La Croazia ricorderà il 22 gennaio 2012 come un giorno storico. Si è svolto, in questa data, nel paese balcanico, un referendum molto importante per il futuro della nazione. I cittadini sono stati chiamati a esprimere la loro opinione sull’ingresso della Croazia nell’Unione Europea ed hanno manifestato parere favorevole. La vittoria del si è stata netta, i cittadini che si sono espressi favorevolmente sono stati il doppio rispetto ai contrari. La Croazia potrà ora diventare, dopo che il parlamento croato e i parlamenti dei 27 avranno ratificato il risultato del referendum nel corso delle loro riunioni, il 28° paese dell’Unione Europea.
I cittadini sperano, entrando nella comunità, di lasciarsi alle spalle il recente passato. Il paese balcanico era una delle repubbliche federative della Jugoslavia. La Croazia dichiarò la propria indipendenza da Belgrado quando fu evidente il dominio della Serbia nella Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia e la volontà di Milosevic di perseguire il progetto della “Grande Serbia”. L’esercito jugoslavo intervenne e scoppiò la guerra, le ferite causate dal conflitto sono ancora visibili. Il popolo croato spera di raggiungere, nella comunità, la pace, il benessere e le possibilità che i paesi europei, nel corso di questi 50 anni, hanno potuto acquisire aderendo e accettando la sovranità dell’Unione in diversi settori di interesse continentale. I cittadini del paese balcanico desiderano la pace che da 50 anni regna nei paesi fondatori dell’Unione e il benessere che, anche se analisi superficiali sull’attuale situazione economica europea provano a negarlo, continua a esservi nei paesi della comunità. Il referendum croato ha evidenziato come lo spirito europeo sia ancora vivo nei cuori degli abitanti del continente. I cittadini della Croazia hanno dimostrato una grande maturità, il popolo balcanico ha aderito all’Unione nonostante la comunità sia stata, assieme alle altre organizzazioni internazionali, molto assente durante il conflitto nei Balcani. I cittadini croati hanno compreso che la comunità potrà acquisire credibilità in campo internazionale solo diventando sempre più unita e che non vi è futuro per i paesi del continente al di fuori dell’Unione Europea. Benvenuta Croazia!
I cittadini sperano, entrando nella comunità, di lasciarsi alle spalle il recente passato. Il paese balcanico era una delle repubbliche federative della Jugoslavia. La Croazia dichiarò la propria indipendenza da Belgrado quando fu evidente il dominio della Serbia nella Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia e la volontà di Milosevic di perseguire il progetto della “Grande Serbia”. L’esercito jugoslavo intervenne e scoppiò la guerra, le ferite causate dal conflitto sono ancora visibili. Il popolo croato spera di raggiungere, nella comunità, la pace, il benessere e le possibilità che i paesi europei, nel corso di questi 50 anni, hanno potuto acquisire aderendo e accettando la sovranità dell’Unione in diversi settori di interesse continentale. I cittadini del paese balcanico desiderano la pace che da 50 anni regna nei paesi fondatori dell’Unione e il benessere che, anche se analisi superficiali sull’attuale situazione economica europea provano a negarlo, continua a esservi nei paesi della comunità. Il referendum croato ha evidenziato come lo spirito europeo sia ancora vivo nei cuori degli abitanti del continente. I cittadini della Croazia hanno dimostrato una grande maturità, il popolo balcanico ha aderito all’Unione nonostante la comunità sia stata, assieme alle altre organizzazioni internazionali, molto assente durante il conflitto nei Balcani. I cittadini croati hanno compreso che la comunità potrà acquisire credibilità in campo internazionale solo diventando sempre più unita e che non vi è futuro per i paesi del continente al di fuori dell’Unione Europea. Benvenuta Croazia!
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