La questione si trascina da anni, ma in questi mesi il disagio ed il malcontento dei bambini e delle famiglie di Albano, sta raggiungendo l’apice della sopportazione. I riflettori sono puntati sullo stato in cui versano le strutture scolastiche del territorio del Comune di Albano Laziale e delle sue frazioni di Cecchina e Pavona. Particolare sdegno ha provocato l’ultimo ritrovamento di topi in seno agli edifici della scuola Collodi. I genitori lamentano una tardiva e parziale disinfestazione, una gestione complessiva dei plessi scolastici inadeguata, che crerebbe disagi per la salute dei bambini. Presso la scuola Rossini ad esempio si denuncia da tempo la presenza, nel cortile della scuola, di alberi ad alto fusto che, essendo poco curati, rappresenterebbero un pericolo per i bambini . La cura del verde e dei giardini delle scuole non può essere trascurata, la salubrità e sicurezza degli ambienti, interni od esterni, dove i bambini trascorrono gran parte delle loro giornate, dovrebbe rappresentare la principale priorità per tutte le istituzioni competenti. Punto focale delle proteste delle famiglie però, è senza dubbio lo stato in cui versa il servizio mensa. Esso infatti, comprendente tutte le realtà scolastiche di Albano, è reputato, con inoppugnabili documentazioni e testimonianze, scadente se non addirittura, in non pochi casi, pericoloso per la salute dei bambini.
Verrebbero somministrati cibi freddi, con scarsa attenzione per chi soffre di allergie, le vettovaglie sarebbero inadatte per una platea di fruitori particolare, come quella degli alunni di elementari e scuola dell’infanzia, basti pensare alle posate di plastica, che si spezzano all’uso, provocando rischiose ferite ai ragazzi ed alle ragazze (già si sono verificati casi in cui un bambino ha visto rompersi la forchetta in bocca rischiando gravi conseguenze). Si segnala che i locali ove sono allestite le mense non sarebbero perfettamente idonei ad assolvere tale funzione, per motivazioni sia igeniche che pratiche. Insomma un problema assai serio del quale è improcrastinabile la risoluzione definitiva. La società che, per conto dell’Albalonga, ha in appalto il servizio mensa, da anni è sollecitata, unitamente alle istituzioni municipali, al dirigente scolastico competente ed alla stessa Albalonga, ad ovviare a queste oggettive criticità, ma ancora, non si vede alcun passo avanti significativo e si continua con lo scarica barile. Il contratto tramite il quale la società gestore del servizio opera, stipulato con l’Albalonga, che ricordiamo essere società pubblica partecipata dal comune di Albano, prevedeva infatti, l’istituzione della “Commissione mensa”, una commissione paritetica ove siedano tutti gli attori in campo, gestore, genitori, comune e dirigenti scolastici a vario titolo, che abbia il potere di controllo sull’effettivo rispetto del contratto e sulla qualità del servizio offerto. Le famiglie attendono ancora oggi che questa commissione mensa sia istituita dal Comune di Albano, tramite apposito regolamento, come scritto nero su bianco nel contratto iniziale, ratificato dall’Albalonga e dalla società esterna gestore del servizio. A ben vedere, non pochi confidano, che, il mancato insediamento della Commissione Mensa, rappresenti una grave inadempienza contrattuale che, se opportunamente valutata da un legale, potrebbe far ravvisare una invalidità del contratto stesso ed una sua decadenza. I genitori ed i bambini intendono ottenere semplicemente il miglioramento di un servizio, che pagano profumatamente, e che fino ad oggi si è dimostrato dannoso per la salute dei bambini. Episodi come il rifiuto del cibo, il dover mangiare pasti portati da casa nei bagni delle scuole, anche in orari non deputati ai pasti, non sono fantasiose rappresentazioni, ma la realtà quotidiana che, con irresponsabile sufficienza, le istituzioni snobbano. Non si può tergiversare sulla pelle dei bambini, ci si assuma la responsabilità di risolvere una volta per tutte il problema, altrimenti non si potrà che subire l’esecrazione di tutti i cittadini di buon senso.
Verrebbero somministrati cibi freddi, con scarsa attenzione per chi soffre di allergie, le vettovaglie sarebbero inadatte per una platea di fruitori particolare, come quella degli alunni di elementari e scuola dell’infanzia, basti pensare alle posate di plastica, che si spezzano all’uso, provocando rischiose ferite ai ragazzi ed alle ragazze (già si sono verificati casi in cui un bambino ha visto rompersi la forchetta in bocca rischiando gravi conseguenze). Si segnala che i locali ove sono allestite le mense non sarebbero perfettamente idonei ad assolvere tale funzione, per motivazioni sia igeniche che pratiche. Insomma un problema assai serio del quale è improcrastinabile la risoluzione definitiva. La società che, per conto dell’Albalonga, ha in appalto il servizio mensa, da anni è sollecitata, unitamente alle istituzioni municipali, al dirigente scolastico competente ed alla stessa Albalonga, ad ovviare a queste oggettive criticità, ma ancora, non si vede alcun passo avanti significativo e si continua con lo scarica barile. Il contratto tramite il quale la società gestore del servizio opera, stipulato con l’Albalonga, che ricordiamo essere società pubblica partecipata dal comune di Albano, prevedeva infatti, l’istituzione della “Commissione mensa”, una commissione paritetica ove siedano tutti gli attori in campo, gestore, genitori, comune e dirigenti scolastici a vario titolo, che abbia il potere di controllo sull’effettivo rispetto del contratto e sulla qualità del servizio offerto. Le famiglie attendono ancora oggi che questa commissione mensa sia istituita dal Comune di Albano, tramite apposito regolamento, come scritto nero su bianco nel contratto iniziale, ratificato dall’Albalonga e dalla società esterna gestore del servizio. A ben vedere, non pochi confidano, che, il mancato insediamento della Commissione Mensa, rappresenti una grave inadempienza contrattuale che, se opportunamente valutata da un legale, potrebbe far ravvisare una invalidità del contratto stesso ed una sua decadenza. I genitori ed i bambini intendono ottenere semplicemente il miglioramento di un servizio, che pagano profumatamente, e che fino ad oggi si è dimostrato dannoso per la salute dei bambini. Episodi come il rifiuto del cibo, il dover mangiare pasti portati da casa nei bagni delle scuole, anche in orari non deputati ai pasti, non sono fantasiose rappresentazioni, ma la realtà quotidiana che, con irresponsabile sufficienza, le istituzioni snobbano. Non si può tergiversare sulla pelle dei bambini, ci si assuma la responsabilità di risolvere una volta per tutte il problema, altrimenti non si potrà che subire l’esecrazione di tutti i cittadini di buon senso.
Pasquino Castellano
Meta squarcia il velo di silenzio su una questione che si trascina da troppo tempo, sulla quale è impossibile transigere, visto che investe i bambini ed i ragazzi.
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