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lunedì 27 febbraio 2012

ALBANO: PER MARCHETTI (NUOVA ERA) LA MAGGIORANZA E' UN MURO D'ARGILLA - La Redazione

"Sono passati alcuni giorni, giorni in cui ho riflettuto su quanto è successo e sul suo significato, ed in questi tre giorni ho avuto sempre davanti ai miei occhi un’immagine, l’immagine di un muro. Il muro evoca pensieri di solidità, di stabilità, di impenetrabilità, ci fa pensare alla nostra casa, al luogo dove, anche se con le mille difficoltà che la vita ci pone, riusciamo a trovare rifugio, conforto, protezione, sicurezza. Ma il muro che vedo, è un muro pieno di crepe, sempre maggiori, sempre più grandi e profonde, un muro d’argilla che via via si sgretola sempre di più - sostiene Fabio Marchetti, esponente dell'associazione Nuova Era - che è divenuto friabile e cedevole da ogni punto lo si voglia guardare. È un muro ormai insicuro che stà crollando e pericoloso per chiunque gli si avvicini.
Tutti se ne accorgono e tutti se ne allontanano, ma imperterrito c’è un manovale incapace a quel lavoro che, unico al mondo a pensare che quel muro possa rimanere in piedi, continua con una spatola a stendere chili e chili di stucco su ogni crepa, ma come ne nasconde una, ne escono fuori altre ancora più vaste. Quel muro non regge più, anzi, sotto il peso dello stucco, che non può, per costituzione, rinsaldare il muro, ma ne può solo coprire le crepe, cede ancor di più, ma lui, imperterrito, continua a stuccare quelle che man mano sono diventate voragini. Tutti lo avvisano dell’inutilità, anzi, del danno, ma lui niente, e, inevitabilmente, il muro gli cadrà addosso. A mio figlio, che pratica uno sport di squadra - continua Marchetti - ho sempre cercato di spiegare come, la squadra, debba somigliare ad un muro, ad un’insieme di mattoni, tutti importanti e tutti indispensabili, uniti dall’amalgama più forte, quello dell’unione d’intenti, quello della volontà e della convinzione di essere tutti parte dello stesso muro, che spingerà ogni componente della squadra, ogni mattone, a sostenere il mattone vicino, compattando e rafforzando il muro. Non deve esistere un mattone fuori posto, uno più o meno importante dell’altro, si deve essere uniti e non si deve perdere di compattezza, perché se un mattone cede, inevitabilmente, il muro inizierà a sgretolarsi, a sfaldarsi, e non reggerà più. Nell'ultimo Consiglio Comunale abbiamo assistito alla pagina più squallida della storia di Albano degli ultimi anni, ad un Consiglio Comunale andato deserto dopo quanto accaduto il giorno prima. Lunedì era iniziato un Consiglio Comunale, un consiglio che prevedeva 2 punti all’ordine del giorno: la richiesta di verifica della situazione politica e la discussione e votazione della mozione del Consiglio Provinciale. Il primo punto era stato richiesto dai consiglieri di minoranza per verificare se ad Albano esistesse ancora una maggioranza, se esistesse ancora quella squadra necessaria ad amministrare la Città di Albano, se ci fossero ancora persone capaci, con un gioco di squadra (passatemi il termine sportivo, non è per sminuire il lavoro politico, ma è per riprendere l’esempio citato poche righe sopra), di creare schemi e soluzioni per portare avanti la partita, ma ciò che ne è venuto fuori, è che questa squadra, QUESTA MAGGIORANZA NON ESISTE PIU’. Da tempo il Cons. Cassabgi è uscito dalla maggioranza, seguito recentemente anche dal Cons. Dargento, che portando con se tutte quelle preferenze ricevute dagli elettori del Cigno, ha reso, già di suo, Marini Sindaco di un Consiglio Comunale, ma non più dei cittadini (riguardando i voti usciti a marzo 2010 è chiaro che senza i voti del Cigno, Marini non ha più la maggioranza delle preferenze). Più recentemente anche il Cons. Venditti aveva espresso le sue critiche ad una maggioranza inconsistente, schiava di un PD egemone ma privo di idee e soluzioni per l’amministrazione di Albano, e proprio nell’ultimo consiglio ha ribadito la necessità di rimettere nuovamente il mandato agli elettori, appoggiato anche dal Cons. Gambucci (entrambe della lista Rete dei Cittadini). A questi si è aggiunto il Cons. Maggi dell’UDC (o per meglio dire, dei Ribelli dell’UDC) che ha dichiarato il grave errore fatto due anni fa nell’aver creduto possibile un’asse PD-UDC. A questi vanno aggiunti i Cons.ri Mollica e Rovere che, soprattutto quest’ultimo, ha dichiarato che, nonostante si trovasse in opposizione, aveva spesso cercato di portare proposte alla maggioranza ma, restando questa sorda ad ogni idea, non ne vedono ne la capacità, ne la volontà a trovare soluzioni idonee a risolvere i gravi problemi in cui Albano è precipitata.  La discussione nata su questa verifica, ha evidenziato, in maniera inconfutabile, che siamo arrivati ad avere, in Consiglio Comunale, 15 consiglieri (i sopra elencati ad quali si aggiungono quelli di opposizione) contrari alla prosecuzione di questo mandato amministrativo. Contrari perché, in questi due anni, nulla si è fatto del programma elettorale, perché, nonostante i continui rimpasti della Giunta da parte del Sindaco, nel tentativo di accontentare quel partito o quella lista per salvare una maggioranza mai esistita se non su carta, mai si è riusciti a creare quell’unità e compattezza di squadra, necessari per trovare soluzioni ed dee da realizzarsi per risolvere i problemi amministrativi. Contrari perché l’incapacità del Sindaco di creare un gruppo omogeneo e compatto, e la conseguente incapacità delle giunte create di creare soluzioni, hanno fatto precipitare le società partecipate, in primis Albalonga ed Albafor, in un baratro culminato con la messa in liquidazione, fatto gravissimo per gli equilibri di bilancio del Comune, socio unico delle società, che ormai è sull’orlo della bancarotta, perché da queste società (soprattutto Albalonga) dipendo tutti i servizi prestati alla città, servizi che ora, questa è l’indicazione che emerge, che verranno messi in vendita partendo dalle Farmacie Comunali. Baratro che ha portato già alla mancata retribuzione delle ultime mensilità, a tutti i dipendenti, che ha portato al licenziamento di moltissimi di questi e, con il definitivo fallimento ormai prossimo, a quello di tutti gli altri. Contrari perché l’instabilità della maggioranza ha reso la stessa incapace ed impossibilitata a trovare una qualsiasi soluzione per i problemi che si aggravano ogni giorno di più. E con 15 consiglieri da una parte, e 15 consiglieri dal’altra, certo non si è raggiunta la sfiducia ufficiale (per cui si dovrebbe passare a 16 contrari), ma di certo si è ormai, alla SFIDUCIA DI FATTO ed all’ingovernabilità.
Questa situazione ha portato il Sindaco, anziché prendere atto che NON ESISTE PIIU’ UNA MAGGIORANZA che ogni giorno perde un pezzo, così come le crepe di quel muro che continuo a vedere sgretolarsi, ad accampare futili e puerili scuse, addebitando colpe alla vecchia amministrazioni, al governo nazionale, alla crisi europea e mondiale, senza voler comprendere che senza maggioranza non può governare, ma soprattutto senza saper proporre (lasciamo perdere le presunte ricapitalizzazioni proposte nei mesi scorsi, inattuabili, illegali e respinte dalla Cote dei Conti) una soluzione alla grave situazione in cui Albano versa. Signor Sindaco, Lei continua a cercare di stuccare quelle voragini insanabili che si sono aperte nella Sua squadra, in quel muro, che per governare, dovrebbe essere solido, compatto ed impenetrabile, quel muro, che a qualcuno potrebbe piacere ed a qualcuno no, ma che dovrebbe comunque dare quel senso di stabilità e sicurezza necessaria per salvare Albano. Non si rende, o non si vuole rendere conto, che il muro non è più sanabile e che presto cadrà rovinosamente. Con il problema che non seppellirà soltanto Lei, ma tutta Albano.
In questi giorni, ho avuto anche la malaugurata possibilità di leggere alcune Sue dichiarazioni in merito alla mancata prosecuzione del Consiglio Comunale per assenza della quasi totalità dei suoi componenti, Lei compreso (e le ricordo che c’era un secondo punto all’ordine del giorno); ho letto il Suo paragone con l’amico che la invita al bar a prendere un caffè, ma non si presenta, e pertanto Lei non ha colpe, ma, mi perdoni, un esempio patetico. Un Consiglio è una cosa seria, non è un caffè. Se la minoranza, non avendo possibilità decisionale, viene a sapere che ne Lei, ne la maggioranza, si sarebbe presentata, ed avendo ampiamente ricevuto risposta in merito al quesito sulla situazione politica, a cui lei ha risposto con lo scarica barile e senza rispondere alle accuse dei componenti, anzi, ex-componenti della “Sua” maggioranza, cosa veniva a fare? Perché invece Lei e la “Sua” (inesistente) maggioranza, non vi siete presentati compatti per dare una risposta politica di forza, compattezza e volontà d’intenti? Perché non c’è. No Signor Sindaco, non giochi con la scusa del caffè, Lei non ha più una maggioranza, anche se continuerà a cercare di stuccare l’insanabile muro, e mandare deserto il Consiglio, è stato l’ultimo atto di una disastrosa amministrazione di cui si deve prendere tutte le responsabilità. Ora Lei proverà a tirarla un altro po’, farà passare anche quest’ultimo giorno utile per permettere ai cittadini di tornare al voto a maggio, resterà attaccato irresponsabilmente alla “Sua” poltrona, per qualche altro giorno o settimana, cambia poco, la soluzione diverrà inevitabilmente il commissariamento, lasciando Albano senza soluzioni ad affondare sempre più in basso - conclude Marchetti - ma questo è il FUTURO che ha ridato ad Albano".


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