Una rilevante frode ai danni dell’I.N.P.S., per un importo complessivo di circa un milione di euro, è stata scoperta a Colleferro dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, dopo una complessa indagine durata diversi mesi, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri. Gli accertamenti delle Fiamme Gialle della Tenenza di Colleferro hanno preso il via da una dipendente della sede locale I.N.P.S., che aveva destato forti sospetti per aver autorizzato un numero eccessivo di ordinativi di pagamento in un breve arco temporale, dal 2004 al 2011.
Successivamente, dagli approfondimenti è emerso che, dopo aver inserito i dati degli indebiti beneficiari nel sistema informativo dell’ente previdenziale, all’impiegata sarebbe bastato un semplice clic sul mouse del proprio personal computer per determinare l’erogazione dei trattamenti previdenziali gestiti dall’I.N.P.S., che affluivano direttamente nei conti correnti e nelle tasche di amici e conoscenti, a fronte, nella maggior parte dei casi, di lauti compensi. Allo stato sono oltre trenta le persone denunciate ed è ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria la posizione di altri dipendenti dell’istituto previdenziale, i quali avrebbero omesso di esercitare i necessari controlli sulle procedure utilizzate. Oltre trenta sono state le perquisizioni domiciliari finora eseguite, che hanno permesso il rinvenimento di documentazione ritenuta utile dagli investigatori. A garanzia del credito vantato dallo Stato, i finanzieri hanno avanzato al P.M. inquirente richiesta di sequestro dei beni patrimoniali intestati agli indagati, finalizzato alla successiva confisca “per equivalente”.
Successivamente, dagli approfondimenti è emerso che, dopo aver inserito i dati degli indebiti beneficiari nel sistema informativo dell’ente previdenziale, all’impiegata sarebbe bastato un semplice clic sul mouse del proprio personal computer per determinare l’erogazione dei trattamenti previdenziali gestiti dall’I.N.P.S., che affluivano direttamente nei conti correnti e nelle tasche di amici e conoscenti, a fronte, nella maggior parte dei casi, di lauti compensi. Allo stato sono oltre trenta le persone denunciate ed è ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria la posizione di altri dipendenti dell’istituto previdenziale, i quali avrebbero omesso di esercitare i necessari controlli sulle procedure utilizzate. Oltre trenta sono state le perquisizioni domiciliari finora eseguite, che hanno permesso il rinvenimento di documentazione ritenuta utile dagli investigatori. A garanzia del credito vantato dallo Stato, i finanzieri hanno avanzato al P.M. inquirente richiesta di sequestro dei beni patrimoniali intestati agli indagati, finalizzato alla successiva confisca “per equivalente”.
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