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venerdì 3 febbraio 2012

FRASCATI: IL VESCOVO MARTINELLI INAUGURA MOSTRA D'ARTE - La Redazione

Nel pomeriggio di sabato 4 febbraio p.v. presso la Curia Vescovile di Frascati, s’inaugurerà la mostra d’arte “Vita, il miracolo dell’altro che ti somiglia”, promossa dall’Associazione dei Nuovi Castelli Romani in collaborazione con l’Agenzia per i Trapianti e le Patologie Connesse e la Diocesi di Frascati. L’Evento, Patrocinato dal Comune di Frascati e dalla Regione Lazio, si svolge nell’ambito della campagna informativa di educazione alla donazione degli organi.  L’Associazione propone di nuovo al pubblico le opere di due significativi artisti, lo scultore e pittore Fabrizio Faraoni e Rossella O’Hara, artista di arte Ikebana, dopo il successo che hanno ottenuto lo scorso dicembre a Grottaferrata con la stessa mostra.
Infatti, il Vescovo di Frascati, S.E. Mons Raffaello Martinelli, piacevolmente colpito dall’evento artistico, ha proposto di ospitare una nuova edizione dell’esposizione presso la sede della Curia di Frascati. Infatti sul tema della Vita in occasione della Giornata della Vita 2012, il Messaggio dei Vescovi Italiani è stato il seguente: “La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Essa è testimoniata: da chi non rifiuta il suo dono – a volte misterioso e delicato e da chi si dispone a esserne servitore e non padrone in se stesso e negli altri. La vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono della vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo misterioso di Dio”. “Il Direttivo della nostra Associazione – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione dei Nuovi Castelli Romani Ettore Pompili - ha con grande piacere accolto l’invito di S.E. Mons. Martinelli perché è importante promuovere e invitare a riflettere sul Dono della Vita. Ringrazio i due artisti che si sono adoperati affinchè questa seconda tappa della nostra Mostra si potesse realizzare, l’Agenzia regionale dei Trapianti sempre vicina alle nostre attività e le istituzioni che non fanno mai mancare la loro attenzione e presenza”.  «Sono estremamente contento che anche a Frascati si presenti l’esposizione degli artisti Fabrizio Faraoni e Rossella O’Hara. Si tratta di una mostra che ha una forte carica spirituale e trasmette un profondo messaggio d’amore nei confronti della vita - dichiara il Sindaco Stefano Di Tommaso -. Ringrazio pertanto il Vescovo di Frascati, Mons. Raffaello Martinelli che ospita l’esposizione nell’Episcopio». 
Il critico d’arte Franco Campegiani ha sintetizzato così le opere dei due artisti Faraoni e O’Hara, che saranno in mostra con ingresso gratuito a Frascati fino al prossimo 12 febbraio “Entrambi particolarmente attenti al tema della vita, intesa come campo di relazioni armoniche (sia pure negli scontri inevitabili), i due artisti sviluppano le loro poetiche in maniere diversissime, comunque puntando i fari sull’Altro: su ciò che di altro e diverso esiste al di là della nostra soggettività e dei nostri schemi mentali, costituendo il grande alveo delle interdipendenze necessarie alla vita. L’osmosi e lo scambio, inteso da Fabrizio nel senso verticale ed intimo che pone la vita in rapporto con le fonti archetipe da cui essa viene, è inteso al contrario da Rossella nel senso orizzontale, di stupore e di riconoscenza per le bellezze naturali in cui l’uomo si trova ad essere inserito. Rossella O’Hara propone elaborati floreali e vegetali ispirati all’arte giapponese dell’Ikebana. Sono versioni indubbiamente europeizzate della sensibilità orientale improntata ad un forte misticismo naturalistico, ma di quella conserva le fondamentali derivazioni filosofiche e simbolistiche. L’Ikebana può essere realizzato con fiori e foglie morte, con rami e con erbe addirittura, ma non è una forma di naturalismo tout court, né un giuoco prettamente formalistico-decorativo. Rossella, che usa spesso la seta come prodotto comunque offerto dalla natura, costruisce i suoi elaborati con slancio fantasmagorico e con sapienza scenografica di forte impatto visivo, ma ciò che le sta a cuore è la festosa rappresentazione della sacralità della natura. Può sembrare un discorso estraneo alla cultura visiva dei nostri tempi, ma se ne possono invece cercare richiami in alcune delle più note correnti artistiche contemporanee dell’Occidente, a partire da quelle del ready made, dell’oggetto trovato, ed in particolare trovato in natura, come pure nelle poetiche del bricolage e dell’assemblage, per non dire dell’arte povera, che propone una sorta di deculturazione e minimalizzazione del prodotto estetico, fino alle poetiche attualissime del riciclaggio artistico, di stampo ecologista. Fabrizio Faraoni si muove su tutt’altro piano. E’ un Simbolismo puro e modernissimo, il suo, anteriore tuttavia alle tendenze feticistiche che si dipartono dalla glorificazione surrealista e dadaista degli oggetti, giungendo alla tormentosa angoscia della Pop Art e della Nuova Figurazione. Il Simbolismo di Faraoni tenta di cogliere l’arcana essenza delle cose. E non per questo elude il movimento, il dinamismo. Al contrario, le sue forme scultoree sono plastiche, duttili, sempre sorprese nell’azione, giacché il suo intento è di afferrare l’unità del moto e della stasi, del Divenire e dell’Essere, coinvolti in un medesimo respiro. Faraoni ama la stilizzazione, la concisione delle forme, la loro scarnificazione addirittura, come quando usa dei fili metallici allo scopo, si direbbe, di trovare l’ossatura del mondo, di ridurre la vita ai suoi archetipi, ai suoi elementi essenziali. In realtà, egli parla di simboli, di oggetti totemici, di miti che si assumono il ruolo, non di fossilizzare o cristallizzare l’azione, come vuole un’assurda propaganda, ma di tornare ai momenti iniziali della vita, alle scaturigini creative e originanti del divenire, alle scintille che danno forma all’azione dell’uomo e del mondo”.  

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