«"Sono secoli che le streghe parlano di questa bambina" disse il console. "Poiché vivono tanto vicine al luogo dove il velo fra i mondi è sottile, di tanto in tanto sentono i bisbigli immortali, provenienti dalle voci di coloro che passano da un mondo all'altro. E parlano di questa bambina, cui spetta un grande destino che può compiersi solamente altrove: non in questo mondo, ma molto al di là di esso. Senza questa bambina, noi moriremo tutti. Così dicono le streghe. Lei, però, deve realizzare il suo destino restando ignara di quello che fa, perché solo nella sua ignoranza noi potremo essere salvati".»
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«Tutti siamo soggetti al fato. Però tutti dobbiamo agire come se non lo fossimo» rispose la strega, «o morire di disperazione. C’è una strana profezia riguardo a questa bambina: il suo destino è di provocare la fine del destino. Solo che deve farlo senza sapere quel che fa, come se il farlo procedesse dalla sua natura, e non dal suo destino. Se le viene detto quel che deve fare, tutto fallirà: la morte spazzerà tutti i mondi; sarà il trionfo della disperazione, per sempre. Tutti gli universi, tutti quanti, diverranno nient’altro che dei meccanismi interconnessi, ciechi, vuoti di pensiero, di sentimento, di vita… »
Serafina Pekkala a Lee Scoresby
Vi sono libri, trilogie o saghe capaci di lasciare segni indelebili nella mente del lettore più allenato. Libri fatti non solo per essere letti, ma anche vissuti. Libri che continui a riprendere in mano, anche a distanza di anni, nostalgico del mondo e dei personaggi in essi contenuti, provando un'esperienza diversa ad ogni lettura. Libri talmente ricchi, profondi e amati da diventare preziosi compagni nel viaggio più importante per il lettore: la vita.
Queste oscure materie è una di quelle saghe, composta di una trilogia (La Bussola d'oro, La Lama Sottile e Il Cannocchiale d'Ambra), un libro appendice (La Oxford di Lyra) e due libri ancora inediti qui in Italia (C'era una volta al Nord, un approfondimento sulla storia di due dei più amati personaggi secondari e Il Libro della Polvere ancora in fase di scrittura).
Ognuno dei libri della trilogia alla base di Queste oscure materie verrà trattato in un articolo a parte data l'immensa complessità dell'opera che esula dai canoni del “fantasy comune”.
Il primo libro, La Bussola d'oro, inizia come ogni indimenticabile storia per bambini dovrebbe iniziare: Lyra Belacqua, una vivace, ribelle e bugiarda (ma in fondo buona e coraggiosa) ragazzina di undici anni si nasconde in un armadio e assiste ad una conversazione che non ha alcun diritto di ascoltare, e che cambierà per sempre la sua vita. Assieme a lei c'è il suo inseparabile daimon, Pantalaimon (“il misericordioso”). I daimon sono la personificazione dello spirito guida ipotizzato da Socrate: assumono la forma tangibile di un animale, e possono trasformarsi a piacimento fino al momento in cui, con l'età adulta, prenderanno una forma fissa per il resto della vita. «Era una sensazione davvero strana e tormentosa, quando il tuo daimon si metteva a tendere al massimo il legame che lo univa a te; in parte un dolore fisico nel profondo del petto, in parte profonda tristezza, e amore. E sapeva che era lo stesso per lui. Tutti ci provavano, quando crescevano: controllavano di quanto potevano riuscire ad allontanarsi, e poi tornavano insieme, con intenso sollievo.» Vi è un daimon per ogni essere umano, rigorosamente di sesso opposto al proprio (tranne alcune eccezioni), e basta guardarli per capire le emozioni delle persone ad essi collegate. I daimon possono toccarsi a vicenda, ma un essere umano non può toccare il daimon di un altro; sarebbe l'oltraggio più grande. Pantalaimon, o Pan, per Lyra è «la sua anima, la cara e unica anima sua».
Lyra è un'orfana, o almeno così le è stato detto, e vive l'insolita situazione di essere allevata all'interno del Jordan College, uno dei massimi centri di studio e sapienza di Oxford. Una Oxford molto diversa da quella del nostro mondo, dove parallelamente allo sviluppo dell'energia ambarica (la nostra energia elettrica) si sono mantenuti usi e costumi simili a quelli dell'Inghilterra dell'800. Sui vari college grava l'ombra del Magisterium, una congregazione di corti, consigli e collegi di alte cariche ecclesiastiche fondato dopo la morte dell'ultimo papa a Ginevra. Troppo gravato da lotte interne per eleggere un capo unico, il Magisterium riesce comunque a far sentire la sua influenza e censura su ogni forma di libero pensiero, specialmente nel campo della teologia sperimentale.
Ben lontana da questi problemi, Lyra vive una vita a metà; senza alcuna figura di riferimento da chiamare padre o madre, passa le sue giornate come una vera selvaggia scorrazzando con la sua banda di amici (o sottoposti) per le strade di Oxford, combattendo terribili guerre infantili contro le altre bande di bambini o contro i figli dei gyziani (un popolo nomade che vive e si sposta su numerose barche). Assieme al suo miglior amico Roger, un garzone delle cucine, esplora ogni angolo dell'antico Jordan College, e solo quando ogni tanto la governante o uno degli Accademici più giovani riescono – a loro rischio e pericolo – ad acchiapparla riceve una qualche forma di educazione. Questo succede in particolare durante le visite di Lord Asriel, un uomo affascinante ma distante che lei conosce come suo zio, sempre impegnato in qualche impresa importante. L'unica possibile ombra in questa vita strampalata ma serena è rappresentata dalla leggenda urbana degli Ingoiatori, una misteriosa organizzazione che rapisce i bambini, i quali non fanno mai ritorno.
Una vita che viene però bruscamente interrotta la sera che Lyra decide per gioco di nascondersi nell'armadio del Maestro del Jordan College, l'unica persona che possa per lei rappresentare una figura paterna. Inspiegabilmente, il Maestro versa del veleno nel calice del suo ospite, Lord Asriel, prontamente salvato da Lyra non appena l'anziano Accademico lascia la stanza. Lord Asriel le ordina di restare nascosta nell'armadio e di non rivelare a nessuno ciò che ha visto; e da dentro l'armadio la bambina ascolta lo zio raccontare ad un gruppo di Accademici, fra cui lo stesso stupito Maestro, di un luogo lontano e affascinante, il Polo Nord. Lord Asriel parla di cose difficili da capire per la piccola Lyra; spedizioni scomparse nel nulla, teste di uomo mummificate, città nel cielo che risplendono dentro l'aurora Boreale e la misteriosa e affascinante Polvere. La Polvere, una sostanza invisibile ben diversa da quella normale, discende dal cielo e viene attratta dagli uomini - che in foto scattate con strumenti speciali sembrano letteralmente “risplendere”- ma solo in minima parte dai bambini.
E' fatta; nel cuore di Lyra si è ormai insinuato il desiderio del Nord, dell'Aurora Boreale, dell'avventura e della Polvere. Però diverse cose ritardano il suo viaggio: Roger scompare misteriosamente, probabilmente rapito dagli Ingoiatori. Decisa a ritrovarlo, Lyra viene però sviata dal suo intento dalla signora Coulter, una bellissima donna accompagnata da un daimon dalla forma di scimmiotto dorato. Essa la accoglie in casa per allevarla come una signorina; prima di lasciare il Jordan però, Lyra riceve dal Maestro una bussola d'oro, un aletiometro (“misuratore di verità”) ricoperto di bellissimi simboli, ognuno con molteplici significati che lei dovrà imparare a leggere e comprendere. Il Maestro le comanda di tenerlo sempre nascosto, e Lyra ubbidisce, anche perché dopo la prima impressione capisce che la signora Coulter non è quello che sembra. Decide allora di scappare, e intraprendere finalmente il lungo viaggio verso il Nord, sulle tracce di Roger e dell'eroico zio Asriel.
Fra gyziani, streghe, orsi corazzati, palloni aerostatici, Ingoiatori e città nel cielo il viaggio di Lyra si arricchisce di innumerevoli e indimenticabili personaggi (come l'orso esiliato Iorek Byrnison, l'aeronauta Lee Scoresby e la regina delle streghe Serafina Pekkala) e di diversi livelli di lettura. Mentre gli occhi di un bambino rimangono affascinati dalla straordinaria avventura, dal senso dell'amicizia e dalla lealtà dell'intrepida Lyra, quelli di un adulto riescono a cogliere le molteplici tematiche che scorrono sotterranee per tutta la narrazione. Il conflitto scienza-religione, la discussione sull'esistenza di Dio, l'implicita critica alla Chiesa, i molteplici riferimenti filosofici e teologici arricchiscono la narrazione (che comunque può essere goduta anche senza coglierli) innalzando La Bussola d'oro a nuove vette del fantasy odierno, che pochissimi scrittori all'infuori di Pullman avevano sfiorato.
E i motivi per leggerlo aumentano quando si considera che questo è solo l'inizio di una magnifica trilogia, di cui La Lama Sottile e Il Cannocchiale d'Ambra non fanno che migliorare la qualità, fino a guadagnarsi meritatamente il titolo di capolavoro della letteratura.
«Ma tu pensa ad Adamo ed Eva come una specie di numero immaginario, come la radice quadrata di meno uno; non potrai mai vedere nessuna prova concreta della sua esistenza, ma se la includi nelle tue equazioni potrai calcolare tutta una serie di cose che in sua assenza non si potrebbero neppure concepire. […] C'è una corrispondenza tra il microcosmo e il macrocosmo! Le stelle sono vive, bimba! Lo sapevi questo? Tutto quanto là fuori è vivo, e ci sono grandi progetti in corso! L'universo è pieno di intenzionalità, sai. Ogni cosa accade per uno scopo.»
Lord Asriel a Lyra
«Da un'altezza incomparabilmente più alta rispetto
a ciò che volonterosamente è definito fantasy,
Philip Pullman riesce a vedere.»
Quirino Principe, commento all'edizione italiana
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