"Sindaci e cittadini dei Castelli Romani insieme nella battaglia a difesa dell’acqua come bene comune. Un primo incontro-dibattito promosso dall’Amministrazione comunale di Grottaferrata in collaborazione con il Coordinamento dei Comitati Acqua Bene Comune dei Castelli Romani per unire le forze e rilanciare un’azione comune dopo il successo referendario. L’inquinamento dell’acqua dei Castelli Romani e la ripubblicizzazione del servizio idrico i temi principali della discussione. La prima tappa di un tour che vedrà coinvolte e partecipi le amministrazioni comunali, i cittadini e i movimenti dei Castelli Romani. Primo appuntamento a Grottaferrata il 28 gennaio 2012 alle ore 17 presso il Teatro S. Cuore via Garibaldi 19. Una grande assemblea pubblica sul tema della gestione del servizio idrico a cui sono invitati i cittadini e i sindaci dei comuni di Frascati, Marino, Ciampino, Rocca di Papa, Lanuvio, Nemi , Colonna, Grottaferrata, Rocca Priora, Monte Porzio, Montecompatri, Castel Gandolfo, Albano, Genzano, Ariccia, Velletri e Lariano.
Il dibattito vuole contribuire a definire uno spazio comune in cui i Comuni e i cittadini possano avviare un’analisi delle problematiche relative alla gestione dell’acqua individuando le strategie utili e percorribili per un miglioramento del servizio, per la riduzione degli sprechi e per il controllo costante della qualità dell’acqua. Sarà affrontato in particolare il drammatico problema dell’inquinamento dell’acqua. Il Coordinamento dei Comitati Acqua Bene Comune dei Castelli Romani presenterà analisi indipendenti relative all’incredibile concentrazione di arsenico e altri inquinanti presenti nei diversi comuni dell’area castellana. Ma saranno anche illustrate idee e proposte di superamento del problema. Saranno trattate poi le problematiche relative al percorso di ripubblicizzazione dei servizi idrici in attuazione dell’esito referendario . Sempre in relazione a quest’ultimo, i comitati acqua bene comune presenteranno la campagna di obbedienza civile, ovvero di autoriduzione delle bollette idriche. Il risultato del referendum del 12 e 13 giugno 2011 ha espresso un principio chiaro: nella gestione dell’acqua non si devono fare profitti. Eppure gestori e Ato fanno orecchie da mercante. La volontà di 27 milioni di elettori ha radicalmente cambiato la composizione della tariffa del servizio idrico, eliminando la c.d. “Remunerazione del capitale”, una delle componenti utilizzate per il calcolo del “Ricavo garantito del gestore”. Tale cifra pari al 7% del capitale investito è calcolata sulla base degli investimenti realizzati e di quelli previsti nell’anno solare di riferimento. Nel caso dell’Ato 2, secondo i calcoli basati sull’ultima revisione del piano tariffario, la “remunerazione del capitale investito” incide per circa il 18% sulla bolletta inviata da Acea Ato 2 spa alle famiglie. Una somma che ora i cittadini non devono più pagare ma che gestori e Ato ancora pretendono in barba all’esito del referendum. L'autoriduzione si applica per il periodo successivo al 20 luglio 2011, data di pubblicazione della Gazzetta Ufficiale con il decreto di proclamazione del risultato elettorale."
Il dibattito vuole contribuire a definire uno spazio comune in cui i Comuni e i cittadini possano avviare un’analisi delle problematiche relative alla gestione dell’acqua individuando le strategie utili e percorribili per un miglioramento del servizio, per la riduzione degli sprechi e per il controllo costante della qualità dell’acqua. Sarà affrontato in particolare il drammatico problema dell’inquinamento dell’acqua. Il Coordinamento dei Comitati Acqua Bene Comune dei Castelli Romani presenterà analisi indipendenti relative all’incredibile concentrazione di arsenico e altri inquinanti presenti nei diversi comuni dell’area castellana. Ma saranno anche illustrate idee e proposte di superamento del problema. Saranno trattate poi le problematiche relative al percorso di ripubblicizzazione dei servizi idrici in attuazione dell’esito referendario . Sempre in relazione a quest’ultimo, i comitati acqua bene comune presenteranno la campagna di obbedienza civile, ovvero di autoriduzione delle bollette idriche. Il risultato del referendum del 12 e 13 giugno 2011 ha espresso un principio chiaro: nella gestione dell’acqua non si devono fare profitti. Eppure gestori e Ato fanno orecchie da mercante. La volontà di 27 milioni di elettori ha radicalmente cambiato la composizione della tariffa del servizio idrico, eliminando la c.d. “Remunerazione del capitale”, una delle componenti utilizzate per il calcolo del “Ricavo garantito del gestore”. Tale cifra pari al 7% del capitale investito è calcolata sulla base degli investimenti realizzati e di quelli previsti nell’anno solare di riferimento. Nel caso dell’Ato 2, secondo i calcoli basati sull’ultima revisione del piano tariffario, la “remunerazione del capitale investito” incide per circa il 18% sulla bolletta inviata da Acea Ato 2 spa alle famiglie. Una somma che ora i cittadini non devono più pagare ma che gestori e Ato ancora pretendono in barba all’esito del referendum. L'autoriduzione si applica per il periodo successivo al 20 luglio 2011, data di pubblicazione della Gazzetta Ufficiale con il decreto di proclamazione del risultato elettorale."
A cura del Coordinamento dei Comitati Acqua Bene Comune dei Castelli Romani
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