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venerdì 1 luglio 2011

QUANDO LA RETE FA LA RIVOLUZIONE ! - di Andrea Titti

I ragazzi di Teheran sono impegnati nella conquista della loro libertà da un regime teocratico e sanguinario. Dura battaglia che stanno combattendo con la nuova e nonviolenta arma di diffusione di massa che è la rete internet globale. La censura e la repressione impressionanti tentano di schiacciare ogni ribellione con la forza delle pallottole e delle incarcerazioni, ma nulla alla lunga potranno contro la potente arma dell’anelito verso la libertà che è sempre più diritto individuale inalienabile di ogni popolo e persona. Filmati, articoli scritti, foto, inondano i blog, YouTube ed i vari social network e ci raccontano storie che richiedono il nostro massimo sforzo per non lasciare sola questa generazione coraggiosa. Facebook, Flickr, Twitter sono popolati dalle più varie iniziative.
Si va dalla richiesta di ospitalità in ambasciata, al comunicare con i propri cari che risiedono all’estero, fino alla richiesta appello di un blogger Iraniano che ci invita a regolare l’orario del nostro account su facebook sul fuso orario di Teheran in modo da sviare la polizia politica degli Ayatollah, che altrimenti risalirebbe all’identità di chi protesta  anche in rete e quindi lo andrebbe ad arrestare fino in casa.  Ogni rivoluzione ha un colore, quella iraniana ha il verde. Sostenere quei ragazzi e ragazze anche a distanza si può, interagendo con loro via internet, promuovendo dibattiti e discussioni, sapendo che più se ne parla in occidente maggiore saranno le chances di ribaltare il regime di quella che fu l’antica Persia. Dalla rete è stato altresì raccolto dal nostro ministero degli esteri un appello a rilasciare asilo politico a chi ne facesse richiesta da quei territori.

La rete e non la guerra preventiva è il vero strumento globale per l’esportazione della democrazia, sappiamolo usare nel modo migliore.  Anche Meta si tinge di verde e si fa strumento di libertà. Discutiamone insieme!

1 commento:

  1. Andrea Titti focalizza l'attenzione su Teheran e lo scontro mai sopito tra gli Ayatollah e i "ragazzi della rete" che si ribellano alla teocrazia degli emuli di Khomeini e sostenitori di Ahmadinejad

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