"Quanta demagogia ed ipocrisia sulla questione delle aziende municipalizzate del Comune di Albano - così l'incipit di una nota del Circolo Territoriale di Futuro e Libertà di Albano - le forze politiche, di maggioranza e di opposizione in Consiglio, continuano a strumentalizzare una vicenda che richiederebbe estrema chiarezza e responsabilità, invece notiamo con rammarico che si continua ad illudere i lavoratori, vittime di un sistema clientelare vecchio, che sta presentando il conto. Negli anni ogni partito o sedicente tale, ogni singola personalità politica della nostra Città, ha inserito o fatto assumere negli organici delle società in questione: amici, parenti, o semplici cittadini che richiedevano una raccomandazione.
Tutto questo ha portato alla saturazione di oggi che, unitamente ad alcune scelte gestionali sbagliate, ha portato le partecipate sull'orlo del fallimento, con annesso rischio di mandare a casa tutti i dipendenti - continua il Circolo del partito di Gianfranco Fini - come si può mettere riparo a questa situazione dunque? L'amministrazione comunale ha presentato una proposta di aumento di capitale per Albafor ad esempio, che, in parole povere, prevede il ripianamento dei debiti attraverso le casse comunali, quindi il denaro pubblico. La cifra in questione, solo per Albafor, si aggirerebbe attorno ai cinquecentomila euro. Ma è questa la soluzione definitiva? Noi pensiamo di no - affermano gli esponenti del partito finiano - in primis perchè nel caso di specie ci troviamo difronte ad un parere contrario da parte dei revisori dei conti interni, in seconda analisi perchè un'azienda decotta non può essere tenuta in vita con continue iniezioni di denaro pubblico. Alla lunga, anzi, molto a breve, non solo le casse comunali, già esangui, si troverebbero impossibilitate a far fronte alle spese, ma gli stessi lavoratori, che si finge di salvare ora, si ritroverebbero di nuovo con lo spettro, ineluttabile, del licenziamento. Le aziende municipalizzate sono il buco nero degli sprechi delle amministrazioni locali, esse dovrebbero rispondere esclusivamente a logiche di mercato ma subendo l'influenza della politica che siede e nomina i CdA, finiscono per avere le conseguenze sopra elencate. Non si può "prendere in giro il maiale", facendo ingrassare qualcosa che comunque vada dovrà finire al macello. In altre parole illudere qualcuno sapendo che comunque la sua fine è segnata. Si pensi poi che i soldi che si storneranno per le ricapitalizzazioni saranno tolti dai servizi e da tutti quegli investimenti e quelle attività proprie di una amministrazione comunale: asili, manutenzione strade, servizi sociali e così via. Si facciano scelte difficili nell'interesse della collettività - concludono i futuristi - si facciano fallire le partecipate decotte, si investa su un percorso di riqualificazione e reinserimento dei lavoratori sul mercato, serio e concreto, si investano i denari in tutte quelle attività realmente produttive per la Città"
Tutto questo ha portato alla saturazione di oggi che, unitamente ad alcune scelte gestionali sbagliate, ha portato le partecipate sull'orlo del fallimento, con annesso rischio di mandare a casa tutti i dipendenti - continua il Circolo del partito di Gianfranco Fini - come si può mettere riparo a questa situazione dunque? L'amministrazione comunale ha presentato una proposta di aumento di capitale per Albafor ad esempio, che, in parole povere, prevede il ripianamento dei debiti attraverso le casse comunali, quindi il denaro pubblico. La cifra in questione, solo per Albafor, si aggirerebbe attorno ai cinquecentomila euro. Ma è questa la soluzione definitiva? Noi pensiamo di no - affermano gli esponenti del partito finiano - in primis perchè nel caso di specie ci troviamo difronte ad un parere contrario da parte dei revisori dei conti interni, in seconda analisi perchè un'azienda decotta non può essere tenuta in vita con continue iniezioni di denaro pubblico. Alla lunga, anzi, molto a breve, non solo le casse comunali, già esangui, si troverebbero impossibilitate a far fronte alle spese, ma gli stessi lavoratori, che si finge di salvare ora, si ritroverebbero di nuovo con lo spettro, ineluttabile, del licenziamento. Le aziende municipalizzate sono il buco nero degli sprechi delle amministrazioni locali, esse dovrebbero rispondere esclusivamente a logiche di mercato ma subendo l'influenza della politica che siede e nomina i CdA, finiscono per avere le conseguenze sopra elencate. Non si può "prendere in giro il maiale", facendo ingrassare qualcosa che comunque vada dovrà finire al macello. In altre parole illudere qualcuno sapendo che comunque la sua fine è segnata. Si pensi poi che i soldi che si storneranno per le ricapitalizzazioni saranno tolti dai servizi e da tutti quegli investimenti e quelle attività proprie di una amministrazione comunale: asili, manutenzione strade, servizi sociali e così via. Si facciano scelte difficili nell'interesse della collettività - concludono i futuristi - si facciano fallire le partecipate decotte, si investa su un percorso di riqualificazione e reinserimento dei lavoratori sul mercato, serio e concreto, si investano i denari in tutte quelle attività realmente produttive per la Città"
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