La Repubblica d’Irlanda, paese membro dell’Unione Europea a dell’Eurozona, svolgerà, il prossimo 31 maggio, un referendum sul “Trattato di Stabilità, Coordinamento e Governance nell’Unione economica e monetaria”. I cittadini del paese atlantico saranno chiamati a esprimere la propria opinione sul Trattato di Stabilità Fiscale approvato dal Consiglio europeo il 30 gennaio 2012. Il principale consulente legale del governo irlandese ha osservato che la ratifica del trattato deve avvenire tramite referendum.
Il Primo Ministro Enda Kenny ha quindi annunciato lo svolgimento della consultazione popolare. I più importanti partiti irlandesi sono per lo più per il sì. Sono favorevoli al trattato il Fine Gael, partito di centro-destra, decisamente europeista, vicino alle posizioni cristiano-democratiche e conservatrici e membro del Partito Popolare Europeo e dell’Internazionale Democratica Centrista, il Fianna Fáil - The Republican Party, il principale partito repubblicano irlandese caratterizzato originariamente da posizioni di centro-sinistra e che si è successivamente spostato su posizioni liberal-democratiche e conservatrici e membro, nell’europarlamento, del Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori, ed infine il Partito Laburista Irlandese, di ispirazione socialdemocratica e componente del Partito Socialista Europeo e dell’Internazionale Socialista. Contrari al trattato sono invece il Sinn Féin, partito social-nazionalista che a Bruxelles aderisce alla Sinistra Europea – Sinistra Verde Nordica, e il Partito Socialista che fonda la sua ideologia sul trotzkismo e si pone quindi a sinistra del Partito Laburista. I vertici europei seguiranno con attenzione la consultazione popolare. I cittadini irlandesi hanno bocciato, in passato, tramite referendum, due trattati europei che successivamente, dopo nuove consultazioni popolari e dopo una migliore informazione, hanno approvato. L’Unione Europea spera che il trattato, questa volta, venga approvato subito. L’entrata in vigore dell’Accordo europeo non impedisce la possibilità di raggiungere in futuro una migliore intesa. Il successo del no provocherebbe invece gravi conseguenze per il paese atlantico sia direttamente l’Irlanda, se vincesse il no, non entrerebbe nell’European Stability Mechanism (il nuovo fondo di sostegno per le economie in difficoltà), fondo che garantirebbe prestiti a interessi molto bassi e aiuterebbe gli investitori a rilanciare l’economia del paese) sia indirettamente poiché la vittoria del no non gioverebbe all’Unione Europea, comunità a cui anche l’Irlanda appartiene e che sta attraversando un momento molto difficile.
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