Sezioni

giovedì 6 ottobre 2011

FRASCATI: QUESTIONE SAN SEBASTIANO AD UN ANNO DAL DECRETO 80 - di Nicola Gallo


* Esattamente un anno fa, precisamente il 24 settembre 2010, Renata Polverini, Presidente della Regione Lazio, accompagnata dal Senatore Pdl Domenico Gramazio, il Direttore Generale dell’Asl RmH Alessandro Cipolla ed il Direttore Sanitario del Presidio H1 Frascati-Marino, Michele Di Paolo, visitava l’Ospedale San Sebastiano di Frascati, tra cui il Pronto Soccorso, assieme, va ricordato, ad alcuni altri reparti. Invece sei giorni dopo, il 30 settembre scorso, la doccia fredda il Decreto n. 80, che approvava la proposta di riorganizzazione della rete regionale, ordinava il 31 dicembre 2011 la chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Frascati e il taglio di 63 posti letto, da lì la mobilitazione della cittadinanza tutta per una volta unita, così come la politica frascatana al di là del colore politico.
Una decisione quella del Governatore della Regione Lazio e dei suoi tecnici, con poco senso logico al di là della giusta necessità di limitare sprechi di risorse in materia sanitaria, che non va mai dimenticato pesano in maniera spropositata sui bilanci delle regioni italiane. Dannoso il depauperamento del San Sebastiano di Frascati, a fronte di decine di migliaia di accessi annuali, dei soldi spesi negli anni per il suo ammodernamento e di una posizione geografica invidiabile, pericoloso sovraccaricare la struttura di Tor Vergata ed il suo Pronto Soccorso del peso di nuovi malati dai Castelli Romani e in generale da Roma-Sud. Svantaggi superiori ai benefici, ingolfare di malati l’ospedale della seconda Università romana è segno di una politica sanitaria poco lungimirante, che guarda alle necessità dell’immediato, senza risolvere i problemi futuri, un errore che sarebbe stato pagato a caro prezzo in futuro. Tutto questo senza dimenticare la grande platea scolastica di Frascati, la vicinanza con l'autostrada, il fatto che la città castellana ospiti vari uffici ed enti senza contare le molte attività sportive che si svolgono nell’area tuscolano-castellana, non solo nel weekend, per un totale di popolazione interessata che può arrivare a 700.000 unità giornaliere. Un ottobre ricco di iniziative per scongiurare la chiusura, il 5 ottobre il sit-in davanti all’Ospedale San Sebastiano di Frascati, il 9 ottobre l’episodio non edificante dei Sindaci dell’RM H1 non ricevuti e schedati dai carabinieri alla Pisana, la sede del consiglio regionale. Inoltre domenica 10 ottobre una serie di raccolte firme sia della maggioranza comunale sia della minoranza cittadina per sensibilizzare i cittadini e dare un segnale ai vertici regionali, il giorno dopo un Consiglio Comunale straordinario con un ordine del giorno votato all’unanimità con proposta di un tavolo di concertazione, insieme ai Sindaci del Distretto RM H1. Tutti loro erano stati presenti a Palazzo Marconi, assieme agli ex presidenti del Consiglio Comunale di Frascati, i rappresentanti delle forze politiche e delle associazioni del territorio e, soprattutto, di tanti cittadini preoccupati per il provvedimento. Sullo sfondo la polemica per lo spostamento del Pronto Soccorso all’ospedale “San Giuseppe” di Marino, una querelle infinita tra la giusta necessità dei cittadini della città dei Castelli Romani di riavere il Pronto Soccorso tolto loro anni prima e il sospetto che l’asse Renata Polverini – Adriano Palozzi, sindaco riconfermato nel maggio scorso nel ruolo di Primo Cittadino abbia favorito e agevolato lo spostamento del Pronto Soccorso da Frascati a Marino. Infine l’epilogo il 6 giugno scorso, il Tar blocca l'efficacia del decreto n. 80 per quanto riguarda il "San Sebastiano" di Frascati, il Governatore Polverini non ci sta, ma a Frascati rimane il Pronto Soccorso e i 63 posti letto persi con il provvedimento di fine settembre. Insomma tutto come dodici mesi fa un “San Sebastiano” ancora completo del Pronto Soccorso, un “San Giuseppe” con i lavori a rilento per ristrutturare il Pronto Soccorso e degli altri reparti, l’augurio che i due ospedali siano potenziati e la razionalizzazione delle risorse sia nel senso di creare delle eccellenze nell’ambito sanitario. Meglio avere meno reparti, ma funzionanti e funzionali per i malati e la popolazione tutta, le difficoltà sono oggettive, la necessità di ridurre la spesa sanitaria pure, ma non devono essere i cittadini a pagare con sacrifici del diritto alla salute, un valore irrinunciabile per tutti.

*tratto dal mensile "Argomenti" numero di settembre

Nessun commento:

Posta un commento