In Europa la crisi economica ha fatto una vittima, in quanto a compagine governativa e non è né la Grecia, né l’Italia. E' passato qualche mese, un'era geologica in questo periodo di sconvolgimenti politico-economici, dalle dimissioni di Josè Luis Zapatero e le elezioni anticipate che vedranno la Spagna di nuovo al voto il 20 novembre prossimo.
Pochi giorni fa si è svolto il primo e unico duello tra i candidati premier dei principali partiti iberici Alfredo Rubalcaba, ex vice premier e ministro dell'Interno del Psoe e Mariano Rajoy, ex primo ministro di Jose Maria Aznar, due volte candidato primo ministro sconfitto da Zapatero nel 2004 e nel 2008. Nei sondaggi il socialista Rubalcaba è dietro, nulla di inatteso, l’elettorato iberico è di base conservatrice e aveva dato prima ampia fiducia a cavallo del terzo millennio a Josè Maria Aznar e al Partido Popular per due mandati, per poi voltare le spalle ai moderati a poche ore dall'attentato alla stazione ferroviaria di Atocha nel pressi di Madrid otto anni fa. Zapatero vinse nel 2004 e per il rotto della cuffia si confermò quattro anni dopo, ora con la crisi economica gli iberici sembrano propensi a tornare all’antico, Rubalcaba ieri, come previsto dagli osservatori locali, è partito all’attacco, aggredendo letteralmente Rajoy fino ad arrivare al processo alle intenzioni del leader del PP, il quale pur non brillando per carisma e capacità mediatiche ha ribattuto mettendo l’ex ministro socialista di fronte alle responsabilità di otto anni di governo, vissuti sempre da protagonista. Rubalcaba ha provato ad intestare la bolla speculativa sul mattone alle leggi dell’era Aznar, sfoderando l’orgoglio per una Spagna mai così importante sullo scacchiere mondiale, Rajoy ha ribattuto a questo ed ai dati portati dall’avversario sull’attenzione sulle politiche sociali del governo in carica accusando l’avversario della responsabilità della crisi, politica ed economica, che grava sulla penisola iberica. Un dibattito da cui non ci si aspettava molto, vista la qualità dei competitor, che si conclude con un sostanziale scialbo zero a zero, la parola agli elettori tra due domeniche, con la consapevolezza che al di là del vantaggio dei popolari le sorprese sono sempre dietro l’angolo. La combattività dei socialisti nelle ultime consultazioni sia a livello nazionale che locale, al di là della debacle alle comunali 2011, dimostrano che è dura darli per morti.
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