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giovedì 16 giugno 2011

GOLF: US OPEN 2011 NEL SEGNO DEGLI ITALIANI - di Nicola Gallo



Per la prima volta all’Open degli Stati Uniti tre italiani in campo, insieme nelle prime due giornate.

Tutti pazzi per il golf in Italia, strano sport, che coniuga il più puro spirito britannico con gli americani, protagonisti da anni nelle classifiche mondiali.

Negli ultimi anni il Vecchio Continente piano piano ha ripreso, come qualche anno fa, ad estromettere gli americani dai piani alti del ranking mondiale, la crisi personale, ma anche golfistica di Tiger Woods, pesa, come anche una certa stanchezza di Phil Mickelson, 4 volte vincitore di prove dello Slam (il Grande Slam è formato dall’Augusta Masters che si gioca ad aprile nella Georgia statunitense, l’Us Open che precede l’estate, il British Open che si svolge in Gran Bretagna nella penultima settimana di Luglio e il Pga Championship che si svolge negli Stati Uniti a Ferragosto).



L’Italia, dopo anni di magra, ad eccezione degli exploit, prima di Massimo Magnelli e Ugo Grappassoni, poi del “solo” Costantino Rocca negli anni novanta, è esplosa grazie al lavoro di una federazione illuminata e di circoli bravi e fortunati a coltivare i talenti, (i fratelli Molinari cresciuti al Golf Club Roveri), ma anche per la buona sorte data dalla nascita di un talento spaziale qual è quello di Matteo Manassero, il giovane appena maggiorenne di Negar (Verona), che è probabilmente il più forte giovane di quest’era, nella storia potenzialmente inferiore al solo Tiger Woods (Matteo è British Amateur 2008, a soli 15 anni, certo Tiger è stato ben tre volte U.S. Amateur, ma il paragone regge, viste anche le altre vittorie da amateur del talento italiano, che va detto, è stato solo poco più di un anno e mezzo nella categoria dei non professionisti).

Non dimentichiamo il teenager Gemignani, che sta spopolando nella categoria junior negli States o i giovani Gagli e soprattutto Pavan, che si stanno piano piano ritagliando uno spazio importante, il fiorentino Lorenzo nell’European Tour e il giovane romano Andrea, nel Challenge Tour (il circuito minore europeo) senza disdegnare entrambi una top 30 nell’Open d’Italia giocato nello scorso weekend, un secondo posto svizzero nel tour cadetto per Pavan (e tanti altri in ascesa che evito di citare, i quali, tra qualche anno, potrebbero dare simili soddisfazioni). Insomma una slavina il Golf italiano sul tour europeo e sul Pga Tour (il ricchissimo circuito americano), un Francesco Molinari capace di superare già sulla soglia dei trentanni, con una carriera davanti, i risultati di Rocca, una grande vittoria nel 2010 il Wgc di Shanghai (World Golf Championship, sigla che racchiude i tornei più ricchi ed importanti, inferiori solo agli Slam, per prestigio, non per montepremi), un Edoardo Molinari, già campione amateur degli Stati Uniti, capace nel 2010 di vincere 3 tornei ed entrare da campione del Challenge Tour 2010 nell’European Tour e nei primi 20 al mondo in soli 12 mesi solari da oltre 200 al mondo.

Matteo Manassero poi ha strabiliato tutti vincendo un torneo sia nel 2010 sia nel 2011, arrivando ad una top 30 mondiale che da poco più che maggiorenne stupisce ed impressiona (senza dimenticare la top 10 nel Bmw Pga Championship di Wentworth, di poche settimane fa, che si svolge nell’Inghilterra del Sud, Surrey per l’esattezza, il secondo torneo europeo per importanza dietro il British Open).

Di fronte a questi risultati, la federazione americana, spinta da una stampa specializzata impazzita per il talento degli italiani, non ha perso tempo, organizzando una partenza tutta italiana per le 19:35 di oggi (ora nostra) nell’Us Open numero 111, che oggi a Bethesda, nel Maryland, vede iniziare la sua quattro-giorni di gara.

Il secondo Slam stagionale, dopo l’Augusta Masters, vinto da Charl Schwartzel, ennesimo sudafricano trionfatore di Slam nell’ultimo triennio, dopo Oosthuizen e Immelmann, epigoni dei pluri vincitori di Slam: Ernie Els e Retief Goosen, è iniziato da poche ore.

Partenza unica per Francesco, Matteo ed Edoardo quindi, (citati per ordine di Ranking mondiale, ad oggi sono rispettivamente 22, 30 e 36) e si spera telecamere accese su di loro da parte dei broadcast americani, da cui Sky Italia irradierà il segnale per gli abbonati nel nostro Paese.

Mancherà Tiger, più dal punto di vista della visibilità, che non tecnico, viste le evidenti difficoltà, non solo nella sfera privata, del campione afroamericano, il favorito sarebbe Phil Mickelson, che però all’Us Open ha un conto aperto, visto che già più volte ha buttato al vento la vittoria nel torneo della federazione americana, come non ricordare la vittoria fatta e finita gettata alle ortiche con bogey alla settantaduesima ed ultima buca del torneo nel 2006, di cui ha usufruito un incredulo Geoff Ogilvy.

Oppure gli europei: il numero uno mondiale Luke Donald, ancora a secco di Slam, Martin Kaymer, che in pochi anni dal Challenge Tour ha conquistato, per qualche settimana, la vetta mondiale e nel 2010 il Pga Championship o Lee Westwood, come il connazionale Donald, senza Slam, ma di gran lunga il più continuo giocatore in attività da almeno un triennio.

Insomma l’Us Open più del fascino di Augusta e del British Open, più della giovinezza e freschezza del Pga Championship, colpisce per l’imprevedibilità, dei campi preparati, come amano ripetere i dirigenti della federazione U.S.A, con inusitata durezza (spesso la vittoria è stata assegnata con punteggi sopra il par totale). I giocatori carismatici l’hanno fatta da padrone, ma spesso campioni in erba si sono rivelati all’Open americano per poi spopolare negli altri slam (esempio l’Ernie Els del 1994 ad Oakmont C.C, prima di replicare nel 1997 proprio al Congressional di Bethesda).

Un torneo spesso maledetto (protagonista nel film “Tin Cup” di Kevin Costner, prima dell’avvento di Tiger, nessuno l’aveva vinto andando in doppia cifra sotto il par totale a fine torneo), l’ultimo nel riuscire nel back to back è stato Curtis Strange nel 1988 e nel 1989, né Robert Trent Jones Jr, né Jack Nicklaus, né Ben Hogan, né Tiger Woods (tutti pluri vincitori), né Gene Sararen, né Arnold Palmer e né Tom Watson (vincitori una volta, citando tra i tanti coloro che hanno fatto la storia del golf) sono riusciti nell’impresa.

Tanti i carneadi o i modesti giocatori a trionfare, nel recente passato: Lucas Glover trionfatore nel 2008, o i giocatori rivelatesi con questo successo e poi quasi entrati in crisi (vedi Graeme McDowell), che dopo il trionfo 2010 a Pebble Beach e il contributo decisivo per la Ryder Cup conquistata dall’Europa ad ottobre dello scorso anno, si è un po’ perso.

Lo spazio è per tutto il field iscritto, in campo oramai più della metà dei 156 iscritti, le sorprese sono dietro l’angolo, lo spettacolo pure, nel famoso campo del Congressional, un augurio per i nostri portacolori:

i Molinari con un campo difficile possono esaltarsi, soprattutto il neo papà Francesco, più che l’Ingegner Edoardo, che si appresta a cominciare la campagna europea dopo una metà anno passata sul Pga Tour. Matteo Manassero è attesissimo, si può scrollare di dosso la pressione post Open d’Italia (ottavo pari merito a Checco Molinari, comunque). Comunque andrà è ennesimo record:

mai tre italiani in uno Slam, ma tanto i tre moschettieri da mesi ci abituano ad abbattere vecchi record, manca solo un grande risultato in uno dei Major, chissà che Bethesda regali agli appassionati italiani e stranieri (ironia della sorte, sono stars nel Commonwealth e negli States, più che da noi) una gioia assoluta che è solo questione di tempo, in particolar modo per Manassero.

2 commenti:

  1. A poche ore dall'inizio del torneo nord americano, Nicola Gallo ci propone in tempo reale una panoramica sulle gare a cui gli appassionati di golf assisteranno nei prossimi giorni. Con particolare riguardo per i giovani golfisti azzurri, ai quali va l'augurio di tutta la redazione di Meta.

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  2. A metà gara, un grande Rory McIllroy al comando, abbattuto ogni record di punteggio sulle prime 36 buche (con doppio bogey alla 18 del secondo giro !!!) !

    Redivivo Sergio Garcia top 5, ad inseguire Rory Yang, Pga Champions 2009 e Zach Johnson all'inseguimento del primo Slam in carriera, come Matt Kuchar in ottima posizione ad inizio weekend.

    Miss cut Francesco Molinari dopo il grande inizio di venerdì, gran finale di Edoardo Molinari con 3 birdies nelle ultime 3 buche con accesso alle ultime due giornate, bravo a resistere Matteo Manassero, con l'ultimo punteggio ammesso alle seconde 36 buche !

    Nicola Gallo

    Meta Magazine On Line

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