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giovedì 16 giugno 2011

PRUDENZA PER CONTINUARE A VIVERE AL MASSIMO - di Francesca Leonardi




E’ il 1854 quando viene costruito il primo motore a scoppio dagli italiani Barsanti e Matteucci ma, anche se è Lenoir nel 1863 ad utilizzare questa invenzione per far muovere una vettura, dobbiamo attendere H.Ford nel 1908 per assistere alla nascita della prima catena di montaggio. E’ passato dunque più di un secolo dalla nascita del mezzo di trasporto più diffuso dell'età moderna. Ma quanto positivamente ha influito l’invenzione dell’automobile sulla vita stessa? Questa ha contribuito ad una notevole riduzione dei tempi di trasporto di persone e merci, facilitando quindi sia i rapporti sociali che quelli economici, ma se dovessimo tirare le somme fra gli aspetti positivi e quelli negativi, cosa emergerebbe?
Dati ISTAT


Nel 2008, gli incidenti hanno provocato 39.000 morti e 1.700.000 feriti, di cui circa 300.000 gravi.
Ogni giorno in Italia si verificano in media 598 incidenti stradali, che provocano la morte di 13 persone e il ferimento di altre 849.


Quali sono dunque le cause principali? Ed il target di riferimento?
Secondo il rapporto redatto dall’ ACI-Istat, nel 2006 gli incidenti stradali sono stati in lieve calo.
Analizziamo più approfonditamente quanto appena detto.
Pagano il maggior tributo di vite i conducenti di età compresa tra i 21 e 24 anni e, dato ancor più sconcertante,  i bambini sotto i 10 anni: 18 al giorno tra morti e feriti.

Le tre cause principali, che costituiscono ben il 46 % degli incidenti, sono:
- mancato rispetto del segnale di precedenza
- guida distratta
- velocità elevata

L’aumento delle lesioni TAB (torace – addome – bacino), così come vengono denominate dall’ ISTAT, potrebbe sottintendere la velocità (quindi in continua crescita) al momento dell'impatto.
La modalità più frequente di impatto è lo scontro frontale-laterale (quindi una mancata precedenza da parte di chi attraversa la carreggiata o un’eccessiva velocità da parte del conducente che già la percorreva).
Gli incidenti più pericolosi sono gli scontri frontali (5,4 morti su 100 incidenti) e quelli contro ostacolo (4,6 morti su 100).
Tra i veicoli coinvolti 1 su 5 è a due ruote.
Addirittura è stato catalogato il venerdì come giorno più a rischio incidenti, la domenica come quello in cui l’indice di mortalità presenta il valore massimo ed il sabato quello in cui ci sono più feriti.
E ancora.
Il picco massimo di incidentalità massima è alle h 18 mentre quello di mortalità alle h 5 del  mattino ed i mesi più a rischio incidenti sono quelli di giugno e luglio, mentre lo stesso luglio insieme al mese di agosto presentano l’indice di mortalità più elevato: media giornaliera di 19 morti al giorno (dati Istat 2006)

Interessante soffermarsi sull’influenza dello stato psico-fisico alterato sugli incidenti… dal momento che costituisce “solo” il 2 % del totale degli incidenti (anche se quasi tutti con conseguenze gravi).
Ciò sta a significare che solo una minima parte di questi è causata da stato di ebrezza da alcool?
Dunque le innumerevoli tragedie che accadono quotidianamente sulle strade sono causate principalmente da colpe imputabili al conducente stesso? Con relativa conclusione di come possano essere evitate morti e ferite più o meno gravi assumendo un atteggiamento semplicemente più responsabile?

Testimonianze
Numerosi sono gli eventi che nel corso degli anni gettano nel lutto le piccole e grandi città.
Tempo fa, davanti la farmacia di Cecchina (Albano Laziale), un pedone è stato investito ed ucciso mentre attraversava la strada sulle striscie pedonali. Lasciò moglie e figli.
Numerosi altri incidenti sono avvenuti, spesso nel medesimo punto, durante quest’anno, con conseguenze più o meno gravi.
Fra gli ultimi fatti ne cito uno accaduto recentemente nei pressi di Cecchina. Sulla via Roncigliano, all’altezza di via Pantanelle – alle h 7.20 circa una donna di 73 anni è stata violentemente urtata da un automobilista.
“ Io ero lì che aspettavo l’autobus” racconta l’anziana donna “quando improvvisamente vengo urtata da un automobile in  sorpasso…” continua “… lui è scappato e nessun’altro in strada si è fermato a darmi aiuto. Uno scuola bus si è rifiutato di darmi un passaggio per arrivare per lo meno al centro di cecchina dove avrei poi provveduto a raggiungere il pronto soccorso, nessuno si è fermato a darmi aiuto”.
La donna ricoverata in ospedale d’urgenza ha riportato la rottura di un braccio e del bacino. 
Vergogna per tutti coloro che sono passati davanti quella povera donna quella mattina.
 Dall’ultimo sondaggio effettuato nell’arco di tempo che va dal 2000 al 2008 si evince un apparente calo di incidenti stradali.
Nel corso degli ultimi 30 anni il tasso di mortalità per incidente stradale è calato complessivamente del 48%, ma nonostante questo, la mortalità nei giovani non accenna a diminuire, molto probabilmente per un comportamento più aggressivo e spregiudicato alla guida.
In sintesi precisiamo che:
- i ragazzi sono maggiormente coinvolti negli incidenti rispetto alle ragazze per un tasso di 4 a 1;
- il nord è maggiormente coinvolto rispetto al sud;
- c’è stata una crescita di mortalità per lesioni TAB e diminuzione per trauma cranico.

Con quest’ultima affermazione intendiamo sottolineare che la campagna di formazione, l’educazione, i dispositivi di sicurezza, i metodi sempre più innovativi nel corso degli anni (come la TAC)  hanno permesso di agire puntualmente su questo tipo di traumatismo, mentre l'aumento delle lesioni TAB potrebbe riguardare la velocità sempre crescenti al momento dell'impatto (come già detto).

Una buona parte di questi incidenti / decessi avviene in età giovanile, è quindi la prudenza una preziosa alleata.

Probabilmente anche con la “Ford modello T” si verificavano incidenti. Ma credo che la velocità dei veicoli influisca molto sulla dinamica dell’incidente e il continuo aumento e perfezionamento della potenza è un’istigazione all’imprudenza e al rischio da parte delle case automobilistiche. Essa è diventata oramai un “modo di essere”, un biglietto da visita per una società schiava del “bello perchè potente”. Credo che ciò rispecchi il nostro lato più aggressivo del carattere. Forse non ce ne siamo mai resi conto davvero.
Vi lascio ora alle vostre riflessioni e concludo spendendo due parole per Gabriele Muccino, il quale, con “Sette Anime”, riesce a far percepire allo spettatore quanto la vita sia unica e fragile e per questo infinitamente preziosa, e di quanto una piccola leggerezza (chi ha visto il film sa) la comprometta per sempre.
Una trama semplice  per  lasciar ancor di più percepire il profondo significato di essa. Una stupida distrazione che cambia la tua vita per sempre.

1 commento:

  1. Inchiesta condotta da Francesca Leonardi sulle cause e gli effetti degli incidenti automobilistici sulle nostre strade ogni giorno. Dalle notti del sabato alle vittime nei quartieri della nostra Provincia.

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