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giovedì 16 giugno 2011

CASTEL GANDOLFO: LA FIACCOLA NON PASSERA' PER IL NOSTRO LAGO - di Andrea Titti



Le gare Olimpiche di canottaggio e canoa velocità non si svolgeranno nel bacino del Lago Albano. Secondo il progetto che vede Roma candidata ad ospitare le Olimpiadi del 2020 tutte le gare remiere saranno disputate in un bacino artificiale a Sette Bagni. Non si rinverdiranno quindi, i fasti di Roma ’60 e della “motoguzzi” (nazionale italiana di canottaggio), che tanto metallo pregiato portò al medagliere azzurro, sul palcoscenico di Castel Gandolfo.

Nella cittadina dei Castelli Romani da mesi infuria la polemica per lo spostamento dei campi di gara. Molti intravvedono lo zampino della politica in tutto ciò. La giunta capitolina a guida centrodestra avrebbe fatto lo sgambetto a Castel Gandolfo, retto da una giunta di sinistra. Sono insorte le istituzioni locali contro tale scelta che, oggettivamente toglierebbe lustro al Lago e a tutta la zona. Meta ha voluto approfondire la materia per dissipare i dubbi e le interpretazioni maliziose. Abbiamo indagato ed il risultato è che il Lago Albano non è più tecnicamente adatto ad essere utilizzato come campo di gara.
Infatti, se per la specialità del canottaggio negli anni non sono intervenute modifiche regolamentari che hanno stravolto i mezzi su cui si gareggia, così non è per la canoa caiac. Tale specialità, venuta alle ribalte per il grande pubblico italico con le Olimpiadi di Atlanta 1996, grazie ai successi di Antonio Rossi, Beniamino Bonomi, Iosefa Idem, e tutta quella compagine assemblata dal commissario tecnico Oreste Perri.
Le modifiche regolamentari recentemente introdotte prevedono un restringimento della canoa, per renderla più veloce, ma che, allo stesso tempo, la rende meno stabile e più facilmente tendente al ribaltamento. Il moto ondoso e le correnti del nostro Lago perciò non permetterebbero più lo svolgersi di gare regolari perché, comprometterebbero la stabilità delle imbarcazioni. Queste modifiche regolamentari, unitamente ai materiali sempre più leggeri e sofisticati con cui si costruiscono le canoe, per renderle sempre più agili, leggere e veloci, hanno fatto si che, per le competizioni olimpiche, si preferiscano sempre più bacini artificiali, più possibile se al riparo dai venti e privi di moti ondosi e correnti che, metterebbero a rischio la stabilità delle canoe e la sicurezza degli atleti.

Si pensi infatti che da Atlanta in poi, ogni campo di gara olimpico è stato sempre realizzato su bacini artificiali attrezzati ad hoc, e non più su bacini naturali. Alessandro Emili, ex atleta e membro del club canoistico di Castel Gandolfo ci spiega: “Da castellano mi duole che le gare non si svolgano più qui, ma da atleta non posso che rilevare l’impossibilità di attrezzare il Lago Albano come campo di gara” – continua Emili – “ La specialità canoistica sta subendo stravolgimenti regolamentari per le pressanti esigenze televisive, per rendere le gare più spettacolari, veloci e appetibili per il grande pubblico. In tal senso va intesa l’abolizione della gara sui 500 metri dal programma olimpico, per introdurre i 200 metri, oltre ai 1000 che permangono”.

Siamo venuti altresì a conoscenza che già nel progetto di Roma Olimpica 2004, quando alla guida del Campidoglio c’era Francesco Rutelli, le gare remiere non prevedevano il palcoscenico di Castel Gandolfo ma si intendeva costruire un bacino artificiale alla Magliana, ecco perché la politica non c’entra e le accuse ad Alemanno sono strumentali.

Emili però ci spiega che: “Il Lago di Albano potrà essere sfruttato dalle squadre delle varie nazioni olimpiche, come campo di allenamento. Infatti, mesi prima dell’accenzione della fiaccola che da il via ai Giochi, le squadre vengono in ritiro per la preparazione. Il lago potrebbe essere una risorsa messa a disposizione per tale scopo. Ci permetterebbe di creare afflusso turistico e vita a tutto l’indotto economico che gira attorno al lago. Certo, invece delle polemiche sterili, occorrerebbe fin da ora, dare al nostro lago un aspetto civile, togliendolo dall’abbandono e dal degrado di questi anni. Si pensi che oggi non si potrebbe gareggiare anche perché, l’abbassamento delle acque e la sostanziale restrizione del bacino non permetterebbe l’allestimento di tutte le corsie a misura regolamentare. Chi gareggerebbe in prima corsia dovrebbe remare sulla sabbia e non sull’acqua”.

Lanciamo qui una proposta quindi, se il Lago non sarà campo di gara facciamo sì che diventi campo di allenamento che accolga le rappresentative olimpiche, creando, in egual misura, lustro e vantaggi, per il territorio di Castel Gandolfo e dei comuni limitrofi.

1 commento:

  1. Inchiesta di Andrea Titti sul perchè il programma di gare Olimpiche di Roma 2020 non prevede competizioni sul bacino del Lago Albano a Castel Gandolfo.

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