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giovedì 5 gennaio 2012

ALBANO: VOLTARE PAGINA PER UNA NUOVA POLITICA - di Andrea Titti

L'inizio del nuovo anno non può che essere occasione per tracciare qualche bilancio su ciò che è stato, unitamente al lancio di alcuni proponimenti per ciò che sarà. La politica locale come quella nazionale, al di la delle retoriche vivrà nei prossimi mesi notevoli sconvolgimenti, incruenti, ma assai profondi.
Gli schieramenti che fino ad ora si sono così brutalmente ed improduttivamente affrontati in una eterna tenzone personalistica andranno sempre più sfaldandosi al loro interno, e si ridisegnerà un panorama programmatico e di alleanze, assai più omogeneo e coerente con le idealità sopravvissute alla stagione dei leaderismi.
Lo stesso schema si riproporrà a livello locale, non contro qualcuno ma perchè la politica inevitabilmente vive di fasi interconnesse. Se il quindicennio passato si è strutturato attorno alla figura del leader o dell'antileader, il tempo che verrà crediamo si debba permeare di una cultura comunitaria che sappia lavorare al servizio della collettività usando i metodi della partecipazione e della condivisione, sia tra cittadini e forze politiche che all'interno di queste ultime. Non serve attardarsi nei giudizi sul passato, su un decennio che nel bene e nel male ha segnato la storia politica e civile della nostra città, se non altro perchè ha rappresentato il periodo di stabilità Istituzionale più longevo della storia di Albano. E' inutile altresì allestire l'ennesima arena in cui al malcapitato pubblico si propone esclusivamente il vecchio gioco dello scarica barile e del rimpallo delle responsabilità. 

La sfida del domani sarà la capacità della politica e di tutte le forze sociali che pulsano nel tessuto connettivo della nostra comunità, di produrre nuova classe dirigente. Il compito è arduo ma ineludibile, perchè in assenza di ideologie forti, ed in molti casi anche di idee, la politica rischia di ridursi a mera amministrazione, con i connessi rischi di scadere in un grigio rito buono solo a sfamare le residue clientele. Il sistema elettorale comunale italiano, rappresenta ad oggi il miglior compromesso tra democrazia diretta e possibilità per gli elettori di scegliere il proprio rappresentante in seno alle assemblee elettive. Anche la durata massima del mandato di un Sindaco e di una compagine politica, individuata in dieci anni, ha un significato profondamente legato alle dinamiche politiche e sociali del territorio. Se infatti nel primo quinquennio il giudizio delle persone su una squadra di governo ed il suo leader poggerà le basi sull'azione amministrativa e sul rispetto del programma loro presentato, nel secondo mandato i riflettori si punteranno sulla capacità degli stessi protagonisti di costruire un ricambio generazionale al loro interno, interprete delle mutevoli esigenze del tempo e dei cambiamenti sociali in atto. 

Se è vero come è vero che i tempi nelle società moderne sono vorticosamente accellerati, anche la politica si dovrà adeguare perchè non ci possono essere uomini e donne per tutte le stagioni. Questo è il banco di prova più complesso, qui sta la ragione perchè dopo dieci anni di governo pochissime amministrazioni vedono riconfermarsi il mandato per la terza volta. I consigli comunali non possono tramutarsi in un cimitero per elefanti, ma per riacquistare la loro centralità dovranno essere autenticamente rappresentativi della realtà cittadina e non soltanto di equilibri politici sempre più precari. Scrivere un programma affascinante e suggestivo è concesso a tutti, mettere in campo le energie che lo incarnano è altra cosa. 

Se la classe politica per spirito di autoconservazione mira esclusivamente a perpetuare se stessa, specialmente ora che sono venute meno molte certezze dovute alla caduta del leaderismo, si verrà a creare un vuoto che, da un lato aumenterà a dismisura la distanza e la disaffezione della gente dalle Istituzioni democratiche, dall'altro aprirà spazi enormi per quelle forze che fanno dell'antipolitica la loro bandiera. La lungimiranza di una classe dirigente si misurerà prossimamente nella sua capacità di riprodursi generando meccanismi di selezione meritocratica, ancor prima di scrivere un programma. 

Il tempo dell'uomo solo al comando, delle monarchie o delle diarchie è finito, chi prenderà atto di ciò e agirà di conseguenza coglierà i frutti di una rinnovata consonanza tra politica e società, chi non saprà cogliere l'attimo verrà travolto dalla spinta popolare che inevitabilmente salirà per occupare il campo lasciato sguarnito dai personalismi. Chi ha a cuore la nostra città non potrà che raccogliere queste nostre riflessioni con spirito costruttivo, tendenti solo a ridare alla politica, nel senso più alto e nobile, il suo valore originario.

9 commenti:

  1. Sono d'accordo; peraltro ritengo utopico aspettare che l'attuale classe politica, sic et simpliciter, smetta d'ora in poi di comportarsi come si è sempre comportata e si tiri da parte da sola, per lasciare spazio ad altri. E' una vecchia storia: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio". Il nuovo va con il nuovo. M. Maggi

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  2. Analisi formidabile e formidabilmente condivisibile. Ad Albano, cosi' come nelle altre realta' locali dei Castelli romani, il vuoto ideologico ha prodotto nuove lobbies politiche capeggiate da farmacisti o medici. Nel caso di specie quelle categorie piu' vicine a quella fascia d'eta' sempre piu' preponderante dei sessantenni ed ultrasessantenni. Personaggi, quindi, unicamente capaci di parlare alle masse sempre piu' anziane al fine di ottenere consenso. Albano ed Ariccia, in questo rappresentano un esempio assolutamente calzante ed oggettivo. Spetta oggi piu' che mai ai cittadini riaffacciarsi alla politica perche' la politica non e' "sporca" tout court(stereotipo post moderno), bensi' lo diventa nel momento in cui viene meno l'interesse popolare e, conseguentemente, il controllo degli elettori verso gli eletti, quale vistuoso do ut des atto a favorire una corretta amministrazione della res publica. Innanzi al ventennale menefreghismo politico, favorito da un approccio marcatamente catodico-televisivo, e' venuta meno quella partecipazione sana, popolare e territorialmente necessaria, perche' capace di diventare eccellente laboratorio di appassionati dediti alla buona politica e/o alla buona amministrazione. Tutto cio' senza tralasciare il giusto approccio ideologico ed ideale, che non dovrebbe mai venir meno. Oggi a livello tanto locale quanto nazionale, tocchiamo con mano una realta' molto simile a quella descritta da Ashleigh Brilliant nel suo "pensiero pagano": Credo ci siano due dei; ed entrambi pensano che l'altro si stia prendendo
    cura di me.... R.Fortunio

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  3. Carissimo Andrea, abbiamo avuto modo di scambiarci qualche chiacchiera a riguardo, ma la tua attenta a lucida analisi qui esposta mi spinge a partecipare più attivamente al dibattito da te aperto. E’ sicuramente una certezza, oltre che un augurio, che a breve “si ridisegnerà un panorama programmatico e di alleanze, assai più omogeneo e coerente con le idealità sopravvissute alla stagione dei leaderismo”. Tanto a livello nazionale quanto a livello locale il leaderismo ha segnato una stagione che è superata dal tempo, lasciando peraltro più questioni aperte di quante ne ha trovate. E’ vero che tante situazioni, ereditate dalla frammentazione politica precedente che non portava a compimento nulla ma che, comunque, metteva in campo tante idee e in cantiere tante iniziative, sono state portate a compimento ma, nel momento in cui bisognava pensare al nuovo da mettere in campo è venuta a mancare quella genialità o iniziativa o semplicemente preparazione intellettuale capace di dare risposte alle dinamiche territoriali e ai fabbisogni dei cittadini.
    E’ vero che sono venute a mancare le ideologie, ma si tratta di quelle allo stato puro e integralista, non quelle in cui si cerca il confronto per superare le difficoltà. Esiste oggi sia una visione ideologica che lega “il proprio credo” della sinistra e sia una visione che lega “il proprio credo” della destra. Sono i moderati e i riformisti che soffrono i quali per quanto sono corteggiati e adulati da entrambe le tifoserie durante la fase della campagna elettorale tanto vengono derisi e emarginati sia in caso di vittoria che di sconfitta.
    Oggi la necessità, come hai ben sottolineato, è di dare risposte concrete all’antipolitica che sempre più cresce e fa proselitismo e l’antipolitica si sconfigge con la forza della ragione, dell’ascolto, del fare e soprattutto mettendo insieme quelle risorse che hanno una visione comune e di raccordo, di analisi e di sintesi, che valorizzano il merito e le capacità individuali e affrontano le problematiche con sobrietà e umiltà. Penso che sia giunta l’ora di aprire un dibattito, anche ad Albano, di tutte le forze di ispirazione laica e cattolica, liberale e riformista, per colmare quel vuoto che si è creato nella contrapposizione sterile da stadio fra destra e sinistra e, per dirla con te, “cogliere i frutti di una rinnovata consonanza tra politica e società”.

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  4. Approvo in pieno, è tempo di liberare Albano dalla vecchia concezione di fare politica, una nuova classe dirigente per ridare forza a quei valori e principi che si contraddistinguono in chi della politica ne vuole fare un vero servizio verso i cittadini. Legalità e Giustiza in un prossimo futuro, nel costruire insieme un Grande Centro Moderato d'ispirazione cristiana.

    Coordinatore Unico MPA Albano
    Claudio Torni

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  5. prego i fenomeni dell'equilibrismo di astenersi. se è vero che la contrapposizione da stadio tra destra e sinistra si deve ritenere forma assolutamente deleteria della politica altrettanto vero è che i personaggi che galleggiano a dritta e manca in funzione dell'interesse del momento debbano essere considerati ciarpame da espellere una volta per tutte. la posizione mediana di comodo non è mai stata di equilibrio ne di garanzia bens' puro cerchiobottismo. "Uomini di gomma" plasmabili dal potente di turno pronti a sottoporsi all'ennesima plastica, avanti il prossimo! Vi prego fatela finita siete la peggior specie!

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  6. ancor più schifosa della peggior specie è chi getta fango su altri nascondendosi dietro ad un codardo anonimo :-) riusciresti a dire le stesse cose guardando negli occhi la persona a cui ti riferisci? o sei troppo vile e ipocrita per farlo? firmati e confrontiamoci, dove vuoi! :-)

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  7. Certa genta farebbe bene a non scrivere commenti visto quanto è stato gratificato dalla politica pur non avendo voti ! Io non ti conosco personalmente ma mi basta sapere che fai parte di un certo gruppo che ha rovinato l'Albafor e che prende un lauto stipendio mentre io come altri stiamo a casa senza una lira! Bella la vita è? Te la ricordi la barzelletta che diceva . Chi mangia più di due democristiani ? Risposta un socialista!! simpatica è ? Naturalmente ogni riferimento a persone ,animali o cose è puramente casuale !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  8. metterci la faccio smette di essere un problema per chi ormai è talmente sputtanato da sentirsi colpito anche se nemmeno citato. la coda di paglia di tale valicenti è evidente abbastanza ingombrante almeno quanto lo è il sospetto che l'uomo sia pronto all'ennesima virata. Non c'è che dire, parliamo di un grande velista che sa prendere l'onda anche senza avere un timone (che poi sarebbe la spina dorsale)! ovviamente si scherza ma se parliamo veramente di un certo tipo di socialista allora tutto è possibile.

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  9. ti sei risposto da solo: non mi conosci personalmente ma ti senti autorizzato a offendermi a mani larghe! lavoro a piazza san paolo, 3 sono direttore da 20 anni ( prima che l'albafor nascesse) e non prendo lo stipendio di 1650,00 euro da 2 mesi. non è coda di paglia ma sono abbastanza incazzato! soprattutto con chi si autoreferenzia e dà lezioni di vita ad altri, senza nemmeno metterci la faccia!

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