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martedì 21 febbraio 2012

ALBANO: UN PASSO AVANTI – di Andrea Titti

L'idea di aggregare l'area moderata per l'alternativa nella nostra città, che anche da queste pagine avevamo prospettato, sta avendo eco tra la gente ed all'interno delle Istituzioni. Il disegnare nuovi scenari tuttavia, non può bastare per trovare soluzioni concrete ai problemi che Albano sta vivendo. Occorre riempire di contenuti e di persone lo spazio politico che si vorrebbe costruire. Per ora non ci devono interessare numeri, percentuali, maggioranze o minoranze, né tanto meno distribuire colpe e responsabilità su singole persone, sia del passato che del presente.
Per questi motivi i toni che talvolta la politica usa, tendenti all'attacco personale verso chi detiene temporaneamente responsabilità di governo, non sono rappresentativi dello spirito della nostra proposta politica. Essa infatti, in uno scenario in rapido mutamento ad ogni livello, si pone come nuovo baricentro di governo della cosa pubblica trasformando gli attuali assetti. Se la politica e gli attuali contenitori vivono una fase di innegabile confusione, l'area che si vuole edificare non potrà che fondarsi sulla definizione di regole condivise avvalendosi di un metodo quanto più possibile democratico collegiale e partecipato. Partire dalle regole anziché dalle leadership, sarà il vero fattore di cambiamento capace di coinvolgere tutta la nostra comunità attorno a delle scelte difficili che siano capaci di rilanciare lo sviluppo del nostro territorio. Ciò non dovrà significare disperdere quello che di buono ha portato l'elezione diretta del Primo Cittadino. Il rispetto del mandato degli elettori unito ad una stabilità di governo responsabile sono e dovranno restare valori irrinunciabili. Non si può però far finta di non vedere l'attuale incapacità del sistema nel risolvere questioni dirimenti inerenti sia la gestione delle risorse finanziarie sia la pianificazione territoriale. Ecco perché tutti i soggetti che a vario titolo vorranno partecipare ad un progetto politico all'attuale sistema si dovranno giocoforza ritrovare su alcuni capisaldi quali la separazione delle scelte competenti la sfera politica da quella amministrativa; ridare centralità alla più alta assemblea elettiva cittadina in un rinnovato rapporto dialettico e costruttivo con la Giunta ed il primo cittadino. Il Consiglio Comunale non potrà più essere ruolo di ratifica ove il confronto è ingessato da schieramenti precostituiti e forzati. La lezione che ci viene dalle vicende nazionali, se letta nella giusta maniera può fare di Albano il luogo di incubazione per un nuovo modello politico di alleanza e di governo, che escluda ogni estremismo valorizzando tutto ciò e tutti coloro che vogliono costruire, ritrovandosi in un rassemblement che rifiuti il concetto di egemonia. valorizzando altresì ogni autonomia politica e territoriale. Con questo schema andrebbero ovviamente a cadere tutte quelle posizioni che fino ad oggi hanno garantito rendite di posizione e vantaggi a chi ha inteso il centro come luogo statico. La politica dei due forni che fino ad ora poteva garantire la sopravvivenza nell'era del bipolarismo muscolare non avrà più ragione di esistere. La politica ha come suo fine ultimo la risoluzione dei problemi nell'interesse generale ecco perché alle questioni di oggi non si può rispondere con le soluzioni di ieri, ma lo si dovrà fare attraverso una complessiva assunzione di responsabilità da parte delle classi dirigenti le quali parallelamente dovranno fornire le adeguate garanzie per un reale ricambio e ringiovanimento di loro stesse pena la loro dissoluzione.

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