Il
convegno sullo Sviluppo
Sostenibile ed Enti locali:Si può fare!,
si è tenuto mercoledì 23 maggio nella Sala Don
Luigi Di Liegro di Palazzo
Valentini, via IV Novembre 119/a in Roma, promosso dalla Commissione
Bilancio e dalla Commissione Tutela Ambientale della Provincia di
Roma, presiedute rispettivamente dall’on. Ugo Onorati, Presidente
Commissione Bilancio, Personale e Affari generali della Provincia di
Roma e dall’on. Alberto Filisio, Presidente Commissione Beni Comuni
e Tutela ambientale della Provincia di Roma e organizzato dal
Consorzio di Ricerca Hypatia, coordinato dall’Arch. Cristiano
Cocco, coordinatore delle attività fonti rinnovabili del Consorzio
Hypatia, in collaborazione con l’Istituto Europeo Terzo Millennio,
di cui il dott. Andrea Pizzicaroli, Presidente del suddetto istituto
ne è stato il moderatore.
Il professore Ivan Davoli, Docente
all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata nel Dipartimento di
Fisica ha esaminato il tema della Tecnologia
al servizio della comunità.
Nella sua analisi dei materiali usati dalla scienza si è soffermato
sul carbonio, un atomo che è presente sia nel diamante che nella
grafite, ma mentre nel primo ne determina la durezza, nell’altra la
caratteristica è la sua morbidezza, il segreto è dato dalla diversa
struttura di questi elementi. Il docente ha spiegato la funzione dei
nanotubi di carbonio che possono raggiungere dimensioni filiformi.
Queste forme atropiche del carbonio sono inerti e vengono impiegate
nel medicamento di cellule tumorali, come avviene in chemioterapia.
La superconduttività è un’altra proprietà di alcuni materiali
che possono essere attraversati da una quantità di corrente, senza
ulteriore consumo e con un notevole risparmio di costi. «Per quanto
riguarda i materiali fotovoltaici – prosegue il docente – questi
sono composti di silicio e la scienza ha due possibilità: quella di
trovare un altro materiale o diversificare le caratteristiche del
fotovoltaico per aprire nuovi mercati. Il prossimo obiettivo è
quello di creare motori ultraleggeri capaci di resistere a
sollecitazioni termiche (alluminio-magnesio). Anche nel settore dei
Beni culturali, per studiare un’opera occorrono materiali specifici
e solo gli Enti locali – conclude il professore - possono
intervenire per migliorare la situazione, mirando le loro scelte di
politica industriale, attraverso la mediazione tra le caratteristiche
industriali e quelle d’informazione». La
dott.ssa Maria Flavia Gravina, ricercatrice in Ecologia del
Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata, nel
suo intervento Sistema
integrato dei rifiuti trasformare un costo in risorsa,
attraverso la metafora della Piramide, Dante e i binari ha illustrato
come i rifiuti che si accumulano in Italia possono occupare lo spazio
della Piramide di Cheope che ha un’altezza di 130mt e che 50t sono
i rifiuti che ciascuno di noi accumula, pari al volume di un
brontosauro. «Un rifiuto è una qualsiasi sostanza o oggetto –
spiega la docente – di cui l’utente intende disfarsi e la sua
fine dipende dal l’impiego che ne vogliamo fare. Per andare verso
il destino di un rifiuto, ossia per individuarne i criteri di
priorità e analizzarne la sorte, ripercorriamo il tragitto di Dante,
iniziando dall’Inferno rappresentato sia dalle discariche in cui si
accumulano piramidi di rifiuti, luoghi che sottraggono spazi alle
attività utili, sia dagli inceneritori che trasformano i rifiuti in
diossina e ossido di azoto. Per andare in Purgatorio occorre passare
al riciclo, ossia recuperare dai rifiuti i materiali di cui sono
composti per creare nuovi beni. Per raggiungere il Paradiso occorre
riutilizzare gli oggetti (la bottiglia può contenere un altro
liquido) e ridurre gli imballaggi eccessivi. L’Italia è l’unica
economia avanzata che importa materiale riciclato dall’Estero, che
tradotto in termini economici significa che nel 2004 si recuperarono
212miliardi di euro e nel 2008 la cifra ammontò a 319miliardi di
euro». La dott.ssa Gravina ha poi parlato di green procurement,
ovvero l’esplicita considerazione di parametri ambientali nelle
procedure di acquisto della Pubblica Amministrazione e delle aziende,
in altri termini è la consapevolezza di poter scegliere quei
prodotti e servizi che hanno un minore, oppure ridotto effetto sulla
salute umana e sull’ambiente, rispetto ad altri prodotti utilizzati
allo stesso scopo. Quindi acquistare prodotti (il binario, che
rappresenta la mobilità) ottenuti con basso impatto ambientale a
basso consumo di risorse, come ad esempio la plastica riciclata che
viene utilizzata negli arredi urbani. Occorre altresì, incrementare
la ricerca e l’innovazione per il recupero delle risorse meno
rinnovabili, come ad esempio i metalli rari quali il gallo, il
germanio e il litio che sono presenti in piccole quantità negli
oggetti e localizzati in pochi Paesi tra i quali la Cina. «Se
l’Europa vuole riciclare questi materiali – continua la dott.ssa
Gravina – li deve recuperare dai rifiuti, come vanno recuperate le
scorie d’incenerimento che contengono anch’esse tracce di
metalli, ossia risorse non rinnovabili. Quindi, per poter agire al
meglio, occorre cambiare la nostra mentalità, considerando che la
Terra è in prestito e va lasciata nelle condizioni di funzionalità
come l’abbiamo ottenuta». Il
valore economico dei servizi eco sistemici
è stato il titolo dell’argomento trattato dal dott. Attilio
Colagrossi, Dirigente ISPRA, che ha fatto osservare come «l’insieme
degli ecosistemi rappresenta un capitale naturale: aria, acqua,
fauna, ma il loro utilizzo quotidiano passa inosservato nel nostro
sistema economico, perché non hanno un valore economico, in quanto
sono gratuiti. Il loro sfruttamento tuttavia, ne causa
l’impoverimento con conseguente decadimento del sistema umano.
L’Ecosistema, per essere mantenuto, ha bisogno di risorse e
riconoscere un valore agli ecosistemi consente alla classe dirigente
di definire una strategia per pianificare i propri progetti».
Colagrossi ha poi citato la teoria di Adam Smith, considerato il
fondatore dell’economia politica liberale, secondo il quale il
termine “valore” si distingue in due accezioni: “valore d’uso”,
in relazione all’utilità del bene e “valore di scambio”, in
relazione al potere di acquistare altre cose che il possesso di quel
bene comporta. Smith quindi fa l’esempio del paradosso dell’acqua
e del diamante, osservando che l’acqua è utile, ma difficilmente
con essa si comprerà qualcosa o avere qualcosa in cambio, mentre il
diamante, al contrario, ha difficilmente qualche valore d’uso, ma
in cambio di esso su può ottenere una grandissima quantità di altri
beni. Ma come si determina il valore di un bene dell’Ecosistema?
Esso dipende da quanto il cittadino è disposto a pagare per il bene
ambientale. Il dott. Colagrossi ha puntualizzato come gli ecosistemi
si possano riprodurre, quando l’uomo ne necessita ed è il caso
della fitodepurazione, in cui sono inseriti elementi valutativi di
questi servizi. Il riuso dell’acqua reflua è un metodo per poter
riutilizzare e non depauperare i nostri bene ambientali. Il Dirigente
ha informato il pubblico presente che l’Italia, attraverso il
Ministero dell’Ambiente, già da quest’anno ha promosso un forum,
per discutere di questi temi, cercando di rendere disponibili tutte
le esperienze fatte nel nostro Paese.
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