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mercoledì 6 luglio 2011

CASTELLI ROMANI; GUERRA DI SIMBOLI E PENNACCHI NEI PARTITI. AMMESSO CE NE SIANO PIU' - di Pasquino Castellano


Nei giorni in cui il governo nazionale si produce nell’ennesima figuraccia, facendosi trovare con la “manina” nella marmellata, mentre era intenta, all’insaputa del ministro dell’economia, a rimpinguare, notte tempo, la finanziaria con l’ennesima leggina ad personam, ed il Pd, teoricamente suo acerrimo oppositore, affossava in Parlamento l’abolizione delle Province, votando con il Pdl e la Lega, sui territori, se possibile, l’atmosfera è ancor peggiore. Abbiamo assistito alla pseudo espulsione dal Popolo della Libertà di Frascati del Consigliere Comunale di centrodestra più votato in città, per aver usato il simbolo del suo partito in un manifesto che contestava la giunta di sinistra, provvedimento poi rientrato, visto che non si trovavano ne padri ne padrini, che ufficialmente, si assumessero tale responsabilità, all’interno di un partito, il Pdl frascatano, da mesi commissariato.

Non volendo essere da meno però, anche il Pd locale, al governo della Città da oltre un quindicennio, si è prodotto in una singolare rappresentazione teatrale, più simile ad una comica che ad una tragedia. Guerra di simboli anche li infatti, volano gli stracci tra correnti, si affiggono manifesti con il simbolo del Pd che, in un battito di ciglio, vengono smentiti dalla locale sezione di via dell’Asilo. Il Pdl che espelle e poi fa rientrare il suo più votato esponente, il Pd che critica duramente la giunta della quale è asse portante e di cui il sindaco e sua diretta espressione, per poi rettificare il tutto, ostentando la più sentita soddisfazione per l’approvazione di un bilancio, approvato per forza d’inerzia, dopo che in consiglio è mancato più di una volta il numero legale, proprio per la scarsa presenza di esponenti democratici. Ma che film è? Un giallo o un fumetto? E’ semplicemente un esempio paradigmatico del quadro politico ai Castelli Romani, territorio in cui definire partiti i simulacri elettorali che boccheggiano da mesi, afoni ed inconcludenti, sia che si trovino in maggioranza sia all’opposizione, potrebbe far scattare qualche querela, da parte di chi, i partiti veri li ha frequentati e conosciuti realmente. Frascati è in buona compagnia comunque, l’antica Albalonga non è da meno, da capitale dei Castelli non poteva farsi sfuggire anche il primato della confusione politica. Ad Albano, dalla netta vittoria elettorale del centrosinistra, nel 2010, si assiste ad un fenomeno da attenzionare con cura, un governo cittadino fermo, una maggioranza dilaniata dalle risse interne, con tanto di riunioni carbonare e raccolta segreta di firme per sfiduciare il Sindaco, il tutto condito da una opposizione consiliare che si segnala per il suo silenzio e la totale mancanza di qualsivoglia iniziativa politica, dentro e fuori il palazzo, e che però, non si fa mancare nulla in quanto a ripicche interne, regolamenti di conti tra fazioni, ma potremmo meglio dire tra singole personalità politiche, instaurando così, tra i banchi della minoranza di Palazzo Savelli, una riedizione alla matriciana, della guerra fredda, fatta tutta di tattica, e zero politica. Altro comune, stessa musica, Velletri, il più popoloso municipio castellano, da sempre territorio di caccia per la destra, da due anni è a guida centrosinistra, dopo la deflagrazione del Pdl del 2008, l’opposizione appare incapace di riorganizzarsi e riprogettare una proposta alternativa, restando subalterna rispetto alle logiche correntizie romane e regionali. La maggioranza si caratterizza per un costante scollamento, condito da continue frizioni in Consiglio e dalle defezioni, sempre più frequenti, di consiglieri eletti, che abbandonano il Pd ed i suoi alleati. La vicenda ospedale Colombo docet. Anche nelle realtà più piccole non va meglio, è di pochi giorni fa la notizia della defenestrazione della giunta di Nemi, di centrodestra, che ha visto sfiduciare il Sindaco Cinzia Cocchi, vicina all’ex sindaco Biaggi (An), da parte di esponenti vicini all’Udc, eletti con lei nel 2008, con percentuali bulgare. Tralasciamo le località ove si è votato pochi mesi fa, verrà anche per loro il tempo delle fibrillazioni e dei balletti, molto prima di quanto ci si aspetti. Questa desolante panoramica, ci serve per dire che la politica è in coma, parafrasando Claudio Lotito, si sta celebrando il suo funerale, stiamo cercando qualche volenteroso che la riporti quantomeno ad uno stato di coma reversibile. Non esiste uno straccio di linea politica, da nessuna parte, non parliamo di progettualità, saremmo troppo esigenti, non esiste più una segreteria di partito, un luogo fisico ove si incontrino realtà, gruppi, interessi, ne per litigare ne per fare accordi. Oggi assistiamo, nel migliore dei casi, ad una guerra per clan, fatta di persone, singoli al cui seguito, in non pochi casi, si annoverano, parenti e famigli, residuato bellico di clientele in via di ricollocamento, perennemente in cerca di riposizionamenti. Nel peggiore, ci si può imbattere in qualche “caso umano”, impegnato nell’eterno kamasutra politico, divincolandosi e dibattendosi su mille tavoli, con una sola certezza, la totale assenza di carte e fish politiche da spendere, anzi, caso mai, da chiedere. Per quanto si potrà andare avanti così ? Un proverbio ci verrebbe in soccorso indicandoci la terza via: “tra i due litiganti il terzo gode”, che tradotto in politichese, inviterebbe a nozze il nascente terzo polo, macchè, anche li è peggio che andar di notte, per ora. Infatti tra le forze politiche che dovrebbero esserne perno, si va in ordine sparso. Se per Fli esiste l’attenuante della giovane età di fondazione, qualcuno direbbe che ancora non è neppure nato, al di la del visibile impegno ed entusiasmo dei suoi giovani, patrimonio su cui non ironizzare, per quanto ora dai numeri fluttuanti, l’Udc, non sembra graniticamente convinto dell’opzione terzista, visto che è schierato a macchia di leopardo, ad Albano con il Pd in maggioranza, anche se a fatica, ad Ariccia e Velletri all’opposizione, in una coalizione civica e terzo polista, a Marino governa con il Pdl. Se in tempi rapidi la ragionevolezza non si farà largo nelle menti della nostra classe politica, temiamo che arrivi qualcuno che si sostituirà ad essa. I grilli sono animali che si limitano alla protesta, non vorremmo trovarci davanti ad un’invasione di cavallette, portatrice di nefasti presagi per la vita civica delle nostre città. Speriamo che suoni la sveglia, e nei giovani.


1 commento:

  1. Altra incursione di Pasquino Castellano, stavolta la sua pungente prosa si concentra sullo stato dell'attuale quadro politico sul territorio dei Castelli Romani. Con la solita sapida ironia, fa emergere una realtà piuttosto sconfortante.

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