Caro lettore, proponiamo questo mese un'autrice italiana, giovane, che pubblica nel Giugno del 2010 un romanzo assai audace, difficile perchè differente dagli schemi del costume della nostra penisola: amore e passione tra due uomini, che non appartiene neppure al settore della narrativa omosessuale (il quale trova spazi anche in grandi editori come la Mondadori), straniero e indiscutibilmente strano per chi non conosca il genere da cui deriva, figlio del Giappone.
Paola Poggioli, Axaly per il web (http://axaly.wordpress.com/), nasce nel 1980 in terra milanese. Lo pseudonimo è la caravella che conduce i suoi racconti originali nel mare degli scritti pubblicati in internet, permettendole di confrontarsi con un pubblico di lettrici e lettori che la spinge ad emergere nel mondo dell'editoria cartacea: porta alla luce il primo libro della sua saga fantasy minore. Nasce La maschera, storia d'amore e odio tra due protagonisti di finissima fattura ed estrema matrice: l'uno, uno stregone imperscrutabile, dominante, per molti versi crudele; l'altro, un servitore ostinato e ribelle che si ritrova a servizio dell'uomo più temuto della città dove vivono (Città Verde). Orfano, il ragazzo di nome Shyar (soprannominato Seppia) si trova a servire Xewonyan Ventridys, unico mago della Città Verde e soprannominato, con timore e tremore, lo Stregone dei Veleni.
Il fascino del libro di Paola Poggioli sta nella messa in atto, corposa e vellutata, di dinamiche del tutto particolari tra i due personaggi principali, che si odiano e si amano respingendosi e attraendosi, in situazioni ed eventi attorno cui turbinano altri personaggi. Personaggi a loro volta caratterizzati con cura e delizia, diversi luoghi, giochi di potere e dominio di cui Xewon rappresenta uno dei referenti, conoscitore di arti tremende, spaventoso, egoista. Un personaggio a tutto tondo, di cui si mostra, in piena luce, il lato più oscuro, in contrasto con il carattere di Seppia, ostinato e avventato, intriso sempre di più di una passione che lo porta quasi a distruggere se stesso. Una narrazione quindi romantica, romanzo pienamente strutturato e punta di iceberg di un genere conosciuto nel web come yaoi (acronimo giapponese che significa "amore per i ragazzi"), prima pubblicazione del genere in Italia. La Maschera possiede pertanto tratti tipici del genere, eppure, come abbiamo accennato in apertura, si discosta dalla narrativa omosessuale per via del retroterra giapponese, dove il genere è sorto e si è fortemente sviluppato, e per via quindi di dinamiche tipiche del genere, che ne fanno un esempio di racconto yaoi originale coniugato alle esigenze della narrativa occidentale. Un libro difficilissimo da mettere giù, una volta iniziato: provare per credere, anche un accanito lettore (di genere o meno, per chi volesse avere il brivido del coraggio) arriva a riconoscere la qualità intimamente seducente del sentimento e trasporto dei due uomini, a tratti morboso e violento, e per questo più dolce in quei momenti in cui riescono davvero a vedersi per quello che sono. La maschera è metafora materiale e simbolica del loro essere l'uno per l'altro.
Una prosa ricca e ritmica, appassionata, segue Xewon e Shyar alle prese, l'uno con l'altro, di un carattere diverso, di storie distinte e contraddizioni e nodi da sciogliere che la fine del primo libro porta a malapena a solvimento. Il lettore, che arriva a fine libro col fiato corto per le emozioni e l'incalzare della morte sullo sfondo e sempre più in primo piano (intrecciata alla passionalità spinta di alcune scene), resta col desiderio di poter leggere al più presto il seguito di uno scritto intenso, speziato, ricco di emozioni e di ombre.
L'autrice presenzierà all'edizione del Lucca Comics di quest'anno, con uno spazio dedicato a lei e al primo capitolo di una saga di cui si attende con ansia il seguito.
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