Si è concluso nei giorni
scorsi il Progetto Orientamento, Formazione, Tirocinio per
l’inserimento lavorativo nelle imprese e botteghe artigiane del
settore Restauro-Beni Culturali. Un’iniziativa del
Cefme, Centro Formazione Maestranze Edili di Roma e Provincia,
finanziata dalla Regione Lazio con il contributo del Fondo Sociale
Europeo. Il corso era riservato a
disoccupati italiani e comunitari con conoscenze pregresse
nell’ambito del restauro di età compresa tra i 20 e i 29 anni,
con lo scopo di acquisire competenze teorico pratiche per l’avvio
alla professione artigiana del restauratore.
Sono state molte le
domande di partecipazione, ma solo 13 sono riusciti a vivere
quest’avventura durata più di sei mesi tra attività teoriche in
aula e tirocini professionalizzanti presso laboratori e cantieri di
restauro, per un totale di 800 ore. Le lezioni teoriche hanno
avuto luogo presso la sede romana del CE.F.M.E., in via F.
Fiorentini, mentre la parte pratica in diversi cantieri capitolini di
rilevante interesse culturale. “L’attività teorica è stata
programmata per fornire una preparazione che, integrata con le altre
azioni del progetto, consentisse a giovani disoccupati di conoscere
più approfonditamente il mestiere tradizionale del restauratore –
spiega il Direttore Generale del CE.F.M.E. Fernando Santucci - gli
insegnamenti sono stati impartiti da esperti del settore del
restauro. Si sono succeduti, inoltre, insegnamenti teorici
finalizzati all’acquisizione della conoscenza delle tecniche
artistiche come le tecniche pittoriche su tela o murali o decorative,
le varie tecniche di restauro su affreschi, mosaici, dipinti su tela
e su muro; la storia e la teoria del restauro sino ai giorni nostri;
le modalità di organizzazione di cantiere; il restauro conservativo;
la preventivazione e progettazione degli interventi di restauro
conservativo. Poi i nostri allievi hanno effettuato lezioni sulla
salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ai sensi del D.lgs 81/08 e
s.m.i., sulla creazione e gestione di micro imprese artigiane”. Poi la seconda parte,
quella tanto attesa dagli allievi, la più lunga e la più
interessante dal punto di vista dell’acquisizione delle competenze
professionali. I corsisti sono stati divisi in gruppi di lavoro e
affidati a diversi maestri restauratori dell’Impresa Artigiana
C.S.R. Restauro Beni Culturali, hanno potuto operare sul campo e
applicare le metodologie studiate durante le lezioni in aula. “I tirocinanti hanno
lavorato al fianco dei maestri artigiani all’interno del
laboratorio del C.S.R. Restauro Beni Culturali – spiega il
Presidente del CE.F.M.E. ing. Giuseppe D’Ascenzo – ma hanno anche
affiancato gli stessi nei lavori esterni su cantieri di interesse
nazionale. Un gruppo di allievi ha lavorato in quella che gli
archeologi definiscono ‘La Pompei in miniatura’, il sottosuolo di
Colle Oppio nell’area sottostante le Terme di Traiano, all’altezza
della cancellata che disegna la fine del parco. Un altro gruppo
invece si è trovato a lavorare nel Villaggio Olimpico, per il
restauro di 3 gruppi scultorei bronzei realizzati dall’artista
Amleto Cataldi nei primi anni del Novecento”. Un lavoro, quello sul
campo, che è durato quasi 6 mesi. “In questo modo i ragazzi non
solo hanno affiancato i maestri restauratori - ci fa notare il Vice
Presidente del CE.F.M.E. dott.sa Elena Schifino – ma si sono
cimentati in prima persona nei vari momenti del lavoro, dal restauro
di dipinti su tela e tavola, manufatti lignei, guidati dalla
restauratrice Silvana Franchini, suppellettili provenienti da scavi
archeologici, , e sculture in bronzo, diretti dai restauratori
Francesca Angelo e Riccardo Mancinelli e su mosaici, con a capo i
restauratori Eugenio Mancinelli, Riccardo Mancinelli ed Eliana
Billi”. I luoghi in cui gli
allievi hanno lavorato, come detto prima, sono di interesse
nazionale. Per quanto riguarda il cantiere delle Terme di Traiano, i
tirocinanti hanno affiancato i maestri restauratori in quella che è
ancora una miniera da esplorare. Due diversi centri urbani del primo
impero. L’ultimo rinvenimento, che ha visto protagonisti gli
allievi è stato un gigantesco mosaico parietale , esempio unico
della capitale dei Cesari, raffigurante, tra l’altro, cinque figure
femminili. E proprio su questo esempio unico hanno potuto prestare la
propria opera gli allievi del CE.F.M.E..
“I ragazzi
hanno lavorato in tutte le fasi – spiegano i maestri restauratori
Eugenio Mancinelli, Silvana Franchini, Riccardo Mancinelli, Francesca
Angelo ed Eliana Billi – intervenendo sul materiale archeologico
che è emerso dallo scavo. Un lavoro di pulitura sullo scavo e sui
materiali, come suppellettili che lo scavo ha restituito, fino a
lavorare sul consolidamento, pulitura e restauro dei mosaici
parietali rinvenuti. Un lavoro che hanno affrontato con passione e
devozione, completamente calati nel ruolo di restauratori, consci di
operare in un luogo, quello della Roma Antica che è patrimonio
dell’umanità”. Per quanto riguarda il
secondo gruppo, anche in questo caso è stato effettuato un gran bel
lavoro nel restauro dei bronzi di Amleto Cataldi degli inizi del
‘900. “Si tratta di sculture in bronzo di proporzioni gigantesche
raffiguranti tre gruppi di due atleti ciascuno in procinto di
esprimere le loro categorie sportive – spiegano il responsabile del
progetto del CE.F.M.E. Massimiliano Neri e i maestri restauratori
Riccardo Mancinelli e Francesca Angelo - il celebre Arch. Marcello
Piacentini nel 1927 ebbe l’incarico di ristrutturare il vecchio
“Stadio Nazionale” risalente al 1911 nel quartiere Flaminio e su
quattro colonne, nella parte superiore della nuova facciata in pietra
da lui realizzata, fece collocare questi pregevoli gruppi di atleti.
Nel 1957, lo stadio divenuto nel frattempo troppo piccolo fu
abbattuto per far posto all’attuale stadio Flaminio e in questa
circostanza l’impresa che eseguì i lavori li rimosse,
danneggiandoli profondamente. Furono poi raccolti e abbandonati in
differenti depositi comunali. Fu solo grazie al lavoro investigativo
di un attento e scrupoloso giornalista che abitava al Villaggio
Olimpico che a poco a poco e con impegno e perseveranza si riuscì a
ritrovare i gruppi bronzei e a ottenere che, dopo un sommario
restauro, fossero negli anni sessanta collocati su adeguati
piedistalli nella attuale sede. Da lì arriviamo ad oggi e all’opera
di restauro iniziata nei mesi scorsi, con un lavoro di pulitura e di
lucidatura e consolidamento dei bronzi, grazie al lavoro dei ragazzi
che anche in questo caso non si sono risparmiati, noncuranti delle
intemperie e della fatica fisica”.
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