Cara Redazione,
ritengo necessario intervenire nuovamente in merito alla vicenda del Comune di Albano Laziale, non per spirito di polemica, ma per necessità di chiarezza. Mi voglio quindi limitare agli elementi che potranno aiutare ad un più efficace dialogo, ed in ultima analisi offrire, a chi ne ha un reale interesse, elementi per migliorare la rappresentanza di genere nelle istituzioni, e la conoscenza delle istituzioni a tutela della realizzazione delle pari opportunità.
Parto da quest’ultimo elemento, perché ritengo che nel considerare la funzione delle consigliere di parità istituite con legge nel lontano 1991, ci siano dei fraintendimenti che rischiano di creare equivoci anche gravi. Preferisco far parlare la legge dove recita, a proposito del nostro ruolo: Le consigliere ed i consiglieri di parita', effettivi e supplenti, svolgono funzioni di promozione e di controllo dell'attuazione dei principi di uguaglianza di opportunita' e di non discriminazione tra donne e uomini nel lavoro (art 13 comma 2 d lgs 198/2006) da dove si evince chiaramente la funzione essenzialmente legata al mondo del lavoro. Ecco perché la presenza in altri atti è ad adiuvandum . E, per quanto riguarda, sede ed attrezzature, esse dipendono dall’ente presso cui siamo collocate come prevede l’articolo 16 del d. lgs citato, quindi non dipende da noi, l’efficacia e l’efficienza dell’ufficio. (e solo per questo utilizzo spesso il mio personale telefono cellulare).
Rispetto al caso in questione, relativo al Comune di Albano Laziale, ritengo che bene abbiano fatto quei consiglieri comunali che hanno deciso di proporre nella prossima Giunta, così come avevo suggerito nel mio precedente intervento su Metamagazineonline, di recepire finalmente nello Statuto comunale il dettato della legge 267/2000 così come ha fatto il Comune di Roma a suo tempo, ma ancora meglio, a mio avviso, come è avvenuto nello Statuto della Regione Lazio. Tale atto si rende indispensabile, in quanto, così, come per ora sono recepite le Pari Opportunità dimostrano, una palese insufficienza rispetto alla legge, e nel caso di ricorso al Tar non garantirebbero un esito positivo come si è verificato in altre realtà.. (Potrebbe essere questo il motivo per cui non venne ritenuto opportuno un ricorso ?)
Auspico quindi, un preciso intervento, così come espresso precedentemente, in tal senso, e mi auguro che tutto questo diventi un occasione di crescita culturale aprendo un dibattito ed una riflessione per tutti i cittadini e le cittadine di Albano, dibattito e riflessione al quale non mi voglio sicuramente sottrarre.
Alida Castelli
Consigliera di parità della Regione Lazio
Per la seconda volta, riceviamo e pubblichiamo la replica della Dott.ssa Alida Castelli, consigliera di parità della Regione Lazio, in merito alle dichiarazioni del Consigliere Comunale di Albano Laziale, Marco Silvestroni, inerenti il tema della presenza femminile nella giunta Marini. Meta rimane a disposizione per ulteriori repliche.
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