Archiviato da qualche ora il super tuesday, il super martedì, la serata più importante nelle primarie per scegliere il candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Stanotte, con Barak Obama che cercherà la riconferma per il partito democratico, la sfida era tra i candidati repubblicani. Era previsto equilibrio, in Ohio è stato talmente grande da riverdire il ricordo del “too close to call” della Florida 2001 nel duello tra George W. Bush e Al Gore.
Il primo exit poll dava avanti Mitt Romney con uno scarto di 4 punti percentuali, dai primi dati veri si è sviluppata una lotta sulla decina di migliaia di voti che si è protatta fino alla mattina italiana. Con gli ultimi collegi da scrutinare una vantaggio che nel cuore della notte era appannaggio di Rick Santorum è evaporato passando all'ex governatore del Massachusetts, avanti, alla fine, di soli 12.000 voti. La vittoria a Romney, ancora una volta autore di un successo spuntato, si concretizza con 6 stati all'ex governatore contro i 3 dell'ex senatore e la vittoria in Georgia per un Newt Grinrich che continua la corsa, sempre più faticosa per Ron Paul. Santorum continua a stupire, con meno fondi spesi in Ohio è superato sul filo di lana come in Michigan qualche giorno fa, ma continua a perdere. Una corsa tra candidati deboli che favorisce solo Barak Obama, mentre Sarah Palin, governatore dell'Alaska intervistata dalla Cnn questa notte, ammiccava lasciando una porta aperta ad una corsa nel 2016. Con un partito repubblicano così debole e diviso, la soluzione probabilmente migliore, con la corsa del 2012 che diventa sempre più una ricerca di un capro espiatorio da sacrificare nel duello con il Presidente in carica.
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