Da Tora Bora
Stamane, mentre mi facevo la barba nel mio rifugio afgano sentivo in lontananza Rai 1, accesa sul satellite (poi si dice che la tecnologia fa male…) quel miracolato del giornalismo motoristico di Marco Franzelli (ha finito la carriera Guido De Adamich, Oscar Orefici, il compianto Ezio Zermiani):
Bravo professionista, in grado di spaziare dalla Formula 1 agli altri sport, con una certa competenza e grazia.
Stamattina si è superato, non so chi gli abbia fatto la seguente domanda:
“Ma con 99 punti di svantaggio Alonso può vincere il mondiale!”.
Insomma “manco li cani”, dicono gli emuli di Cetto La Qualunque, in Calabria, non ho potuto che accendere il lettore cd, attaccato ad un generatore di corrente di fortuna nelle valli afgane, ed ascoltare “Onda Calabra”, così per riprendermi un po’.
Voglio dire, a tutto c’è un limite, che il giornalismo italiano sia ormai al minimo garantito, non serviva certo Uno Mattina Estate a provarlo, vedere le rassegne stampa sportive o politiche è un inno alla marchetta, un istituzionalizzazione della captatio benevolentiae, senza un minimo di ritegno.
Nel caso specifico su Alonso e Montezemolo, in particolare, il delirio è pari a quello interista:
su Fernando che dire, la memoria neanche storica, ma locale, dovrebbe bastare,
mi tocca fare come solito il bastian contrario, e ricordare quello che i giornali e qualche appassionato ha dimenticato: la querelle del 2007 con protagonista Stepney e Pedro De La Rosa, volta a sabotare la Ferrari, con tanto di crasse risate e prese in giro dei piloti McLaren nei confronti del Cavallino Rampante. Certo poi il Banco di Santander ha fatto bingo, convincendo a Maranello grandi e piccini, ma da tifoso del Cavallino, permettetemi di dissentire e guardare a distanza di un anno e mezzo, schifato l’ingaggio dell’asturiano.
Su Montezemolo mi si invita a nozze:
l’amico Puma, giorni fa, dalle sue foreste, mi invitava a non confondere gli avversari coi nemici, sinceramente dissento sul merito, non sul metodo, aggiungendo che c’è un'altra categoria da aggiungere, quella degli incapaci:
il Presidente di tutto (Italia ’90, Juventus, Ferrari, Fiat, Confindustria) ha collezionato spesso vittorie assieme a grandi collaboratori (vedi Marchionne, in Fiat, Jean Todt e soprattutto, Brown in Ferrari) e sconfitte addebitate ad altri (i mondiali di Calcio in Italia, e Juve, fulgido esempio di tutto ciò, battuto solo negli ultimi 2 anni, forse…).
Un fenomeno curioso popola i giornali da anni, nel calcio si intervista Sacchi come la madonna pellegrina, senza considerare che sono 10 anni che non ne becca una. Nella politica si invoca Montezemolo, come Maometto od una Bernadette qualsiasi, non considerando che non si capisce quale alto contributo potrebbe dare, di positivo s’intenda…
Nella Formula Uno uguale, dare credito alla Ferrari in generale ed a gente che ha scelto Fernando, con i precedenti che aveva, che si tiene un Massa, che definire ex pilota è dir poco, è quanto meno risibile, esaltarli a dir poco grottesco:
IO NO! onestamente preferisco vivere.
P.S.
La questione querele stavolta è dura e non per Titti, che sarebbe disposto di spianare Tora Bora in caso di problemi, ma perche contro il doppio cognome, che in Italia a questo livello non si nega a nessuno, la giustizia non è uguale per tutti !
Eretico lancia i suoi messaggi, occulti ma trasparenti, contro i facili profeti e gli smemorati. Il dibattito sulle sue sapide battute siamo certi che non si farà attendere, sempre qui su Meta.
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