Grande successo dell’assemblea pubblica sulla gestione idrica nei Castelli Romani: 150 persone tra cittadini e sindaci hanno preso parte al primo incontro–dibattito promosso dall’Amministrazione comunale di Grottaferrata in collaborazione con il Coordinamento dei Comitati Acqua Bene Comune dei Castelli Romani per unire le forze e rilanciare un’azione comune dopo il successo referendario. L’incontro si è svolto a Grottaferrata il 28 gennaio 2012 presso il Teatro S. Cuore via Garibaldi 19. La sala era gremita all’inverosimile, in molti hanno trovato posto solo in piedi. Lunghi applausi hanno sottolineato gli interventi dei relatori.
Vivace ed acceso il confronto tra i cittadini e gli amministratori locali. L’inquinamento dell’acqua dei Castelli Romani e la ripubblicizzazione del servizio idrico sono stati i temi principali della discussione. Presenti sindaci, assessori e presidenti dei consigli comunali di Grottaferrata, Marino, Rocca di Papa, Lanuvio, Rocca Priora, Castel Gandolfo, Albano, Genzano, Ariccia e Velletri. Sindaci, cittadini e movimenti dei Castelli Romani insieme nella battaglia a difesa dell’acqua come bene comune. L’impegno di tutti i presenti è stato quello di riproporre a breve una seconda assemblea e il comune di Ariccia ha già dato la sua disponibilità. Il dibattito voleva contribuire a definire uno spazio comune in cui i Comuni e i cittadini possano avviare un’analisi delle problematiche relative alla gestione dell’acqua individuando le strategie utili e percorribili per un miglioramento del servizio, per la riduzione degli sprechi e per il controllo costante della qualità dell’acqua. Molte le proposte emerse e gli impegni presi: da un maggior coordinamento tra i sindaci del territorio , soprattutto per portare delle proposte condivise alle prossime conferenze dei sindaci di Ato2 in tema di regolamento dell'utenza, all’impegno a modificare gli statuti per sancire che l'acqua è un bene comune ed irrinunciabile per la vita e, in generale, a pronunciarsi in maniera netta contro le disfunzioni del servizio ad opera del gestore. Più amministratori hanno infatti denunciato le mancanze di Acea: si va dal mancato recapito delle bollette (a cui però ha fatto seguito la richiesta di mora agli ignari utenti), al mancato intervento per interruzioni del servizio, e, cosa ancora più drammatica, alla tariffa sociale che, benché applicata , non basta, in questo periodo di crisi, a non gettare nello sconforto le categorie più disagiate. E’ stato poi affrontato in particolare il drammatico problema dell’inquinamento dell’acqua. Il Coordinamento dei Comitati Acqua Bene Comune dei Castelli Romani ha presentato analisi indipendenti relative all’incredibile concentrazione di arsenico ed altri inquinanti presenti nei diversi comuni dell’area castellana con idee e proposte di superamento del problema. Il tema del rispetto del bilancio idrico in un'area fortemente antropizzata ha richiamato particolarmente l'attenzione dei presenti. Altro tema molto sentito è quello dei distacchi, che il gestore è autorizzato a fare, in molte occasioni anche sbagliando. Questo crea disagi drammatici ai cittadini nonché alle pubbliche amministrazioni perché, con il distacco dell’acqua (per errore o morosità), si crea un potenziale problema sanitario ed è compito dei sindaci intervenire. La richiesta dei comitati è che sia inserita una figura terza in grado di valutare ogni singola azione di distacco promossa dal gestore evitando così errori e ingiustizie. Sono state trattate anche le problematiche relative al percorso di ripubblicizzazione dei servizi idrici in attuazione dell’esito referendario . Sempre in relazione a quest’ultimo, i comitati acqua bene comune hanno presentato la campagna di obbedienza civile, ovvero di autoriduzione delle bollette idriche, che partirà in tutta Italia il prossimo 4 febbraio per dare concreta attuazione all'eliminazione della c.d. “Remunerazione del capitale”, una delle componenti utilizzate per il calcolo del “Ricavo garantito del gestore”. Tale cifra è pari al 7% del capitale investito più gli investimenti previsti nell’anno solare di riferimento. Nel caso dell’Ato 2, secondo i calcoli basati sull’ultima revisione del piano tariffario, la “remunerazione “ incide per circa il 18% sulla bolletta inviata da Acea Ato 2 Spa alle famiglie. Una somma che ora i cittadini non devono più pagare ma che gestori e Ato ancora pretendono in barba all’esito del referendum. L'autoriduzione si applica per il periodo successivo al 20 luglio 2011, data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale con il decreto di proclamazione del risultato elettorale. Ricordiamoci che dalla privatizzazione ad oggi Acea Ato2 ha già guadagnato circa 500 milioni di euro. Soldi andati al gestore che erano (e sono) invece fondamentali per modernizzare le reti idriche della Provincia. Infine è stato messo in evidenza che è possibile non pagare la quota della tariffa relativa alle spese di depurazione e fognatura nei casi in cui non si usufruisca di tali servizi, così come è possibile richiedere la restituzione dei canoni già pagati, sempre per tali servizi. Al termine dell'assemblea è stata anche proposta l'elaborazione successiva di un documento di impegni da sottoporre ai sindaci per la sottoscrizione in modo da vincolare l'azione delle amministrazioni .
Vivace ed acceso il confronto tra i cittadini e gli amministratori locali. L’inquinamento dell’acqua dei Castelli Romani e la ripubblicizzazione del servizio idrico sono stati i temi principali della discussione. Presenti sindaci, assessori e presidenti dei consigli comunali di Grottaferrata, Marino, Rocca di Papa, Lanuvio, Rocca Priora, Castel Gandolfo, Albano, Genzano, Ariccia e Velletri. Sindaci, cittadini e movimenti dei Castelli Romani insieme nella battaglia a difesa dell’acqua come bene comune. L’impegno di tutti i presenti è stato quello di riproporre a breve una seconda assemblea e il comune di Ariccia ha già dato la sua disponibilità. Il dibattito voleva contribuire a definire uno spazio comune in cui i Comuni e i cittadini possano avviare un’analisi delle problematiche relative alla gestione dell’acqua individuando le strategie utili e percorribili per un miglioramento del servizio, per la riduzione degli sprechi e per il controllo costante della qualità dell’acqua. Molte le proposte emerse e gli impegni presi: da un maggior coordinamento tra i sindaci del territorio , soprattutto per portare delle proposte condivise alle prossime conferenze dei sindaci di Ato2 in tema di regolamento dell'utenza, all’impegno a modificare gli statuti per sancire che l'acqua è un bene comune ed irrinunciabile per la vita e, in generale, a pronunciarsi in maniera netta contro le disfunzioni del servizio ad opera del gestore. Più amministratori hanno infatti denunciato le mancanze di Acea: si va dal mancato recapito delle bollette (a cui però ha fatto seguito la richiesta di mora agli ignari utenti), al mancato intervento per interruzioni del servizio, e, cosa ancora più drammatica, alla tariffa sociale che, benché applicata , non basta, in questo periodo di crisi, a non gettare nello sconforto le categorie più disagiate. E’ stato poi affrontato in particolare il drammatico problema dell’inquinamento dell’acqua. Il Coordinamento dei Comitati Acqua Bene Comune dei Castelli Romani ha presentato analisi indipendenti relative all’incredibile concentrazione di arsenico ed altri inquinanti presenti nei diversi comuni dell’area castellana con idee e proposte di superamento del problema. Il tema del rispetto del bilancio idrico in un'area fortemente antropizzata ha richiamato particolarmente l'attenzione dei presenti. Altro tema molto sentito è quello dei distacchi, che il gestore è autorizzato a fare, in molte occasioni anche sbagliando. Questo crea disagi drammatici ai cittadini nonché alle pubbliche amministrazioni perché, con il distacco dell’acqua (per errore o morosità), si crea un potenziale problema sanitario ed è compito dei sindaci intervenire. La richiesta dei comitati è che sia inserita una figura terza in grado di valutare ogni singola azione di distacco promossa dal gestore evitando così errori e ingiustizie. Sono state trattate anche le problematiche relative al percorso di ripubblicizzazione dei servizi idrici in attuazione dell’esito referendario . Sempre in relazione a quest’ultimo, i comitati acqua bene comune hanno presentato la campagna di obbedienza civile, ovvero di autoriduzione delle bollette idriche, che partirà in tutta Italia il prossimo 4 febbraio per dare concreta attuazione all'eliminazione della c.d. “Remunerazione del capitale”, una delle componenti utilizzate per il calcolo del “Ricavo garantito del gestore”. Tale cifra è pari al 7% del capitale investito più gli investimenti previsti nell’anno solare di riferimento. Nel caso dell’Ato 2, secondo i calcoli basati sull’ultima revisione del piano tariffario, la “remunerazione “ incide per circa il 18% sulla bolletta inviata da Acea Ato 2 Spa alle famiglie. Una somma che ora i cittadini non devono più pagare ma che gestori e Ato ancora pretendono in barba all’esito del referendum. L'autoriduzione si applica per il periodo successivo al 20 luglio 2011, data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale con il decreto di proclamazione del risultato elettorale. Ricordiamoci che dalla privatizzazione ad oggi Acea Ato2 ha già guadagnato circa 500 milioni di euro. Soldi andati al gestore che erano (e sono) invece fondamentali per modernizzare le reti idriche della Provincia. Infine è stato messo in evidenza che è possibile non pagare la quota della tariffa relativa alle spese di depurazione e fognatura nei casi in cui non si usufruisca di tali servizi, così come è possibile richiedere la restituzione dei canoni già pagati, sempre per tali servizi. Al termine dell'assemblea è stata anche proposta l'elaborazione successiva di un documento di impegni da sottoporre ai sindaci per la sottoscrizione in modo da vincolare l'azione delle amministrazioni .
A cura del Coordinamento dei Comitati Acqua Bene Comune dei Castelli Romani Per info : acquapubblica.castelliromani@gmail.com http://acquabenecomunecastelliromani.com
Nessun commento:
Posta un commento