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sabato 19 maggio 2012

ORA TOCCA AI GIOVANI: TACCIANO I PAGLIACCI E GRILLO CI RISPARMI I SUOI SERMONI - di Andrea Titti

Non siamo investigatori ne abbiamo prove concrete sulla matrice dell'attentato terroristico che, per la prima volta, ha avuto l'obiettivo di colpire una generazione e non una categoria. Non vi proponiamo teoremi, su mandanti ed esecutori, riflettiamo insieme a voi su come l'uomo arrivi a pensare e porre in essere azioni criminali di simile raccapriccio e brutalità, verso i propri figli.
Si dice che la criminalità organizzata colpisca i simboli di chi la combatte, chi sul campo tutti i giorni si frappone come argine allo strapotere delle sue logiche perverse e tentacolari, nelle piccole come nelle grandi cose. Ecco quindi che ora tocca a noi, ai ragazzi, a quella generazione schiacciata tra un restringimento dei diritti ed un ridimensionamento della qualità della vita, che ancora però non ha rinunciato alla libertà ed alla possibilità di partecipare alla costruzione di una società migliore, attraverso le più varie forme di impegno attivo nella vita civile e democratica della propria Patria. Prima erano i magistrati, poi i politici ed i cittadini che rifiutavano di piegare la schiena, ora i ragazzi e le ragazze che, con la loro vitale energia, non accettano di declinare in silenzio e fanno sentire la propria voce anche attraverso un concorso per la legalità per licei, proponendo una loro visione tutt'altro che distratta e marginale, di una realtà che li vorrebbe drogati ed intossicati dalle meschinità che il materialismo, l'arroganza e la volgarità del potere propongono. Nel tempo in cui ricordiamo i sacrifici di uomini e donne quali Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, assistiamo ancora una volta alle dimostrazioni sanguinarie di "menti raffinatissime" che intuiscono bene da dove arrivi il pericolo per i loro disegni egemonici. Melissa, con il suo estremo sacrificio, non poteva farci un regalo più prezioso di questo, il simbolo di una generazione in movimento, che lotta con umiltà per un futuro di pace e legalità, tanto strenuamente quanto faticosamente, nelle azioni quotidiane, nell'eroismo della sopravvivenza fuori dai ricatti, nel tempo di una crisi, sociale e morale ancor prima che economica. L'enormità e la potenza di questo messaggio non viene scalfita dalla pochezza di taluni che non rinunziano, anche in giorni come questo, a far sentire il loro raglio in sottofondo, sproloquiando sentenze e stilando mattinali degni di miglior causa sol per dare segno a loro stessi della propria, inutile, esistenza politica. Si va dall'ex Ministro della Giustizia Castelli, già trombato candidato sindaco leghista nella sua Lecco, che invita la magistratura ad occuparsi più di mafia che del suo partito. Noi sommessamente, ma non più di tanto, notiamo che spesso la differenza tra mafia e certe propagini legaiole è di assai difficile distinzione, essendo i concetti quasi sovrapponibili, per modus operandi ed interessi in ballo. Anche Beppe Grillo non ci ha risparmiato la sua voce, o meglio il suo scritto. Dopo aver obbligato i suoi al silenzio radiotelevisivo sarebbe stato opportuno che il divieto lo estendesse in primis a se stesso, data la gravità del momento, pari solo all'irresponsabile scelleratezza delle sue frasi. Infatti il comico genovese, in un comizio per la campagna elettorale a Palermo dichiarò che "la mafia non uccide mentre lo Stato si", dire questo nella città di Borsellino e Falcone si commenta da se. Non domo però, anche oggi ha regalato una sua "perla", vaneggiando foschi scenari dietro la bomba di Brindisi: "era nell'aria come prima di un temporale". Bene, se lui lo sapeva perché, tra un viaggio e l'altro non si è recato in qualche ufficio giudiziario a denunciare i suoi sospetti? E se era nell'aria chi sarebbero i mandanti che lui evoca? Forse siamo alle solite "manine" deviate? Troppo facile giocare a chi la spara più grossa, troppo facile dichiarare tanto per creare sconcerto e far parlare di se, distinguendosi dal coro. In occasioni come questa, il miglior modo per distinguersi dal coro è il silenzio, riflessivo e rispettoso, in primo luogo delle vittime. Nelle occasioni più drammatiche si vedono le tempre degli uomini e delle comunità. L'Italia non ha bisogno di pagliacci, giullari, comici, saltimbanchi o novelli imbonitori. Per risollevarsi bastano i suoi giovani, che dopo questa giornata potranno, insieme e oltre ogni steccato ideologico e di fazione, assumere una maggiore consapevolezza del proprio ruolo di avanguardia nell'innovazione di una società anestetizzata.

2 commenti:

  1. l'unica risposta da dare è sostenere la legalità in ogni sua accezione. si deve perorare questa causa in ogni contesto dal mondo del lavoro alla politica, dal personale al sociale. è ora di dare sostanza alle parole "di circostanza". i giovani visti ieri di fronte a palazzo Savelli e i loro interventi sono in motivo di conforto e orgoglio. Ho provato un sussulto di commozione nel sentire le frasi accorate di questi ragazzi, spero che siano loro a tirarci fuori dalla melma in cui noi adulti stiamo affondando. Speriamo...

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