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domenica 15 gennaio 2012

GENZANO: IL BILANCIO DEL CONVEGNO SU GIOVANNI PAOLO II E IL CREATO - La Redazione

Una carrellata di ricordi, di episodi, di fotografie scattate durante il lungo pontificato di Giovanni Paolo II: nel pomeriggio di ieri, venerdì 13 gennaio, si è svolto nell’aula consiliare del Comune di Genzano il convegno organizzato dall’associazione Greenaccord e patrocinato dal Comune dal titolo “L’amore per il creato, a lezione da Wojtyla”. Oltre al presidente di Greenaccord, Alfonso Cauteruccio, presenti nell’aula il sindaco di Genzano Flavio Gabbarini; il presidente della fondazione “Duc in altum” Lorenzo Gulli; l’arcivescovo emerito di Luebo, monsignor Emery Kabongo; il presidente del comitato scientifico di Greenaccordo professor Andrea Masullo; il prefetto e già responsabile della sicurezza del Papa Enrico Marinelli e il fotografo pontificio Arturo Mari.
Ognuno di loro ha tratteggiato un aspetto del grande amore di Karol Wojtyla per il creato, in modo particolare per la montagna dove il Papa polacco amava trascorrere i periodi di riposo estivi. E se il presidente di Greenaccord Cauteruccio ha ribadito “L’urgenza della salvaguardia del creato e la sua importanza per i credenti”, il professor Masullo ha spiegato, come il messaggio di Giovanni Paolo II fosse importante per il periodo storico vissuto. Il prefetto Marinelli e il fotografo Mari hanno ricordato invece i tantissimi episodi al fianco di Giovanni Paolo II. Dalle scalate in montagna, che – ricorda Marinelli – “Il Papa considerava una cattedrale a cielo aperto che gli consentiva di guardare in alto e di ricevere l’abbraccio di Dio”, alle ore trascorse in preghiera seduto su una roccia, nel silenzio delle vallate. Scalatore infaticabile, si sentiva uno dei tanti figli di Dio, affettuoso e pronto a spendere la sua vita per l’azione. “Il suo carisma ha cambiato le persone – ricorda Arturo Mari – con lui si viveva in famiglia, era come un padre. Dava coraggio alle persone che incontrava, dai minatori cileni ai lebbrosi in Corea. Ma sapeva essere inflessibile con i grandi della Terra”. “Il tempo delle ferie – ricorda monsignor Kabongo – era per lui un tempo di meditazione, di lavoro e di sport. A Castel Gandolfo incontrava i suoi vecchi compagni. E’ stato però un uomo che ha sofferto molto, se lo faranno santo gli chiederemo l’intercessione per far conoscere Gesù al mondo”. “Ospitare questo convegno – è stato invece il pensiero del sindaco – per noi ha un valore importante: la nostra città ha dimostrato un attaccamento speciale a Giovanni Paolo II, come testimoniano i due quadri dell’Infiorata, quello del 2000 in occasione del Giubileo, che rappresenta l’abbraccio del Papa con il rabbino capo Toaff e quello del 2011 per la beatificazione. Il messaggio di pace, di altruismo, di amore per la natura ci appartengono e siamo orgogliosi di aver ospitato un convengo come questo”.

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