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domenica 26 febbraio 2012

CASTELLI ROMANI: PROGETTO SPORTELLO SICURO - La Redazione

Riceviamo e pubblichiamo dall'associazione Tuscolana Solidarietà il programma del Progetto "Sportello Sicuro":

Descrizione del progetto 

Il progetto si propone di mantenere attivo l’Albo degli assistenti familiari in fase di realizzazione, affinché sia utilizzabile da tutti i cittadini dei Comuni del territorio del distretto RMH1. Nell’Albo vengono raccolti i nominativi e i dati relativi all’offerta lavorativa qualificata (a vari livelli) ed anche degli aspiranti lavoratori che si offrano per l’attività di assistenti familiari per la cura delle persone anziane e/o disabili. Attraverso uno sportello lavoro sarà fatta una selezione del personale, cercando di far collimare al meglio la domanda con l’offerta più affine.
La selezione terrà conto di eventuali difficoltà che si possano creare in riferimento alle potenziali ostilità che a volte si riscontrano verso l’accettazione di stranieri da parte di utenti. 

Analisi del contesto territoriale e motivazioni 

Nell’area del Distretto Sociosanitario RM H1, che comprende i Comuni di Colonna, Frascati, Grottaferrata, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Rocca di Papa e Rocca Priora, sono presenti circa 92.000 abitanti. L’età della popolazione, come del resto in tutta Italia, continua ad innalzarsi con i relativi problemi connessi all’invecchiamento della popolazione, ovvero l’assistenza, la cura, la compagnia, la logistica, l’aiuto quotidiano, la presenza.  La particolare connotazione del territorio rende gli spostamenti piuttosto difficoltosi a causa delle zone collinari, delle cittadine arroccate, dei mezzi pubblici non sempre disponibili, impedimenti a cui si aggiunge il fatto che i servizi sono sparsi sul territorio e non sono presenti in tutti i centri abitati dei 7 Comuni del Distretto. Ciò comporta una notevole dispersione di energie ed una grande difficoltà di gestione delle situazioni quotidiane specie per le persone con maggior disagio sociale. Alle difficoltà economiche si aggiungono le conseguenze legate all’abbandono, alla solitudine, alla lontananza, alla mancanza di personale, alla necessità di cure sanitarie ripetute e costanti, alle esigenze dettate dalla vita quotidiana, che spesso diventano problematiche di difficile soluzione.  Non sempre l’assistenza è indispensabile per l’intera giornata, infatti il disagio può concentrarsi esclusivamente in alcuni momenti della vita quotidiana. In ogni caso, sia nei casi meno problematici che in quelli più critici, la soluzione che si cerca, è quasi sempre quella di una collaborazione esterna. Tuttavia i cittadini non sempre sono in grado di sostenere l’impegno di selezione del personale per ottenere l’aiuto necessario, né sanno dove rivolgersi per trovare persone qualificate e adatte a sostenere la loro situazione. Il continuo passa-parola espone gli utenti al rischio di ottenere assistenza da parte di personale improvvisato e non adeguatamente formato (disponibile a questo tipo di lavoro magari solo perché disoccupato) con tutti i rischi e le conseguenze negative facilmente immaginabili. Ripetuti sono stati i casi in cui le famiglie, non avendo sufficienti competenze giuridiche, hanno affidato il lavoro a persone immigrate senza regolare permesso di soggiorno. Questo metodo di incontro improvvisato tra domanda e offerta, rimesso completamente alle scarse capacità di selezione delle famiglie, che hanno necessità di trovare una rapida soluzione ai loro problemi, e a persone che necessitano di un’occupazione, crea tutte le condizioni perché si diffonda il ben noto fenomeno del caporalato. La conseguenza più immediata è che si favorisce il lavoro in nero e lo sfruttamento in un settore in cui sarebbe necessario un maggiore inquadramento per la salvaguardia sia dei lavoratori sia dei datori di lavoro. Numerosi sono i rischi in cui possono incorrere entrambe le parti. Spesso gli anziani si trovano a gestire da soli e spesso ingenuamente la scelta dell’assistente, divenendo la vera parte debole del rapporto di lavoro. Ma ovviamente capita di sovente che la situazione sia invertita e che il lavoratore cada in una vera e propria condizione di sfruttamento se non addirittura di schiavitù. A tutto ciò si aggiunga il fatto che le reti familiari hanno subito delle variazioni notevoli: sono sempre più fragili, con nuclei familiari incompleti, in difficoltà lavorative ed economiche, con un sistema valoriale indebolito dalla società moderna, con molta mobilità sul territorio che sfrangia il tessuto familiare. Elementi tutti che non agevolano in caso di bisogno, una accurata attenzione sia nella scelta dell’assistente familiare sia nella comprensione delle giuste modalità del rapporto. Per questi motivi si considera indispensabile da un lato qualificare gli assistenti familiari e dall’altro raggruppare gli operatori e i candidati in un albo che possa essere consultato ed aggiornato costantemente attraverso un servizio che lo gestisca secondo le esigenze e le offerte del territorio. 

Obiettivi 

- Qualificare il lavoro di cura secondo gli standard dettati dal nuovo profilo professionale regionale di Assistente Familiare; 
- Classificare anche tutti gli altri tipi di qualifiche conseguite in altri ambiti formativi per i lavori di cura delle persone anziane o disabili; 
- Raccogliere i nominativi di candidati/aspiranti assistenti familiari che già svolgono questa professione e sono in attesa di frequentare un corso di qualificazione professionale; 
- Offrire un’opportunità di crescita professionale per categorie con limitate competenze spendibili nel mercato del lavoro; 
- Offrire un’opportunità di inserimento lavorativo facilitato ed assistito; 
- Realizzare uno strumento che faciliti l’emersione del lavoro di cura fino ad oggi sommerso e poco trasparente, favorendo la regolarizzazione dei rapporti di lavoro domestico; 
- Realizzare uno sportello lavoro che attraverso un ascolto approfondito ed una verifica accurata valuti le richieste e le offerte di lavoro cercando di inviare la persona più adeguata nel posto più consono. 

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