disperato. Il destino ha voluto, però, che si imbattessero in Giorgetti e Carugno, due italiani che, davanti alla loro tragedia, non si sono tirati indietro: li hanno nascosti prima a Bellaria e poi a Pugliano, sulle colline del Montefeltro, fino all’arrivo degli alleati, nell’autunno del 1944. Un salvataggio lungo un anno, appunto. Anzi, di più: 377 giorni di vita alla macchia, in ognuno dei quali quei disperati hanno rischiato di essere catturati ed avviati ad Auschwitz. Per i loro protettori, se scoperti, c’era la galera o la fucilazione, ma non si sono mai tirati indietro: hanno sentito che anche solo restare “indifferenti” li avrebbe resi complici del peggior crimine dell’umanità. Del “male assoluto”. 

L’AUTORE 

Emilio Drudi, 66 anni, giornalista, già vice capo redattore della Cronaca di Roma de “Il Messaggero”, giornale nel quale ha lavorato per oltre 40 anni, prima come collaboratore, poi come capo della redazione di Latina e infine come responsabile delle edizioni regionali e dell’area metropolitana romana. Attualmente collabora con varie riviste online. E’ autore di ricerche, studi e pubblicazioni di storia locale. In particolare su Latina, l’Agro Pontino e le grandi bonifiche effettuate tra la fine degli anni 20 e gli anni 30 del secolo scorso.

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