Venerdì 29 aprile, alle ore 17.30 presso la sala
Giunta di palazzo Savelli, verrà presentato il libro-documento Teresio
Olivelli tra storia e santità, uno studio documentatissimo condotto da
Giovanni Di Peio (edito da Effetà) su una delle figure più complesse del
periodo che va dal Regime fascista alla fine della Seconda Guerra Mondiale:
Teresio Olivelli.
Giovanni Di Peio (Roma, 1938) è stato docente e
preside nei licei classici statali coltivando gli studi di storia, iniziati
all’Università di Roma con Maestri quali Federico Chabod e Alberto Maria
Ghisalberti. Ha collaborato al Dizionario Biografico degli Italiani e ha
pubblicato articoli e saggi di grande spessore innovativo sulla storia
contemporanea. È vicepresidente del Comitato di Roma della Dante Alighieri,
dove svolge incontri, specie per i giovani, a livello mondiale.
Il libro, che verrà commentato pochi giorni prima del
25 aprile, è un percorso di un giovane, Teresio Olivelli, verso la santità. Un
personaggio emblematico, di cui è in atto il processo di beatificazione.
Medaglia d’oro al valore della Resistenza e Servo di Dio, è un esempio di fede
e di crescita, ma soprattutto di onestà verso se stesso e di coerenza.
Il libro, scritto con dovizia di note, ma soprattutto
con l’oggettività dello storico vero, ci conduce attraverso la crisi interiore
sempre più profonda vissuta da Teresio Olivelli, il quale, non solo non fuggirà
cambiando bandiera, ma affronterà il conflitto combattendo fra gli alpini sul
fronte russo vivendo la terribile ritirata dell’ARMIR. Tornato in patria, dopo
aver toccato con mano la fine delle illusioni e dopo aver visto “in faccia”
l’assurdo della ferocia nazista, chiuse i conti con il fascismo. Concepì
il sogno di un’Italia più giusta, libera e cristiana, e vi si dedicò coi fatti
e l’esempio, militando nella Resistenza, tra le file delle Fiamme Verdi.
Arrestato e deportato, avrebbe potuto avere
trattamenti di riguardo poiché parlava il tedesco come l’italiano e fungeva da
interprete; invece si eresse a difensore dei compagni maltrattati, di
qualsivoglia credo politico e religioso, fino a divenire inviso e scomodo ai
gerarchi nazifascisti. Nel lager divenne invece il simbolo di riferimento dei
perseguitati. Divideva il suo misero pasto con gli indigenti, fino a mettere a
dura prova la sua salute, già malridotta dalle continue percosse ricevute da un
Kapò che lo aveva sorpreso ad assistere un compagno malato e a passare i propri
indumenti alle persone stremate. Morì martire della libertà nel gennaio del
1945, a soli 29 anni.
L’esempio di Teresio Olivelli, partigiano e cristiano
in via di santificazione, indica ancora una volta – se ce ne fosse ancora
bisogno – che la Liberazione è stata opera degli italiani di ogni colore
politico, dei veri antifascisti, dei coraggiosi apostoli della libertà,
uomini e donne, giovani e vecchi che ci hanno consegnato, col sacrificio
supremo della propria vita, una patria democratica e repubblicana.
È un libro bellissimo, che registra, a 360 gradi, un
periodo difficile dell’Italia e del mondo; attraverso la biografia di un uomo
solo. Investe il pensiero e le correnti di molti protagonisti di quegli anni,
divenendo un testo necessario a chiarire ulteriormente, con oggettività e senza
acrimonie, i problemi irrisolti di tante anime pure e illuminate dal cammino
del vero ideale.
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