Tra una settimana esatta, mentre in Italia si completerà la prima giornata di votazioni per la tornata di elezioni amministrative di primavera, in Francia si saprà il nome del prossimo Presidente della Repubblica. Domenica scorsa il primo turno ha sancito la sconfitta del Presidente uscente, Nicolas Sarkozy, da quel Francois Hollande, di scarso appeal, ma capace di primeggiare e guidare la volata per l'Eliseo. Il vero exploit è di Marie Le Pen, con un risultato rotondo soprattutto confrontato con la doppia cifra di Melenchon e il buon risultato, comunque non paragonabile a quello del 2007 di Bayrou.
L'analisi del voto indica un recupero della sinistra socialista di Holland e quela radicale di Melenchon, ma comunque rimane la distanza dal centrodestra dei gollisti sommato con il Front National e i moderati di Bayrou, indicando un blocco sociale che è ancora maggioranza nel Paese. Perché se non sono assimilabili gollisti e frontisti non lo sono neanche socialisti e i comunisti quarta forza da una settimana a questa parte. Le opinioni sono belle perché confutabili e smentibili, anche a stretto giro di posta, ma il Presidente uscente parte favorito, a dispetto delle analisi che danno Hollande anche vincente sopra il 55% e/o poco sotto il 60. Difficile non pensare ad una maggioranza dei votanti della Le Pen a favore di Sarkozy e la maggioranza dei sostenitori di Mechelon a favore di Hollande, fatto che sancisce il sorpasso senza dimenticare che è quanto meno singolare pensare che l'elettorato di Bayrou vada a votare per un esponente di sinistra. La matematica non è un opinione, come un dato da non sottovalutare è la capacità di motivare il proprio elettorato a tornare a votare (e qui Sarkozy rischia molto) e soprattutto quell'oltre 40% di francesi che non ha votato per i partiti maggiori. Tra una settimana sapremo e Meta sarà qui a raccontare chi tra Hollande e Sarkozy e in che modo sarà designato nuovo presidente transalpino.
L'analisi del voto indica un recupero della sinistra socialista di Holland e quela radicale di Melenchon, ma comunque rimane la distanza dal centrodestra dei gollisti sommato con il Front National e i moderati di Bayrou, indicando un blocco sociale che è ancora maggioranza nel Paese. Perché se non sono assimilabili gollisti e frontisti non lo sono neanche socialisti e i comunisti quarta forza da una settimana a questa parte. Le opinioni sono belle perché confutabili e smentibili, anche a stretto giro di posta, ma il Presidente uscente parte favorito, a dispetto delle analisi che danno Hollande anche vincente sopra il 55% e/o poco sotto il 60. Difficile non pensare ad una maggioranza dei votanti della Le Pen a favore di Sarkozy e la maggioranza dei sostenitori di Mechelon a favore di Hollande, fatto che sancisce il sorpasso senza dimenticare che è quanto meno singolare pensare che l'elettorato di Bayrou vada a votare per un esponente di sinistra. La matematica non è un opinione, come un dato da non sottovalutare è la capacità di motivare il proprio elettorato a tornare a votare (e qui Sarkozy rischia molto) e soprattutto quell'oltre 40% di francesi che non ha votato per i partiti maggiori. Tra una settimana sapremo e Meta sarà qui a raccontare chi tra Hollande e Sarkozy e in che modo sarà designato nuovo presidente transalpino.
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