Rintracciato il terzo componente della banda di albanesi incastrati dalla Squadra Mobile della Questura di Roma dopo aver rapinato lo scorso giugno una coppia mentre faceva rientro presso la propria abitazione. L’uomo, U.K., albanese di 22 anni, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto dagli uomini della Squadra Mobile, coordinati dal dr. Vittorio Rizzi, che hanno chiuso il cerchio investigativo. Il cittadino albanese, il 18 giugno scorso, assieme ad altri due componenti della banda, con volto travisato, avevano aspettato la coppia nel garage condominiale sorprendendoli alle spalle.
Dopo averli minacciati con un coltello avevano intimato alla coppia di consegnare loro le chiavi dell’appartamento. Poi avevano malmenato l’uomo riuscendo a farsi consegnare il denaro contante, i gioielli e due rolex. Gli altri due componenti del gruppo erano stati arrestati lo scorso giugno dalla Squadra Mobile dopo una serie di appostamenti e pedinamenti che avevano condotto gli agenti anche a seguire i rapinatori “in trasferta”, insieme ad indagini tecniche, consentendo così di ricostruirne spostamenti, basi logistiche e abitudini operative. Almeno sei i colpi accertati, messi a segno dalla banda di albanesi da gennaio a metà giugno. I componenti della banda seguivano un copione seriale, in alcuni casi sfociato in violenze per “indurre” le vittime a collaborare, e che fruttavano alla banda denaro contanti e oggetti preziosi. In prevalenza le rapine venivano messe a segno nell’ambito della provincia di Roma, anche a distanza dalla Capitale, dove poi gli arrestati facevano ritorno nelle prime ore della mattina.
Dopo averli minacciati con un coltello avevano intimato alla coppia di consegnare loro le chiavi dell’appartamento. Poi avevano malmenato l’uomo riuscendo a farsi consegnare il denaro contante, i gioielli e due rolex. Gli altri due componenti del gruppo erano stati arrestati lo scorso giugno dalla Squadra Mobile dopo una serie di appostamenti e pedinamenti che avevano condotto gli agenti anche a seguire i rapinatori “in trasferta”, insieme ad indagini tecniche, consentendo così di ricostruirne spostamenti, basi logistiche e abitudini operative. Almeno sei i colpi accertati, messi a segno dalla banda di albanesi da gennaio a metà giugno. I componenti della banda seguivano un copione seriale, in alcuni casi sfociato in violenze per “indurre” le vittime a collaborare, e che fruttavano alla banda denaro contanti e oggetti preziosi. In prevalenza le rapine venivano messe a segno nell’ambito della provincia di Roma, anche a distanza dalla Capitale, dove poi gli arrestati facevano ritorno nelle prime ore della mattina.
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