Incontriamo David Gramiccioli, giornalista e conduttore radiofonico.
Nato a Roma il 21/03/1969, è vissuto, a lungo, ai Castelli Romani.
Con il suo timbro di voce inconfondibile ed assolutamente coinvolgente, David Gramiccioli, è un punto di riferimento nel mondo della comunicazione.
Cerchiamo di conoscerlo meglio e di ricostruire la sua carriera.
Che infanzia è stata la tua?
Serenissima, divertente, spensierata, nel cuore dei Castelli Romani.
Quando ritorno nei luoghi che hanno accompagnato la mia infanzia mi sento a casa.
Ne hai uno in particolare a cui sei più legato?
La circonferenza irregolare del Lago ed il bosco al tramonto suscitano, in me, delle emozioni assolutamente indispensabili.
Io adoro la mia terra e non la cambierei con nessun’ altra.
Proseguendo, ci parli dei tuoi studi?
Ho conseguito il Diploma di maturità scientifica e mi sono laureato, nel 1995, in scienze politiche presso l'Università degli Studi Trieste.
Sei andato via di casa relativamente presto quindi?
Il primo tentativo di andare via di casa risale alla fine degli anni '80. La scelta definitiva è del 1997.
Le motivazioni che ti hanno spinto a questa scelta? Esigenze dettate solamente dalla curiosità tipica dell’età giovanile e dalla necessità di acquisire una nuova libertà?
Ho preso questa decisione per il bisogno di andare incontro al mondo e poi perchè se si decide di fare questo mestiere si ha la necessità di relazionarsi con un cosmo più grande, meno limitato possibile.
Ci parli della tua esperienza radiofonica? Come conosci questo mondo?
Gli inizi alla radio risalgono al 2000 quando Guido De Angelis mi chiamò a Radio Spazio Aperto per coprire il palinsesto con una trasmissione sulla Roma.
Lì mi ascolta Paolo Zappavigna il quale mi contatta e mi chiede di lavorare con lui l'anno successivo.
In quel periodo, però, arriva la chiamata di una importante agenzia giornalistica per cui lascio per due anni la radio.
Quindi siamo al 2002?
Esatto. Nel 2002, anno in cui vengo contattato da Ezio Luzzi che mi chiede di fare una trasmissione radiofonica sulla Roma per Nuova Spazio Radio al pomeriggio.
Intanto, Paolo Zappavigna mi propone, nuovamente, di lavorare con lui.
Accetto e lascio Nuova Spazio Radio per Radio Flash.
Una radio che aveva rappresentato una nuova frontiera per la radiofonia Ultras .
Io e Paolo andavamo in onda dalle 14.00 alle 16.00.
Che tipo di esperienza è stata?
Straordinaria. Culminata con l'organizzazione del "Derby del cuore", da parte delle due Curve, il Sabato Santo del 2005, allo Stadio Flaminio, a cui assistettero 10.000 persone.
Fu il vero simbolo dell'esperienza Ultras in Radio.
Un format innovativo. Puoi dirci qualcosa di più di questa esperienza?
Un format di grande successo che sensibilizzerà, catalizzandolo, l'interesse della politica e dei media istituzionali .
Non a caso alcuni striscioni terrorizzavano gli esponenti politici, non solo romani.
Un esempio?
Su tutti lo striscione :"Bossi=Lega=Polo”. Alle provinciali vota Alberto Sordi".
Fu una risposta di grande passione ed umanità che demmo, allora, a Bossi, che, insieme ad altri esponenti della Lega, dopo la morte di “Albertone”, lo aveva definito, non attore nazionale, ma fenomeno locale .
Un’esperienza che termina tragicamente
Si. il 5 Giugno 2005 muore Paolo Zappavigna in un incidente stradale.
Nel suo ricordo, ritorno alla mia professione in una trasmissione che trascurerà il calcio per dedicarsi alla politica, al costume ed alla società su Radio Spazio Aperto.
Quando termina questa nuova esperienza?
Nel 2008.
Nell'Agosto dello stesso anno, arrivo a Radio Incontro, chiamato, e ne fui lusingato, a riprendere il programma che era stato di Stefano Antonucci :"Incontro al giorno".
A differenza degli altri mezzi di comunicazione, la radio ha una capacità straordinaria di veicolare informazioni .
Quale è a tuo avviso la sua caratteristica peculiare ?
Quale è il tuo rapporto con il pubblico?
Mai posto il problema di piacere al pubblico .
Che consiglio ti senti di dare ai giovani che si accingono ad affrontare l’esperienza di una conduzione radiofonica?
Il consiglio è quello di essere il più spontaneo possibile. Il microfono è una maschera sottile che il pubblico riesce a penetrare molto facilmente.
Siamo ora all’esperienza politica. Inizia con La Rete di Leoluca Orlando.
Si. E’ stata un’esperienza esaltante dal punto di vista umano, ma deludente da quello politico.
Dopo le grandi stragi del ’92, in cui morirono Falcone e Borsellino, Leoluca Orlando tradisce i principi schierandosi a sinistra.
Arriviamo, quindi, al Movimento Nazionale Il Delfino.
Movimento Nazionale Il Delfino con ambizioni minori rispetto a “la Rete ” .
Anche in questo caso, l’idea è quella di un movimento trasversale. I punti programmatici chiave erano lo Stato sociale assolutamente praticabile, l'edilizia popolare e la meritocrazia.
Un programma, inoltre, chiaramente rivolto ai giovani anche per ciò che concerne la difesa del reddito?
Esattamente.
Leggendolo attentamente mi ha colpito, pensando alle ultime vicende dell’Abruzzo, il punto del programma che riguarda la programmazione di piani di esercitazione per “educare” i cittadini ad un corretto comportamento in caso di attacchi terroristici o di calamità naturali.
Mi fa piacere che tu voglia sottolineare questo aspetto, perché è una cosa a cui tengo molto.
Ti sei definito un socialista con a cuore la nazione. Strano destino quello dei socialisti in Italia.
Nei due schieramenti principali (Pdl e PD) ritroviamo “reduci” dell’esperienza del P.S.I.
Il Pdl è nel Parlamento Europeo nel gruppo dei Popolari, il PD è solo alleato del P. S. E. nell’ASDE.
Cos è, realmente, il socialismo e cosa significa essere socialisti in Italia?
Il socialismo nazionale è quello di inizio secolo limitato fortemente dalle esigenze delle Nazioni e non quello utopico. Non si può pensare che tutti gli Stati abbiano gli stessi problemi
Il tuo impegno politico si è concluso con l’esperienza del Movimento Nazionale Il Delfino?
La politica è un'esperienza che non finisce mai.
La politica, come passione emotiva e valore umano, non deve finire mai.
Veniamo ora all’incontro con Il Prof. Stefano Montanari.
Incontro casuale come moltissimi altri della mia vita professionale.
Nasce dalla esigenza di saperne di più su questo nanopatologo che ha fama internazionale e condivide, con la moglie, la dott.ssa Antonietta Morena Gatti, la direzione scientifica del laboratorio Nanodiagnostics di Modena.
Il sodalizio giornalistico e scientifico è diventato un profondo rapporto di amicizia che culmina con la partecipazione del Prof. Montanari alla Commissione mobilità sostenibile del Comune di Roma che prevederà, quanto prima, la sperimentazione del LUFT, macchina in grado di imprigionare le polveri sottili, altamente inquinanti..
La collaborazione tra il Prof. Montanari ed il Comune di Roma comincia sotto i migliori auspici.
La popolazione dei Castelli Romani contro l’inceneritore. La tua opinione?
E' corretto il termine che hai utilizzato: Inceneritore e non Termovalorizzatore come, colpevolmente, viene chiamato .
A proposito di questi temi, veniamo ora a “Sporchi da morire”. Un film documentario del 2008 che si può definire un viaggio attraverso le nanoparticelle che ci porta a scoprire grottesche e preoccupanti realtà, ma anche punti di eccellenza. Città come Vedelago, San Francisco e Masdar City.
“Sporchi da morire” deriva da questa ricerca. Un’esperienza importante.
Ci sarà un'inversione di tendenza quando capiremo quanto si può guadagnare riciclando
Cosa pensi del terremoto che ha colpito L’Aquila E l’Abruzzo?
Terremoto di serie B. Lo dico nel rispetto delle vittime, dei loro familiari, del loro dolore.
Se avesse colpito una zona sviluppata con criteri antisismici, non avrebbe fatto un ferito
Per saperne di più :
http://www.stefanomontanari.net/
Giancarlo Montoni ci propone un'intervista con David Gramiccioli, speaker noto nell'ambiente delle radio romane, legatissimo al nostro territorio dei Castelli Romani.
RispondiEliminaUna chiacchierata tra radio, sport, politica e sociale tutta da leggere.