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lunedì 13 febbraio 2012

ALBANO: RILANCIARE LE AUTONOMIE DELLE FRAZIONI - di Massimiliano Andreacchio


L'esperimento delle Circoscrizioni, come centro di partecipazione popolare e di valorizzazione delle frazioni periferiche, è tramontato per una legge dello Stato che ha apparentemente tagliato i costi della politica, ma sul territorio di Albano Laziale, nulla ha surrogato quell'esperienza, lasciando così le nostre popolose frazioni, ancora una volta, ad un ruolo subalterno rispetto alle scelte dei soliti noti. Di costi tagliati per altro non se ne vede l'ombra, dato che, gli esosi affitti per la locazione delle sedi circoscrizionali ancora persistono, senza vedere una seria valorizzazione di quegli spazi. Per territori come il nostro invece, ove insistono realtà ampie come Pavona e Cecchina, che si avviano a superare per abitanti molti comuni limitrofi, il problema di una adeguata rappresentanza delle istanze locali esiste e persiste.
Nelle ultime consultazioni municipali si è tentato un laboratorio a Pavona, attraverso la presentazione di una lista territoriale, la quale, pur avendo riscosso un notevole successo numerico, non ha potuto dispiegare in seno alla massima assemblea elettiva cittadina, le sue potenzialità e le sue proposte. La politica politicante ha ancora una volta ridotto al silenzio un movimento autenticamente popolare che dal basso si proponeva come interlocutore politico per avvicinare cittadini, territorio ed Istituzioni. Quell'idea tuttavia, a nostro avviso non va dispersa, anzi va recuperata e nuovamente rilanciata, con i dovuti accorgimenti, ma con il medesimo genuino spirito di iniziativa tra la gente. Pavona ha dimostrato di rispondere positivamente alle sollecitazioni, si riparta da qui, riallacciando i fili del dialogo. Lo si faccia avendo come stella polare dell'azione politica il valore ed il senso dell'autonomia, rifuggendo ogni tentazione egemonica e normalizzatrice che la politica di Albano ha. Il ritorno vero al territorio oggi è l'unico, e per certi versi l'ultimo antidoto verso le forze dell'antipolitica ed alla disaffezione verso le autorità democratiche. Chi vi scrive è convintamente assertore di un rinnovato ritorno di vere strutture partitiche, entro le quali si svolga una partecipata dialettica ed un confronto sereno e leale nell'interesse generale, ma oggi, non essendoci più partiti realmente rappresentativi e partecipati, uno stimolo che venga dalla base, dalle persone in carne ed ossa, sarebbe auspicabile e benvenuto. Non si può attendere in eterno e intanto veder morire giorno dopo giorno la propria terra.     

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