Come editore e direttore editoriale di Meta desidero ringraziare i nostri lettori che, ogni giorno sanciscono un crescente successo di questa piccola ma ambiziosa avventura editoriale.
Cinquantamila contatti in poco più di sei mesi di vita del nostro blog, rappresentano un inequivocabile segno di apprezzamento ed attenzione della pubblica opinione verso i nostri contenuti.
Tutto ciò è stato possibile realizzarlo e farlo vivere grazie ad un gruppo di volenterosi, umili ma agguerriti ragazzi che hanno scelto di mettersi in gioco, senza padri, padrini o padroni, in quanto, per nostra precisa volontà, Meta e Meta Magazine Online, non usufruiscono di alcun finanziamento pubblico, né tantomeno trovano ristoro dal portafogli di alcun gruppo politico, né nazionale né locale.
Non siamo e non saremo mai il megafono di altri se non dei nostri convincimenti, capiamo che ciò a volte possa risultare indigesto ma tant'è, i nostri detrattori, pochi o tanti non importa, se ne facciano una ragione. Ci teniamo a precisare tuttavia, che il nostro modo di fare giornalismo si basa su una scrupolosa osservanza della deontologia professionale, che non accettiamo sia messa in discussione da nessuno. A coloro che, in merito ad alcuni articoli firmati da Pasquino Castellano, hanno inteso accusare la nostra testata, più o meno velatamente, di mascheramenti o di scorrettezza, intendiamo fornire delle precisazioni che siamo certi, saranno esaurienti per fugare ogni dubbio.
La rubrica tenuta da Pasquino Castellano, la quale siamo lieti riscuota l'attenzione quotidiana di numerossissimi ed autorevolissimi lettori, è da sempre legata a fornire, in chiave ironica e urticante, retroscena, scenari, dietro le quinte e commenti, sulla vita politica dei Castelli Romani. Non è esatto ridurre l'attenzione di Pasquino solo entro i confini di Albano Laziale, infatti chi ci legge sa bene che ci siamo occupati anche di Genzano di Roma, Frascati e di molte altre realtà. E' profondamente errato e falso affermare che l'uso di pseudonimi nell'attività giornalistica, posto che sfidiamo a dimostrare che Pasquino lo sia, è segno di doppiezza o di vergogna. Ricordiamo ai più distratti alcune firme tra le più prestigiose della nostra Nazione, le quali allietavano i lettori dei maggiori quotidiani della nostra penisola con nom de plume.
Risalendo lungo i decenni della storia della Repubblica non possiamo dimenticare Franco Mauri, pseudonimo usato dal Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga, il quale soleva firmare pezzi con questo nome anche in carica da Ministro e che, negli anni 2000 intraprese usando questo stesso pseudonimo, una fortunata collaborazione con "Libero". Per rimanere nell'alveo dei giornali del centrodestra rammentiamo la firma di Geronimo, sotto la quale scriveva per "Il Giornale" l'ex Ministro Paolo Cirino Pomicino. Il più illustre nella famiglia degli pseudonimi resterà Ghino Di Tacco, alias Bettino Craxi, il quale non solo firmava articoli ma usava anche fare comunicati stampa, attorno ai quali si confrontava l'intera politica Italiana. Riccardo Barenghi, che è un autorevole giornalista e non un politico, ha tenuto una rubrica quotidiana su "La Stampa", con il nome di "Iena". L'elenco è lungo ma crediamo di essere stati sufficentemente esplicativi.
Andando nello specifico dell'ultimo articolo firmato dal nostro Pasquino Castellano, sulla opposizione e sulla ricerca di una alternativa all'amministrazione in carica ad Albano, rimarchiamo che l'accusa di falsità è insussistente, in quanto, non solo tra le righe non si possono ravvisare toni offensivi verso alcuno, ma si disegna semplicemente un possibile scenario politico, il quale, come tanti altri disegnati ogni giorno dai più osannati retroscenisti dei quotidiani Italiani, non ha la pretesa di divulgare verità assolute o fatti inoppugnabili, ma si riferisce all'ambito del possibile e del realizzabile, senza per altro dare giudizi, ne positivi ne negativi in merito. Tali articoli, hanno soltanto l'ambizione di fornire spunti, a volte provocatori, di riflessione all'opinione pubblica.
Provocare, far riflettere e pensare i lettori, dovrebbe essere il principale obiettivo di chi si occupa di comunicazione e di informazione. Meta ha questo obiettivo, ora e sempre, dato che, il ruolo di pennivendoli è già abbondantemente coperto nel nostro Paese in ogni ambito settore e latitudine. Ci sarebbe stato più comodo e certamente più conveniente fare la vuvuzelas di questo o di quello, ma la "prostituzione intellettuale" non ci è mai appartenuta ne mai ci apparterrà.
Cinquantamila contatti in poco più di sei mesi di vita del nostro blog, rappresentano un inequivocabile segno di apprezzamento ed attenzione della pubblica opinione verso i nostri contenuti.
Tutto ciò è stato possibile realizzarlo e farlo vivere grazie ad un gruppo di volenterosi, umili ma agguerriti ragazzi che hanno scelto di mettersi in gioco, senza padri, padrini o padroni, in quanto, per nostra precisa volontà, Meta e Meta Magazine Online, non usufruiscono di alcun finanziamento pubblico, né tantomeno trovano ristoro dal portafogli di alcun gruppo politico, né nazionale né locale.
Non siamo e non saremo mai il megafono di altri se non dei nostri convincimenti, capiamo che ciò a volte possa risultare indigesto ma tant'è, i nostri detrattori, pochi o tanti non importa, se ne facciano una ragione. Ci teniamo a precisare tuttavia, che il nostro modo di fare giornalismo si basa su una scrupolosa osservanza della deontologia professionale, che non accettiamo sia messa in discussione da nessuno. A coloro che, in merito ad alcuni articoli firmati da Pasquino Castellano, hanno inteso accusare la nostra testata, più o meno velatamente, di mascheramenti o di scorrettezza, intendiamo fornire delle precisazioni che siamo certi, saranno esaurienti per fugare ogni dubbio.
La rubrica tenuta da Pasquino Castellano, la quale siamo lieti riscuota l'attenzione quotidiana di numerossissimi ed autorevolissimi lettori, è da sempre legata a fornire, in chiave ironica e urticante, retroscena, scenari, dietro le quinte e commenti, sulla vita politica dei Castelli Romani. Non è esatto ridurre l'attenzione di Pasquino solo entro i confini di Albano Laziale, infatti chi ci legge sa bene che ci siamo occupati anche di Genzano di Roma, Frascati e di molte altre realtà. E' profondamente errato e falso affermare che l'uso di pseudonimi nell'attività giornalistica, posto che sfidiamo a dimostrare che Pasquino lo sia, è segno di doppiezza o di vergogna. Ricordiamo ai più distratti alcune firme tra le più prestigiose della nostra Nazione, le quali allietavano i lettori dei maggiori quotidiani della nostra penisola con nom de plume.
Risalendo lungo i decenni della storia della Repubblica non possiamo dimenticare Franco Mauri, pseudonimo usato dal Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga, il quale soleva firmare pezzi con questo nome anche in carica da Ministro e che, negli anni 2000 intraprese usando questo stesso pseudonimo, una fortunata collaborazione con "Libero". Per rimanere nell'alveo dei giornali del centrodestra rammentiamo la firma di Geronimo, sotto la quale scriveva per "Il Giornale" l'ex Ministro Paolo Cirino Pomicino. Il più illustre nella famiglia degli pseudonimi resterà Ghino Di Tacco, alias Bettino Craxi, il quale non solo firmava articoli ma usava anche fare comunicati stampa, attorno ai quali si confrontava l'intera politica Italiana. Riccardo Barenghi, che è un autorevole giornalista e non un politico, ha tenuto una rubrica quotidiana su "La Stampa", con il nome di "Iena". L'elenco è lungo ma crediamo di essere stati sufficentemente esplicativi.
Andando nello specifico dell'ultimo articolo firmato dal nostro Pasquino Castellano, sulla opposizione e sulla ricerca di una alternativa all'amministrazione in carica ad Albano, rimarchiamo che l'accusa di falsità è insussistente, in quanto, non solo tra le righe non si possono ravvisare toni offensivi verso alcuno, ma si disegna semplicemente un possibile scenario politico, il quale, come tanti altri disegnati ogni giorno dai più osannati retroscenisti dei quotidiani Italiani, non ha la pretesa di divulgare verità assolute o fatti inoppugnabili, ma si riferisce all'ambito del possibile e del realizzabile, senza per altro dare giudizi, ne positivi ne negativi in merito. Tali articoli, hanno soltanto l'ambizione di fornire spunti, a volte provocatori, di riflessione all'opinione pubblica.
Provocare, far riflettere e pensare i lettori, dovrebbe essere il principale obiettivo di chi si occupa di comunicazione e di informazione. Meta ha questo obiettivo, ora e sempre, dato che, il ruolo di pennivendoli è già abbondantemente coperto nel nostro Paese in ogni ambito settore e latitudine. Ci sarebbe stato più comodo e certamente più conveniente fare la vuvuzelas di questo o di quello, ma la "prostituzione intellettuale" non ci è mai appartenuta ne mai ci apparterrà.
Ghino di Tacco alias Craxi, Geronimo alias Cirino Pomicino, Franco Mauri alias Cossiga.... Pasquino Castellano alias? Redazione Meta dovrebbe rivelarci chi è l'alias di Pasquino Castellano. Dopo di che poichè ritengo che la Redazione Meta stia sfruttando, anche grazie a tutti coloro che hanno in qualche modo criticato la scelta di utilizzare un nome fittizio per firmare articoli di informazione, questa polemica per mere ragioni pubblicitarie... con questo ti saluto
RispondiEliminaLa libertà di stampa dovrebbe essere condizionata dal più rigoroso divieto dell'anonimato.
RispondiEliminaArthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851
Gli pseudonimi, rammentiamo a Luigi Guerriero non rientrano nella categoria dell'anonimato ma in un preciso stile giornalistico. Ogni pseudonimo, come ogni firma, si inserisce all'interno della linea editoriale che ogni organo di stampa si da. Esso generalmente è usato per rubriche ironiche o specialistiche, non di rado i vignettisti si firmano con sigle o pseudonimi. La cosa è ben diversa da un profilo falso su un qualsiasi social network. Sull'anonimato dei commenti in calce agli articoli del blog invece, non esiste nessuna responsabilità da parte della Redazione, in quanto il gestore della rete di blogger permette di commentare in forma anonima. Il commento rappresenta uno spazio gratuito di libertà dato ad ogni navigatore, il quale ne fa l'uso che più ritiene opportuno, restando sempre entro la soglia della legge ovviamente. Ci possono essere commenti condivisibili o meno, intelligenti o meno, non sta a noi giudicare. Noi diamo un piccolo spazio di libertà a tutti, sta a tutti farne buon uso. Andrea Titti
RispondiEliminaSi va bene, però allora dicci chi scrive sotto lo pseudonimo di pasquino altrimenti è nulla più di un anonimo
RispondiEliminaRoberto, una regola ferrea di ogni giornale e giornalista è quella di non rivelare a nessuno le sue fonti. Hai mai sentito Cirino Pomicino dire che lui si celasse sotto la firma di Geronimo? O tantomeno Craxi affermare di essere Ghino Di Tacco? No, e ne tantomeno Meta o il sottoscritto che la dirige DEVE qualcosa a qualcuno, anche perchè trovo non consoni ad un libero dibattito di opinioni certi toni imperativi verso l'interlocutore. Non li uso e ne gradisco siano usati verso la mia redazione o me medesimo. Andrea Titti
RispondiEliminaEra un invito o esortazione non un imperativo. Cercherô di migliorare il mio italiani. Orsù evitiamo i vittimismi! (esortazione, meglio così?)
RispondiEliminaCaro Andrea,
RispondiEliminacerto gli pseudonimi sono estremamente diversi dagli anonimi........quando non è possibile risalire all'identità di chi si cela dietro agli pseudonimi, diventano esattamente degli anonimi. Pertanto, il pensiero di tali individui perde completamente il suo valore comunicativo, diventando semplicemente una banalità. Il Pasquino Castellano, pur raccontando anche cose condivisibili, cade nel nulla al termine del suo articolo....nel momento più importante, quello della firma.....quello del metterci la faccia....quello di assumersi le responsabilità.....
Il paradosso dell'idiozia si raggiunge poi quando al Pasquino di turno rispone l'anonimo del momento!
Luigi Guerriero